Riflessioni sul Gioco dell'Eroe
di Gianluca Magi indice articoli
Arte magica di vedere.
Il Magistero della Presenza
Gennaio 2013
Osserva attentamente questo carattere cinese. Non solo perché sarà il segna pista del sentiero.
Dall'epoca moderna il carattere ‘guan’ cominciò a essere usato per indicare il “tempio taoista”. Ma ‘guan’, in realtà, contiene molteplici significati. Quello più antico è: “Osservazione”. Un’osservazione molto speciale. È come il giro di chiave per avere accesso a un segreto. Non a caso è il ventesimo tra i sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro dei Mutamenti (Yijing). Così come Il Libro dei Mutamenti è un invito a zoomare sulla realtà per cogliere i vari futuri che sono in tua attesa nella realtà presente, allora cogli l’invito ed entra in questo carattere. È uno scrigno che contiene tesori vivi di cui puoi servirti nella pratica quotidiana. Dunque: Apriti sesamo!: la superficie di pietra del carattere gira su se stessa e come porta si spalanca. Entri nel suo reame magico. In questo regno sei testimone di qualcosa di meraviglioso.
La parte destra del segno grafico è interessantissima: è un grande occhio sopra una persona che cammina. Significa “Vedere”. Senza osservazione, l’apprendimento è impossibile. “Osserva”. “Scruta attentamente”.
Quando in Cina gli studenti volevano imparare il Tao, si mettevano alla ricerca di una guida, di un anziano saggio. L’apprendimento non era formale. Gli anziani accettavano qualunque allievo, purché sincero. Una volta accettato, potevi camminare accanto all’anziano saggio. Magari sostavi sotto un albero per una semplice conversazione. Magari per una silenziosa invocazione toccando una roccia. Gli allievi vogliono vedere il Tao. Allora la guida fa dei cenni, delle allusioni agli animali, agli alberi, ai minerali durante passeggiate attraverso montagne popolate da tigri, attraverso valli fiorite, mentre magari guadate un fiume dalle acque gelide oppure attraversando un deserto che avvampa come ferro infuocato. L’anziano ti mostra il mondo in tutte le sue infinite varietà. Mostra per cenni, per allusioni non puntando il dito dicendo: «Devi guardare questo!».
Perché egli ama alludere con cenni?
Per tante ragioni. Una in particolare: con questo metodo, con questo stile, con questa way of life t’incoraggia a osservare con i tuoi occhi spontaneamente, poiché l’anziano maestro nutre fiducia nelle tue percezioni, nelle tue inclinazioni naturali, nel tuo ritmo proprio d’apprendimento. Il maestro non è un rozzo che ti dice: «Impara il Tao da quello che ti dico io!», oppure, ancora peggio, «Sei incapace di vedere il Tao», oppure «Potrai raggiungere il Tao solo attraverso elaborati rituali nel mio tempio». No! Questi sono metodi per allievi zotici o per insegnanti che vogliono creare dipendenza verso loro stessi, metodi che incatenano l’allievo ai ceppi del culto della personalità. Al contrario, l’anziano taoista fa appello a quello che potremmo chiamare «Il Magistero della Presenza».
Che cos’è il Magistero della Presenza?
È sintetizzabile nella formula: DIRE – FARE – ESSERE.
Dire – Fare – Essere significa che un allievo o un figlio non impara tanto da ciò che il maestro o il genitore gli dice, ma impara da ciò che il maestro o il genitore fa, ma impara ancor più da ciò che il maestro o il genitore è.
Esempio pratico del Magistero della Presenza: È inutile che io dica a mio figlio di essere coraggioso se non gli mostro come fare. Inoltre, patetico e goffo sarebbe però mostrarglielo se nel mio intimo mi sentissi un codardo, poiché ciò che, in modo sottile (e schizogeno), gli trasmetterei è la mia vigliaccheria. Mi figlio, sottilmente, percepirebbe la mia vigliaccheria. E questo, per inciso, è uno degli aspetti della trasmissione transgenerazionale, genealogica, su cui occorre realmente lavorare, per non riprodurre i germi di presenze mentali infette. Se voglio trasmettere a mio figlio l’essenza del coraggio occorre necessariamente che io sia coraggioso. Prima occorre, dunque, che io lavori su di me per sviluppare realmente il mio coraggio. Altrimenti, il mio insegnamento sarebbe soltanto una patetica pantomima; gli trasmetterei quello che oggi si chiama meme; in questo caso, un meme ipocrita. Che cos’è un meme? Se il gene è un elemento organico, il meme è un elemento culturale, esistenziale che si trasmette per mezzi non genetici, ma per imitazione (conscia o inconscia). Non solo l’imitazione degli elementi esteriori, ma l’imitazione dell’essenza reale di chi mi ha preceduto: mio padre, mio nonno, mio bis-nonno (anche se non li ho mai conosciuti) e così via.
Tutto questo per dire che l’anziano taoista che ti sta ora accompagnando, ti lascia viaggiare con lui, respirare il suo stato dell’essere anche quando sembra che non faccia nulla di particolare, che non applichi alcuna tecnologia dell’anima, alcuna tecnica o esercizio specifico. Vivi accanto a lui e respiri la sua presenza magistrale: questa presenza è l’insegnamento sottile. In questo modo egli confida che tu scorgerai il Tao nel vento, nelle montagne, negli alberi, nei fiumi, negli animali, nei minerali, nelle persone. Perché il Tao non è inaccessibile. È in ogni cosa della nostra quotidianità, per chi sappia o voglia osservare (sempre a proposito di ‘guan’).
Questa idea che tu possa accedere alla diretta osservazione e alla spiritualità è molto radicale, perché molte, troppe, religioni si fondano non sull’insegnare agli allievi a essere direttamente spirituali, ma sul persuaderli a fidarsi dell’intermediazione, dell’intercessione di ministri, di preti, di guru. Il grosso problema con un siffatto approccio consiste nel creare dipendenza nelle persone e non di sviluppare l’indipendenza, il reale sviluppo interiore. Si crea così di fatto l’impossibilità di avere accesso diretto allo spirito.
L’esempio degli allievi taoisti in viaggio ti mostra una realtà molto diversa: se vuoi vedere e assorbire il Tao, la forza che scorre e permea l’intero universo, hai solo bisogno di aprire gli occhi, di osservare, di scrutare le cose, la realtà con «una serena distanza, per non esserne immediatamente coinvolto». Per sviluppare la saggezza, espandi la tua capacità di meraviglia: l’arte magica di vedere. Questo è il significato del carattere cinese del grande occhio sopra una persona che cammina, che si è messa in viaggio. Nella consapevolezza che
chi osserva non reagisce, ma agisce.
Mentre chi reagisce, non osserva e patisce.
Ora l’anziano taoista si è seduto su una roccia. Silenzioso. In quiete attesa.
Nel prossimo articolo avrà altre cose da mostrare…
Gianluca Magi
Vis nulla :: Visio tota :: Spiritus indicat
(Nessuno sforzo, ma chiara visione di ciò voglio ottenere secondo le indicazioni dello spirito)
Gianluca Magi tiene Workshop del “Gioco dell’Eroe” in varie città italiane. Elenco aggiornato dei corsi e seminari su www.giocodelleroe.it
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