Le Finestre dell'Anima
di Guido Brunetti indice articoli
Dall'età dell'amore all'età dell'odio e dell'invidia
Di Anna Gabriele - Gennaio 2017
La stampa mostra sempre di più la crescente tendenza nella nostra vita quotidiana a comportamenti caratterizzati da rancore, insulti, risse e aggressioni, soprattutto sul web.
Come valutare questo preoccupante fenomeno? Lo abbiamo chiesto al professor Guido Brunetti, autore di libri e saggi che spaziano nei più diversi campi delle neuroscienze, della psichiatria e della psicoanalisi.
“Gli esseri umani - afferma il nostro interlocutore - sono una combinazione di amore e odio, bene e male, egoismo e altruismo, miseria e nobiltà. E’ un processo dialettico tra passioni disgregatrici (odio) e passioni aggreganti (amore), un dualismo perenne tra pulsioni di vita (eros) e pulsioni di morte (thanatos). Fatto che è alla base della nostra esistenza. L’odio è un sentimento che accomuna - scrive D’Annunzio - due creature umane. ‘Odio e amo: perché? Non so, ma - aggiunge Catullo - so che è così, e ne sono torturato’.
“L’odio dilaga sul web, sulla stampa e in politica, favorendo un processo di imbarbarimento contraddistinto da violenza, odio disinibito, rabbia senza ritegno, impulsività, volgarità e turpiloquio. Un’aggressività insolente, una ferocia senza precedenti, una rabbia che taluni hanno definito ‘animalesca e barbara’.
“E’ il comportamento di milioni di anonimi rancorosi, i quali sui social network attraverso un tripudio di odio, razzismo, omofobia e sessismo - spiega Brunetti - avvelenano la coscienza, in particolare quella dei bambini e dei più fragili mentalmente, incitando alla violenza verbale e fisica. E’ un fenomeno definito ‘bullismo di massa, risentito, feroce, spregiudicato, senza freni e senza distinzioni sociali e culturali’. E’ un odio contagioso, che si estende in quasi tutti i settori della vita quotidiana. Tutti sintomi di un degrado sociale e morale dell’individuo e della società”.
Il culmine della malvagità sui social è stato finora raggiunto con il malore e l’operazione del presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, una vicenda che ha scatenato sulla Rete la follia di chi dietro l’anonimato auspicava la sua morte tra sofferenze indescrivibili. Sempre sui social, una moltitudine di individui frustrati ha sfogato la sua disumanità, esultando per la morte di un grande medico, l’oncologo Umberto Veronesi.
“Sembra al tramonto l’era della ragione, del vivere civile, del rispetto, dell’autocontrollo, dell’educazione, con l’infausta prospettiva - precisa Brunetti - di un lento passaggio dall’era dell’amore all’era dell’odio”.
Professor Brunetti, quali sono le cause scientifiche di questi sentimenti?
“Sono sentimenti emozionali ancestrali, che hanno complesse radici neurobiologiche e che possono condurre ad azioni dannose, distruttive e autodistruttive. Sono emozioni regolate da alcune regioni cerebrali e da delicati sistemi neuronali.
Tra gli esseri umani, ci sono egocentrici, narcisisti, sociopatici e psicopatici. Ci sono soggetti che hanno il piacere patologico di danneggiare gli altri e godono in modo perverso nel farlo (in tedesco schadenfreude).
Un dato importante che emerge dalla ricerca neuro scientifica è che il sistema dell’odio e della collera esiste in tutti i cervelli dei mammiferi. Un’esperienza apparentemente universale. Più comprendiamo i meccanismi neurobiologici che sono alla base di questi sentimenti più comprendiamo queste passioni, le quali spesso sono all’origine del caos che si manifesta nella vita familiare e nella società. Passioni che sono diventate un problema rilevante anche dal punto di vista psichiatrico”.
Quali conseguenze possono comportare questi stati emotivi?
“Manifestare sentimenti di odio, invidia e aggressività implica serie conseguenze biologiche e mentali. Il corpo si riempie di ormoni dello stress, la pressione sanguigna aumenta e il sistema immunitario s’indebolisce. In questi soggetti, si può sviluppare una complessa sindrome psichiatrica, come ansia, depressione, stress, frustrazione, aggressività e sentimenti di colpa.
Ci troviamo di fronte a una pulsione irrazionale e cieca, a una carica istintuale distruttiva e autodistruttiva, che si alimenta continuamente di calunnia, maldicenze e malvagità di ogni genere. Il rancore è il sintomo di un sentimento d’inferiorità. Molti mostrano di avere carità, ma la malvagità sta agguata sotto, perché gli uomini - sostiene J. Conrad - sono capaci di ‘qualsiasi malvagità’. Sta di fatto però, che danneggia se stesso chi - rileva Esiodo - danneggia altrui, e l’azione maligna reca danno soprattutto a chi l’ha eseguita”.
Ci sono storie antiche in questo campo?
“La Bibbia è piena di storie di rancore e invidia. Gli esempi biblici evocano innumerevoli altri modelli presenti in letteratura, in psicoanalisi e nella nostra lunga attività clinica nella cura delle malattie mentali.
Per molti pazienti, vincere l’odio e l’invidia significa creare in se stessi una sensazione di liberazione, uno stato di sedazione, di tranquillità dello spirito. E’ un cammino ascensionale sostenuto dalla potenza del neocervello e dall’anima accesa da èros, dall’amore del bello e del vero”.
Che cosa fare?
“Per neutralizzare questi sentimenti negativi, occorre - conclude il professor Brunetti - realizzare modelli educativi e comportamentali che possano recuperare i sistemi morali, a partire dall’infanzia. E’ fondamentale trasmettere valide strutture morali e adeguati valori, come il rispetto della vita (uomini, animali e cose), del vivere insieme, dell’onestà, della verità e della giustizia. In mancanza si queste strutture etiche, tutto diventa lecito, incrementando in tal modo la violenza e la malvagità.
Che la civiltà occidentale lasci perdere la dimensione umana (l’umanesimo), privandosi così del futuro è, d’accordo con altri autori, un crimine, la morte della storia”.
Anna Gabriele
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