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Chi siamo quando nessuno ci guarda?

Il Dubbio del Mese
di Leonardo Tasso - indice articoli


Chi siamo quando nessuno ci guarda?

Febbraio 2025


Ci siamo mai fermati a riflettere su chi siamo davvero, lontani dagli occhi degli altri? Quando le luci del palcoscenico della vita quotidiana si spengono, quando nessuno ci osserva, giudica o apprezza, cosa resta di noi? Il dubbio che vorrei proporre questo mese è un viaggio nelle pieghe più intime della nostra identità, un invito a esplorare il confine tra il sé autentico e quello condizionato dalle aspettative esterne.
Ogni giorno, ci muoviamo in una rete di relazioni che ci definiscono. Siamo figli, genitori, amici, colleghi. Indossiamo maschere diverse a seconda del contesto, adattando i nostri comportamenti per conformarci alle regole del gioco sociale. Ma è proprio quando il sipario cala che possiamo intravedere il nostro vero volto, o almeno così ci piace pensare.
È davvero così? O anche nella solitudine continuiamo a essere influenzati da schemi interiorizzati? Quando ci guardiamo allo specchio, lo facciamo con gli occhi del giudizio altrui o con uno sguardo libero e compassionevole?
E se non ci fosse uno specchio, se fossimo privati della possibilità di osservarci, sapremmo comunque chi siamo?
L'idea di chi siamo si costruisce attraverso l’interazione con gli altri, un riflesso continuo di pensieri, emozioni e conferme. Ma esiste una parte di noi che rimane intoccata, un nucleo autentico che sfugge alle influenze esterne? O la nostra identità non è mai uguale a se stessa?
Questo interrogativo ci porta a riflettere anche sul concetto di autenticità. Essere autentici significa agire secondo la propria natura, ma come possiamo essere certi di cosa essa sia? Se liberati dal bisogno di compiacere o di adeguarci, cosa scegliamo di fare? Come viviamo?
A volte, è proprio nella solitudine che emergono desideri e paure che di solito cerchiamo di tenere nascosti, anche a noi stessi.
È interessante notare come l’idea di “essere visti” influenzi profondamente le nostre azioni. Sotto lo sguardo di altri, anche il più piccolo gesto acquista un peso simbolico, diventa narrazione. Ma senza spettatori, senza pubblico, la narrazione si spezza? O continuiamo comunque a raccontarci una storia?
In un mondo iperconnesso, dove la condivisione di ogni istante è quasi la norma, il concetto di “essere da soli” diventa sempre più sfuggente. Ma è proprio in quegli spazi di solitudine che possiamo interrogarci su chi siamo, privi di filtri e sovrastrutture.
Tu chi sei quando nessuno ti guarda?


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