La Riflessione Indice
Neghentropismo ed eudaimonia
di Fedro Anacoreta - Luglio 2017
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Caos ed attività elettrica cerebrale
Analizzando l'attività elettrica cerebrale nell'ottica della dinamica non lineare (la dinamica del caos) sono state riscontrate alcune caratteristiche peculiari (34,35).
Innanzitutto la complessità dell'attività cerebrale aumenta con l'aumentare dell'età. In particolare il grado di complessità dell'EEG, soprattutto a livello delle regioni frontali, è piuttosto elevato durante la vecchiaia in quanto, verosimilmente, aumenta il numero di reti neurali indipendenti (57,62).
Se consideriamo quindi il grado di complessità di un sistema come un indice della mancanza di sincronizzazione tra gli elementi di un sistema dinamico allora le modificazioni patologiche della dinamica cerebrale possono essere classificate in due grandi categorie: una caratterizzata da un incremento del livello di sincronizzazione (crisi epilettiche) ed una caratterizzata da una marcata riduzione del livello di sincronizzazione (atrofia cerebrale, morbo di Alzheimer). Dong-yu Wu et al. hanno inoltre dimostrato come il grado di complessità dell'EEG sia molto basso per soggetti in stato vegetativo persistente incrementando leggermente per pazienti in stato di minima coscienza (pur rimanendo molto più basso rispetto ai soggetti con un livello normale di coscienza) (14).
Per quanto riguarda la situazione di veglia non patologica è stato osservato come l'apertura degli occhi determini un incremento del grado di complessità dell'attività cerebrale rispetto allo stato di veglia ad occhi chiusi, così come il ricordo di esperienze dolorose.
Anche durante lo svolgimento di particolari compiti cognitivi quali i compiti matematici, visivi e di lettura si ha un incremento della complessità del sistema mentre nelle situazioni che coinvolgono i processi di memorizzazione si ha una riduzione del grado di complessità.
Possiamo quindi dire che in condizioni di veglia rilassata (o stato di riposo) le dinamiche spazio-temporali sono in parte caotiche ed in parte ordinate. I cambiamenti fisiologici di tale stato conseguenti all'esecuzione di particolari compiti cognitivi o all'insorgenza di uno stato di sonno determinano uno squilibrio della dinamica del sistema verso uno stato rispettivamente a maggiore o a minore complessità. Importanti variazioni del grado di sincronizzazione interferiscono invece in modo più grave sui processi di elaborazione delle informazioni e sullo stato di coscienza (15,17,21,43).
Anche gli stati meditativi possono essere analizzati nell’ottica della dinamica non lineare (3,10,38,39,51).
La meditazione può essere considerata come uno stato di rilassamento più profondo del sonno in una condizione di veglia vigile.
I dati EEG durante gli stati più profondi di meditazione hanno quindi evidenziato una elevata coerenza intra ed interemisferica soprattutto nel campo delle onde alfa e theta.
Tale aumento di sincronizzazione EEG sembra raggiungere un “picco” durante gli stati più profondi di coscienza o di esperienza di totalità.
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