Esperienze di vita Indice
Racconto di vita
Ciò che voglio raccontare è l'esperienza della più grave perdita che ho subito. Sono già passati 5 mesi da quel terrificante settembre, come corre via il tempo, eppure il ricordo di colui che fu mio fratello è più che mai vivo in me ed invero ne sono contenta. tale era l'importanza del rapporto che c'era tra noi, tale la profondità, che trovo normale affermare che l'anima sua vivrà per sempre custodita dentro la mia. è vero, lui è morto (ancora tremo mentre scrivo questa parola) ma so per certo che la mia forza non cesserà di farlo vivere. fisicamente lontano da me, lassù nel cielo, al riparo da ogni terreno male, da sofferenze ed inganni, dai disagi del nostro tempo, lui mi guida e mi ama. il filo che per 22 anni (questa la sua età) ci ha tenuto legati non si è rotto. mai ho smesso di sorridere riportando la memoria alle mille e più esperienze vissute insieme. la più viva risale a poche settimane prima che lasciasse il suo corpo per volare via. era l'ultimo week-end di agosto, entrambi avevamo già trascorso le vacanze al mare ed eravamo tornati a Roma per dedicarci agli studi. ma decidemmo di chiudere in bellezza l'estate, andando a trascorrere 2 giorni nella casa di campagna della nostra famiglia. R. specialmente era affezionato a quel luogo, tanto che tempo dopo, decise che doveva essere proprio lì il posto giusto per lasciare la sua vita. furono giorni meravigliosi quelli passati in sua compagnia, che per me era speciale. mi sentivo libera di parlare con lui di qualsiasi cosa, gli raccontavo spesso delle mie paranoie riguardo l'amore e la vita di coppia (nonostante fosse di un anno più giovane di me, lo ritenevo certamente più esperto), poi ascoltavo con interesse ciò che mi consigliava. ridevamo molto, forse, chissà, anche per l'effetto delle birre ghiacciate che ci scolavamo la sera davanti al caminetto. mi sentivo rilassata; non sono mai stata sciolta nei rapporti umani, il mio carattere introverso e la mia spiccata timidezza, mi impedivano di farmi sentire a mio agio con gli altri. ma non così era con lui, so di aver perso tanto, troppo, ed in che modo. credo che fosse diverso dai coetanei, mal volentieri usciva con i vecchi
compagni di scuola; trascorreva il suo tempo a casa, probabilmente dove si sentiva più protetto, accettato ed amato; amava la compagnia di nostro zio, era il suo migliore amico e posso capire il perché, è una persona eccezionale. adorava, a sera, guardare film con papà e mamma, di giorno sistemare la sua macchina; l'ho tenuta, anche se non la uso spesso, ma è talmente bella; una mini d'epoca, come ormai non se ne vedono più. ogni giorno aveva bisogno di qualche lavoretto, l'ultima idea era stata quella di ridipingerla, tutta rosso-fuoco, col tettino nero. mamma mia come mi manca il suo sorriso, non mi stanco di sfogliare il book di fotografie, nonostante io le conosca a memoria; come mi manca la sua voce che di mattina mi chiamava per portargli il caffè; per me era un bel momento, volentieri facevo la prima pausa dallo studio, preparavo il caffè ed insieme lo sorseggiavamo in camera mia, chiacchierando. l'ho perduto troppo presto, tanti dubbi aleggiano tutt'ora dentro di me. perché ha deciso una cosa tanto grave senza mai darmi un segnale della sua sofferenza interiore? (solo ora evidente per me) l'ultima volta che l'ho visto era il 12 settembre a cena. ma solo il 17 venni a conoscenza di quanto era successo. due signori, passeggiando alla ricerca di funghi in un bosco vicino quei luoghi, già menzionati, che lui amava tanto, lo trovarono, senza vita, nella sua auto. mai mi sarà possibile capire da dove gli venne quel coraggio, quella determinazione la forza per compiere la sua scelta; mi sforzo di immaginare la scena, le operazioni compiute con lucidità (?) per collegare il tubo di scappamento con l'abitacolo; e l'anima sua che a poco a poco, senza che ne avesse a soffrire il suo corpo (e lo so per certo... almeno questo) che vola via. ho i brividi, ma ho iniziato a scrivere di ciò per la prima volta ed intendo continuare. tutta la mia famiglia, me compresa, eravamo ancora ignari. non avevo mai smesso di comporre cento volte al giorno il suo numero di cellulare, che risultava perennemente spento, fino alla mattina del 17, quando a rispondere fu un carabiniere. il cuore mi balzò in gola, la voce già tremava, le parole del mio interlocutore non lasciarono in me tracce di dubbio. seguirono momenti allucinanti, tanto che mi è estremamente arduo spiegarli con parole, forse un giorno più lontano ce la farò. il mio primo pensiero fu per mamma. come potevo dirle tutto? quando riunii a casa i miei, una cosa mi fece capire che ce l'avremmo fatta, il lunghissimo, appassionato e dolce abbraccio in cui ci chiudemmo, quasi a volerci sorreggere tra di noi, quasi come se ognuno di noi volesse, con le proprie braccia sostenere il dolore e la disperazione dell'altro. rappresentò un'alleanza, la forza e la nostra determinazione per continuare a vivere.
Silllia - febbraio 2002
Libri pubblicati da Riflessioni.it
RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA 365 MOTIVI PER VIVERE |
|