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Esperienze di vita

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Lettera aperta... aborto

di Daniela dalla Sardegna
- settembre 2005

"Sono passati appena 4 giorni... posso dire di star reagendo bene, ma ora, solo ora comincio ad accusare il colpo.
Gl'ormoni cominciano a rarefarsi nel mio sangue e l'umore fluttua...
Non ho rimorsi, ne rimpianti... Ho fatto una scelta col massimo della consapevolezza di ciò che comportava... Ho solo rabbia... Tanta... forse troppa.
Per quello che potevo evitare pretendendo più rispetto per la mia sicurezza e non ho preteso.
Per il male peggiore... l'indifferenza da parte di chi ha afferrato i miei frutti più preziosi e poi mi ha dimenticato.
Per la sensazione che ora forse trovo stupida di sentirmi in dovere di non cedere mai a nessun crollo, a nessun pianto, a nessuna fragilità...
Eppure fragile lo sono... e ora più di prima....
Nella mia vita ne ho passate un po di tutti i colori... Lutti, depressione, casini con una famiglia con la quale non c'è vero dialogo , una famiglia che è più un gruppo di satelliti ognuno per i cazzi suoi che un nucleo compatto e solido... No, io non ho un faro nella notte da seguire quando il buio s'infittisce.
L'unica luce che mi è rimasta è la mia anima, che cerco di curare più che posso con un percorso doloroso che ha attraversato abbandoni e disperazione, cadute, ma continue risalite.
Non mi sento vuota, sebbene questa sensazione sia tra le più comuni in chi abortisce... No, non lo sono... Ma quello che è dentro di me, la parte più profonda è ferita.
Questa parte di me si sente come se l'avessero violentata... come se gli eventi l'avessero scossa in modo immane, come per dirmi.... urlarmi qualcosa.
E ora sono io che urlo... di rabbia, come una lupa ferita, aggressiva contro qualunque attacco, violenta e scomposta... Perché il dolore ti porta a creare attorno a te una difesa a tanti strati... Lotti forsennatamente perché temi per la tua stessa sopravvivenza.
MA ATTENZIONE!NON CERCO COMPATIMENTO! Ho sempre avuto poca dedizione lagrimevole verso chi si piangeva addosso per ogni cavolata... ma perché in loro io vedevo uno specchio dei miei affanni... e detestando loro detestavo me... I miei errori... quando allontani la forza guaritrice della compassione.
Mi sentivo e mi sento quasi disperatamente in dovere di essere risoluta, guerriera, e incrollabile, ma sono scudi, barriere che non ti fanno crescere, che non ti fanno andare avanti.
Per rinascere occorre morire... è una legge universale che esiste dall'inizio dei tempi. Ma per rinascere occorre accettare la morte come un atto indispensabile... Non parlo di suicidio, parlo di morte dei vecchi schemi mentali, delle rigidità e della capacità di abbandonare il desiderio di vendetta, l'odio, la furia e insieme ad esse il macigno della frustrazione e dell'amarezza per il senso di fallimento che un evento come questo da... E vi posso assicurare che non è facile... Richiede il coraggio di attraversare nudi il fuoco della Verità.
Mi rendo conto anche che ci vuole tanto coraggio per non abortire quando si è in una situazione di disagio, ma sono anche convinta ce ne voglia proprio per scegliere consapevolmente di farlo accettandone in toto la responsabilità. Ho accettato il fatto di aver agito in modo che lui non nascesse, ho accettato il fatto che la mia azione ha comportato la sua morte, ho accettato il fatto che è saggio e terribile insieme osservare meditando i miei gesti e viverli... sapendo che avrebbero generato una tempesta.
Se avessi scelto diversamente avrei coinvolto un altro essere umano... Non me la sono sentita. E le ragioni materiali c'entrano sino ad un certo punto... Può essere facile per chi mi osserva solo sulla superficie dirmi che sono stata vigliacca, ma questo non ha alcuna importanza. La gente da continuamente giudizi e non per questo il mondo cambia.
Ora è la mia tempesta... dove ho scelto senza rimpianti di andare per comprendere ancora di più chi sono.
Non chiedo perdono a nessun dio, perché semplicemente nella mia spiritualità io devo essere responsabile dei miei gesti e dei miei pensieri... Dunque l'unica "divinità" cui rendo conto è la mia coscienza, che benché possa sembrare una scelta di comodo, non lo è affatto, perché siamo sempre noi i peggiori giudici di noi stessi.
Ho chiesto perdono a colui che ho salutato, quello si... per sempre?
Chissà... la reincarnazione offre molte sorprese.
Non ho reali rimorsi, solo una grande nostalgia verso il suo piccolo cuore, col quale senza saperlo ho parlato sino alla fine e che ora, potendo, forse mi direbbe...



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