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Filosofia Quantistica e Spiritualità di Ulrich Warnke

FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità

La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.

 

 

Capitolo 3 - Dicembre 2014

Materia, energia e vuoto nel corpo umano

 

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3.3 "L'oceano delle infinite possibilità", sorgente del divenire

 

“Nell’oceano delle infinite possibilità” non esistono né masse, né forze e nemmeno tempo, perché sia le forze che il tempo traggono origine dalle masse e le masse sono tutte quelle strutture soggette alla forza di gravità come p.es. i nuclei degli atomi e gli elettroni. Quest’oceano si situa dunque nel vuoto fisico che per definizione è privo di massa. Nel vuoto non esistono né nuclei atomari, né tanto meno elettroni quali particelle.

Lo spazio privo di massa del nostro corpo scorre fluido nello spazio identico dell’aria che ci circonda, raggiunge l’atmosfera terrestre, e alla fine il cosmo e da lì l’infinità dell’universo. Tutto insieme forma il campo base di cui abbiamo già riferito. Questo campo è quindi presente in ognuno degli atomi del mio fisico (tra nucleo ed elettroni) come anche tra gli stessi atomi e quindi tra gli elettroni che assieme agli atomi formano le molecole. Questo campo e del tutto identico con quello che attraversa, percorre l’universo. Il campo base è infinito ed eterno.

Se noi siamo quasi completamente il prodotto di questo campo, vogliamo naturalmente sapere cosa si nasconde in esso, cosa ne possiamo fare, e come utilizzarlo.

Questo campo è esente di masse, ma in compenso colmo di energia e informazione impossibile da immaginare, sebbene solo come possibilità e quindi virtuale, descrivibile matematicamente come funzioni oscillanti che si sovrappongono. E poiché noi, anche se in forma ridimensionata, evidentemente corrispondiamo con questo campo dal nome scientifico “Campo Psi” o “Campo del punto zero”, gli scienziati parlano anche di un pieno immaginario (Psi) di funzioni oscillanti cariche di energia e informazione. Le funzioni Psi valgono non solo per gli elettroni e i nuclei degli atomi, ma anche per molecole, cristalli e appunto per tutte le parti che compongono la materia. Lo Psi in sé non si lascia osservare e in assenza di distorsioni è alternativo a spazio e tempo, quindi non causale (esente da curvature spaziali). Psi al quadrato sta per intensità e campo di probabilità dimostrabile (vedi anche funzioni d’onda). Indica, secondo le esperienze, la probabilità della presenza di una particella energetica in un posto preciso in un momento specifico.

Il vuoto di una lampada elettrica a filamento contiene secondo Wehler, un pioniere della fisica quantistica, tanta energia da portare ad ebollizione tutte le acque dei mari presenti sul pianeta terra.

Nel campo del vuoto giacciono energia e informazione quali funzione d’onda codificata priva di spazio e tempo, capace come tale di propagazione infinita e istantanea e quindi ad ogni istante universale. Schrödinger a cui fa capo la funzione d’onda, la chiama “Sapere”. In riferimento, possiamo contrassegnare l’universo come campo del “Sapere”.

Questo campo ha di conseguenza le caratteristiche seguenti: l’informazione viene immagazzinata, riconosciuta, memorizzata, utilizzata intelligentemente (finalizzata), accoppiata a senso e valore, e poi elaborata complessivamente con una consapevolezza che permette di fare esperienza. Questo campo si potrebbe senz’altro definire “spirito universale”.

Quale quadro complessivo difficile da accettare, risulta il seguente assunto: Il campo d’informazione universale può essere strutturato attraverso la locale attività mentale dell’individuo. L’uomo attinge continuamente dal vuoto energia/informazione ed emette onde di un campo elettrico con componenti longitudinali oltre a parti di energia oscura, e con esse manovra una energia “informazionale” sulla terra intera. Queste onde si accoppiano sia con altra materia e sia all’energia/informazione del vuoto.

Tutti gli eventi biologici e fisici portano il marchio del campo energetico del vuoto e il pensiero umano può influenzare direttamente strutture spaziali di aggregati molecolari e apparecchi di controllo. In quest’ultimo caso il processo di misurazione perde la propria obiettività.

Noi come organismi siamo comunque in grado di estrapolare una parte infima di energia e informazione da questo campo. Facciamo tuttavia uso di questa “fase di piena” per scambiare informazioni. Come lo facciamo? Siamo in grado di intensificare questo scambio? Possiamo scaricare informazioni dal pieno?

Il premio Nobel Erwin Schrödinger nel 1956, in occasione di una lezione al Trinity College di Cambridge, disse: “Il nostro modo di pensare attuale necessiterebbe di una piccola trasfusione sanguigna del patrimonio intellettuale orientale”.

Dal punto di vista della cultura orientale la realtà consiste in quello che è contenuto nel vuoto cosmico, universale. Il vuoto costruisce, crea il mondo. Vecchie tradizioni originarie dell’India parlano in termini fisici corretti della potenzialità del “grande vuoto” capace di produrre una miriade di oggetti di forme e contenuti i più diversi.

Nel Buddismo tibetano il grande vuoto è “Quello che contiene tutto, non accessibile ai sensi, quello che quale infinito grembo materno del cosmo partorisce ogni forma, la nutre e racchiude in sé, dove la luce scorre eterna senza mai andare smarrita”.

Il vuoto viene definito come l’assenza di ogni normativa, di ogni disciplina che Budda designò “l’indeterminato, non germinato, non concepito, esente da forma” (sunyata o ston-pa-nid in tibetano).

Anche secondo la fisica quantistica il mondo sboccia dal nulla, dal vuoto. Tutto viene fuori dal nulla e prende un aspetto di verità effettiva. Ma effettiva si avvicina a effetto, efficienza e così sorge, si sviluppa la materia efficiente e con essa la realtà obiettiva. Un qualcosa esiste solo e durante il tempo che fa sentire il suo effetto.

Secondo la tradizione orientale, l’origine ha le proprietà seguenti:

a) È una unità assolutamente amorfa.

b) Non può fuoriuscire da se stessa.

c) Si differenzia.

 

Nel Buddismo si distinguono tre corpi (Kayas):

  1. Dharma-kaya (il corpo dell’ordine immenso), un tutto amorfo, creativo senza limiti e da cui prendono origine tutte le cose.

  2. Sambhoga-kaya (il corpo dell’entusiasmo) l’immediato, durevole balenare di energia dal fondo del vuoto.

  3. Nirmana-kaya (il corpo della trasformazione) l’incessante addensarsi di energia esteriorizzata nella forma (la materia).

Quanto elencato corrisponde nei dettagli alla realtà secondo le cognizioni della quantistica. In effetti il campo di fondo offre ben più che probabilità e possibilità. Vengono ripetutamente liberate per brevi istanti quantità di energia anche concrete, esattamente come descritto nel Sambhoga-kaya. Quando questa energia entra in risonanza con la materia viene trattenuta quale forma: Nirmana-kaya. Altrimenti ricade “nell’oceano delle infinite possibilità” e la legge della conservazione dell’energia è rispettata.

“La realtà intera trae origine da uno stato indifferenziato del nulla originario, un sottofondo tanto importante quanto il silenzio per la parola” (da un proverbio dal Taoismo).

 

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