Esperienze di vita Indice
Non perdiamo d'occhio la felicità quando arriva
di Francesca Colaluce - Ottobre 2024
Quando trascorri le tue giornate per inerzia e arriva come un’ondata una delle notizie che sconvolgerà la tua vita per sempre, tutto prende una piega diversa. Quando una delle persone più importanti della tua vita scopre di avere un brutto male che lo costringe a giorni alterni di dolore estremo e sopportazione, cambia totalmente il tuo modo di vedere il mondo.
Se prima era importante arrabbiarsi perché quell’amico non ti ha risposto al messaggio, ora, di quel messaggio nemmeno si ricorda l’esistenza.
Se prima ci si urlavano contro le peggiori ingiurie solo per futili incomprensioni, ora, quelle futili incomprensioni non si sono mai verificate.
Se prima ci si demoralizzava perché un esame universitario era andato peggio di come ci si aspettava, adirandosi con se stessi per non essere riusciti a prendere il massimo dei voti, ora, quel “massimo” ha perso la sua rilevanza.
Stavo studiavo in camera mia per l’esame di grammatica latina. Mia mamma stava guardando alla TV uno dei suoi programmi televisivi preferiti. Mio papà stava giocando allegramente con il nostro amico a quattro zampe. Tutto proseguiva come “da programma”.
Finché non arriva una chiamata che scombussola inevitabilmente il nostro umore.
Il brutto male ha cosparso ogni parte del corpo di un mio caro parente, che vive ormai le giornate come un pendolo che oscilla tra la sofferenza e la resistenza, a volte spolverandoci qualche risata e battuta delle sue per allievare lievemente la fatica di un periodo che io trovo ingiusto.
In un momento così turbolento, rintanata entro le quattro mura della mia stanza, con la sensazione di sentire per la prima volta il peso dello “scorrere del tempo”, ho riflettuto su alcuni aspetti della vita dell’uomo, che vorrei condividere con voi.
Molto spesso, noi esseri umani ci complichiamo incredibilmente la vita. Passiamo la vita a perderci in conflitti, in rancori, in discussioni (anche e soprattutto con noi stessi) che a volte, con il tempo, diventano insignificanti. Passiamo la vita a pensare che il voto di un esame universitario o di una verifica e/o interrogazione sia più importante del “perché” noi stiamo studiando (questo, ovviamente, si riferisce a me, ma credo che ci si possano rispecchiare in molti) e a volte, con il tempo, quel numero sul libretto non ci dà la completezza che ci aspettavamo.
Ci aggrappiamo, dunque, a torti subiti, parole non dette, momenti sprecati, odio spropositato. Riempiamo la nostra testa di tutto ciò che c’è di disarmonico al mondo, e nel frattempo la vita scorre senza neppure accorgercene.
Raramente capita di fermarci a guardare le cose veramente importanti: quella felicità, vera e autentica, che si presenta in istanti di pura semplicità: in un sorriso dato e ricevuto, in un tenero abbraccio, in una fragorosa risata, in un gentile gesto altruista. Eppure, ci avvediamo di essa solo dopo che è passata, solo dopo che la vita ci costringe a fermarci per riflettere. E a quel punto restiamo con la nostalgia, con il pensiero di tutto quello che avremmo potuto dire, fare…vivere. Rimaniamo così rammaricati per essere stati tremendamente stupidi ad avvinghiarci a episodi della vita così infimi, che ci fanno sentire vuoti e privi di energie. Quando, invece, potevamo rimembrare quelle volte in cui ci siamo sentiti liberi. Quello che ho capito da questa triste vicenda è che non dobbiamo aspettare che sia troppo tardi. Guardiamo le persone che abbiamo accanto, facciamolo per davvero, con gli occhi dell’amore, e non dell’invidia o della gelosia. Ascoltiamo le loro risate, quelle buffe, e ridiamo insieme a crepapelle. Apprezziamo il potere dei piccoli gesti, quelli che scaldano il cuore, sia a noi stessi ma anche a quelli che offriamo agli altri.
E soprattutto, amiamo noi stessi. Rispettiamo i nostri difetti così come i pregi. Crediamo in noi stessi e nelle nostre capacità, senza demoralizzarci se qualcosa non va come avevamo previsto.
Viviamo ogni momento come se fosse l’ultimo, perché quando la felicità bussa alla nostra porta, è nostro compito e dovere accoglierla.
C’è un brevissimo dialogo di un film intitolato List, prodotto dal regista e sceneggiatore Hong Sang-soo, che mi è rimasto impresso nella mente:
“Perché le persone non riescono a vedere le cose belle di fronte a loro?”
“Perché sono convinti di avere sempre tempo”.
Dunque, un mio timido consiglio: non perdiamo di vista l’importanza delle cose che contano. Non perdiamo d’occhio la felicità quando arriva. Perché accorgersene troppo tardi è un rimpianto che non possiamo permetterci di avere.
Francesca Colaluce
Biografia
Francesca Colaluce è una studentessa di Lettere presso l’Università degli studi di Verona.
Libri pubblicati da Riflessioni.it
RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA 365 MOTIVI PER VIVERE |
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