Filosofia della Medicina
di Federico E. Perozziello
“…e il dottor Rieux, guardando il golfo, pensava ai roghi di cui parla Lucrezio, innalzati davanti al mare dagli Ateniesi, ai tempi del morbo. Vi si portavano i morti durante la notte, ma il posto mancava e i vivi si battevano a colpi di torce per mettervi coloro che gli erano stati cari, sostenendo lotte sanguinose piuttosto che abbandonare i cadaveri. Si potevano immaginare i roghi rosseggianti davanti all’acqua tranquilla e scura, i combattimenti di torce nella notte crepitante di scintille e gli spessi vapori velenosi che salivano verso il cielo intento…
Ma una tale vertigine non reggeva davanti alla ragione. E’ vero che la parola «peste» era stata pronunciata, è vero che in quello stesso minuto il flagello scuoteva o abbatteva una o due vittime. Ma insomma, lo si poteva fermare. Quello che bisognava fare era riconoscere chiaramente quello che doveva essere riconosciuto, cacciare infine le ombre inutili e prendere le misure necessarie.
Poi la peste si sarebbe fermata, in quanto la peste non la si concepiva falsamente. Si fermava ed era la cosa più probabile, tutto sarebbe andato bene. Nel caso contrario, si sarebbe saputo che cosa fosse e se non vi fosse modo di adattarvisi prima per vincerla poi. Il dottore aprì la finestra, il brusio della città si accrebbe all’improvviso. Da un’officina poco distante saliva il sibilo breve e ripetuto d’una sega meccanica. Rieux si scosse: ivi era la certezza, nel lavoro d’ogni giorno. Il resto era appeso a fili e movimenti insignificanti, non ci si poteva fermare. L’essenziale era di far bene il proprio mestiere…”
Da Albert Camus, La peste, trad. italiana di B. Dal Fabbro, Firenze, 1959
La filosofia è strettamente legata al percorso ideologico e pratico della medicina. Entrambe ospitano, nei loro desideri e aspettative, l’indagine sulla figura e la condizione umana. Entrambe desiderano la soluzione di problemi insolubili, di spostare un poco più in là i confini della conoscenza per consolidare la fragile sicurezza dell’esistere. Una tensione e un lavorio senza fine, consapevoli ambedue, il filosofo e il medico, della precarietà, che si stende come un orizzonte onnipresente davanti alle azioni e ai pensieri dell’uomo.
La complessità del mondo della medicina contemporanea richiede la presenza di operatori preparati e consapevoli delle motivazioni di fondo e dei fattori costitutivi che hanno contribuito, nel tempo, a formare la realtà della medicina moderna. La preparazione culturale interdisciplinare su argomenti di filosofia, storia, logica e scienze umane applicati alla medicina, consente di affrontare con maggiore serenità e compassione le problematiche di lavoro quotidiane e di immaginare soluzioni per i problemi del presente e del futuro prossimo.
Tuttavia, questo tentativo di ricomprendere nello studio dell’uomo molti aspetti del suo essere anche un artefice di idee, oltre che un oggetto di cure, necessita di diffondere in un pubblico il più vasto possibile la visione di una medicina non solo tecnica, magari più limitata e dolorosa nel riconoscersi tale, ma capace di investigare più a fondo sulla natura dell’uomo, per cercare soluzioni oltre la gabbia della sola ragione.
Federico E. Perozziello
Indice articoli
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07) Neuroscienze e mente umana (Terza parte)
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06) Neuroscienze e mente umana (Seconda parte)
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05) Neuroscienze e mente umana (Prima parte)
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01) Dove si spiega perché Filosofia e Medicina non si possono separare
Sono nato a Milano nel 1954, l'anno della scalata al K2 e della morte di Alcide de Gasperi. Una Milano in cui esisteva ancora la nebbia e la religione del lavoro, a metà strada tra una specie di calvinismo padano e la tolleranza tutta cattolica di girare il viso dall’altra parte per non essere coinvolti. Ho frequentato il Liceo "G. Berchet", dovendo purtroppo decidermi, a malincuore, a prendere la maturità classica nel 1972, dal momento che forse sarebbe stato bello rimanere studente a vita.
Indeciso tra Filosofia e Medicina, ho finito per dedicarmi provvisoriamente alla seconda, senza dimenticare, in un angolo non troppo nascosto e non troppo inconscio dell’encefalo, la prima. Da medico ho cercato di conciliare l'interesse per l'approfondimento culturale, difficile in tutte le professioni tecniche, con la capacità d'intervenire in modo concreto sui bisogni dell'individuo. Amo la professione del medico e ritengo di avere continuato a professarla perché le ragioni del mio interesse per le Scienze Umane in genere non sono mai venute meno.
Ecco in breve i miei riconoscimenti accademici, che serviranno ai ventisei lettori canonici a farsi un’idea più precisa di me:
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Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Milano nel 1979;
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Specializzazione in Pneumologia, Università degli Studi di Pavia nel 1985;
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Specializzazione in Chemioterapia Università degli Studi di Milano nel 1989;
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Laurea in Storia Medievale, Università degli Studi di Milano, nel 2001.
Oltre all'attività clinica, con il trascorrere del tempo ed inseguendo invano qualche certezza, ho cercato di approfondire le tematiche relative alla Storia della Medicina, per interessarmi in seguito alla Filosofia della Scienza, con particolare attenzione agli aspetti epistemologici, politici, economici e sociali del rapporto tra uomo e malattia.
Dal 2004 al 2009 ho ricoperto l'incarico di prof. a contratto di Logica e Filosofia della Scienza presso l'Università degli Studi di Milano e dal 2010 insegno anche Antropologia presso l'Università degli Studi dell'Insubria di Varese.
Nel 2010 sono stato finalista al Premio Albingaunum 2010 di Albenga e nel 2011, sempre per la saggistica, ho vinto il Concorso Letterario Mario Pannunzio 2011 di Torino.
Ho scritto: Sulla condizione umana. Riflessioni mediche e antropologiche Mattioli 1885 editore, 2014.
Esasperato dal dominio assoluto della statistica in campo medico, ho cercato di chiarire a me stesso e a qualche altro curioso cosa avesse spinto gli uomini a combattere contro la malattia e la morte e come questo desiderio di sopravvivenza per sé e per gli altri si sia evoluto e modificato con il trascorrere dei secoli. Ne è scaturita una Storia del Pensiero Medico in quattro volumi, a cui ho dedicato circa dieci anni della mia vita e che probabilmente non ho ancora terminato di scrivere e che forse non finirò mai.
Storia del pensiero medico in IV volumi tutti editi da Mattioli 1885.
- I volume:
Le origini: l'antichità e il Medioevo
- II volume:
Il rinascimento, la nascita della scienza nuova e il secolo dei lumi
- III volume:
Dal positivismo al circolo di Vienna. La nascita della medicina moderna (1815-1924)
- IV volume:
Dalla psicoanalisi al codice genetico. Le risposte senza domande
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Alessio I Comneno un imperatore bizantino
Id 9303779 © Federico E. Perozziello, 2010
Il Tabacco storia botanica farmacologia e metodi per smettere di fumare
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