Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino
Il trattato dell'unità
Dicembre 2014
di Muhyi-D-Din Ibn 'Arabi
Muhyi-D-Din Ibn 'Arabi (1165-1240) è il Sommo Maestro del Sufismo.
Ci sono già in rete alcune versioni del suo Trattato dell’Unità, ma niente affatto user friendly. Conservano i termini arabi dove si pensa che la conoscenza del senso da lui attribuito a una data parola possa essere utile, ma per comprenderli è necessario conoscere bene il Corano. Inoltre sono inframmezzate da note che rendono meno scorrevole la lettura, già di per sé difficile.
Quindi ho pensato che forse non era male l’idea di pubblicarne una versione un po' alleggerita.
Daniele Mansuino
Il trattato dell'unità
Di Muhyi-D-Din Ibn 'Arabi
Nel nome di Dio, Misericordioso e Clemente
noi imploriamo il Suo soccorso
Gloria a Dio, la cui Unicità non ha anteriori se non Lui, che è il Primo ; la cui Singolarità non ha dopo se non Lui, che è il Seguente.
Riferendosi a Lui non c’è né prima né dopo, né alto né basso, né vicino né lontano, né come, né cosa, né dove ; né stato, né successione di istanti, né tempo, né spazio, né essere : Egli è l’Unico, il Domatore senza (le condizioni ordinarie de) l’Unicità. Egli è il Singolare senza singolarità. Non è composto di nome e di nominato, perché Egli è il nome ed è Egli il nominato. Non vi è nome se non Lui. Non vi è nominato al di fuori di Lui.
Per questo Egli è detto essere il nome e il nominato. Egli è il Primo senza anteriorità. Egli è l’ultimo senza le condizioni ordinarie della finalità, senza cioè finalità assoluta. Egli è l’Evidente senza esteriorità. Egli è l’Occulto senza interiorità. Ciò che intendo dire è che Egli è l’esistenza sia delle Lettere esteriori, che delle Lettere interiori. All’infuori di Lui non vi è né esterno né interno, e ciò senza che le Lettere mutino per diventare Lui, o che Egli cambi per diventare le Lettere.
Capire bene questo segreto è importante, se no si cade nell’errore di coloro che credono alle incarnazioni della Divinità. Egli non si trova in nessuna cosa e nulla si trova in Lui per un’entrata o un’uscita qualsiasi. In questo modo bisogna conoscerlo, e non per mezzo della scienza, dell’intelligenza, dell’immaginazione, della perspicacia, dei sensi, della visione esterna, della visione interna, della comprensione o del ragionamento.
Nessuno può vederlo, tranne Lui stesso. Nessuno può afferrarlo tranne Lui stesso. Nessuno può conoscerlo, tranne Lui stesso. Da sé Egli si vede. Da sé Egli si conosce. Nessun altro che Lui può vederlo. Nessun altro che Lui può afferrarlo. Il suo velo impenetrabile è la sua propria unicità. Nessun altro che Lui lo nasconde. Il suo velo è la sua esistenza stessa. Egli è velato dalla sua unicità in modo inesplicabile. Nessun altro che Lui lo vede : nessun profeta, nessun santo o angelo.
Suo profeta è Lui stesso. Suo messaggero è Lui stesso . Il suo messaggio è Lui stesso. La Sua parola è Lui stesso. Egli ha convocato il suo essere sé stesso, per suo mezzo, da se stesso verso se stesso, senza intermediario o causalità diversi da se stesso.
Non c’è disparità tra Colui che invia, il Messaggio e il Destinatario del messaggio. La sua esistenza è quella delle Lettere della profezia, non altra. Ciò che non sia Lui non ha esistenza, di conseguenza non può annullarsi.
Perciò il Profeta ha detto : Chi conosce la propria anima, conosce il proprio Signore. Egli ha pure detto : Ho conosciuto il mio Signore per mezzo del mio Signore. Il Profeta di Dio ha voluto far comprendere con queste parole che tu non sei tu, ma Lui ; Lui e non te stesso ; che Egli non entra in te e tu non entri in Lui ; che Egli non esce da te e tu non esci da Lui.
Non che io intenda che tu sei, o che possiedi, questa qualità o quella. Voglio dire che tu assolutamente non esisti e che non esisterai mai, né per tuo mezzo né per suo mezzo, in Lui o con Lui. Tu non puoi cessare di essere, perché non sei. Tu sei Lui e Lui è te, senza nessuna dipendenza o causalità. Se riconosci alla tua esistenza questa qualità, allora conosci Dio, altrimenti no.
La maggior parte degli iniziati dicono che la conoscenza di Dio viene per effetto dell’estinzione dell’esistenza, e della estinzione di questa estinzione. Ora, questa opinione è completamente falsa. In essa è contenuto un errore manifesto. La conoscenza non esige l’estinzione dell’esistenza, o l’estinzione di questa estinzione : perché le cose non hanno nessuna esistenza, e ciò che non esiste non può cessare di esistere. Dire che una cosa ha cessato di esistere, che non esiste più, equivale ad affermare che essa è esistita, che ha goduto dell’esistenza.
Dunque, se tu conosci la tua anima, cioè te stesso, se riesci ha concepire che non esisti, e che pertanto non ti spegni, allora conosci Dio, altrimenti no. Attribuire la conoscenza all’estinzione dell’esistenza e all’estinzione di questa estinzione è un credo idolatra.
Perché se attribuisci la conoscenza all’estinzione dell’esistenza e all’estinzione di questa estinzione, pretendi con questo che ciò che non è Dio possa godere dell’esistenza, il che equivale a negarlo, e tu sei formalmente colpevole di idolatria.
Il Profeta ha detto : Colui che conosce la propria anima conosce il proprio Signore. Non ha detto: Colui che spegne la propria anima conosce il proprio Signore. Se si afferma l’esistenza di un altro non si può più parlare della sua estinzione, poiché non si deve parlare della estinzione di ciò che non si deve affermare.
La tua esistenza è un nulla, e il nulla non può venire aggiunto a qualcosa, sia esso temporaneo o no. Il Profeta ha detto : Tu non esisti ora, come non esistevi prima della creazione del mondo. La parola ora significa tanto l’eternità senza inizio quanto l’eternità senza fine.
Ora, Dio è l’Esistenza dell’eternità senza inizio e dell’eternità senza fine, così come della preesistenza. Questi tre aspetti dell’eternità sono Lui. Se così non fosse, la sua solitudine non sarebbe ; Egli non sarebbe senza associati. Ora, è indispensabile che Egli sia Solo e senza compagno alcuno. Sarebbe Suo associato chi esistesse per se stesso, e non per l’esistenza di Dio. Questi non avrebbe bisogno di Dio e sarebbe di conseguenza un secondo Dio, cosa che è impossibile.
Dio non ha nessun compagno, nessun simile, nessun equivalente. Colui che vede una cosa con Dio, da Dio o in Dio, anche se la fa dipendere da Dio attraverso la Sua Signoria, rende questa cosa associata a Dio, dipendente da Lui per la Signoria. Chiunque pretenda che una cosa può esistere con Dio, che essa estingua la propria esistenza o l’esistenza della propria esistenza, un tal uomo, io dico, è lontano dall’avere la minima percezione della conoscenza della sua anima e di se stesso.
Perché colui che pretende che un altro all’infuori di Lui possa esistere, poi sparisca e si estingua, e si estingua poi la sua estinzione eccetera, un tal uomo si perde in un circolo vizioso, di estinzione in estinzione, indefinitamente. Tutto ciò è idolatria su idolatria, e non ha niente a che fare con la conoscenza. Un tale uomo è idolatra e non conosce nulla né di Dio né di se stesso o della propria anima.
Se si chiede per qual mezzo si arrivi a conoscere la propria anima e a conoscere Dio, la risposta è : la via verso queste due conoscenze è indicata da queste parole : Dio era, ed il nulla con Lui. Egli è adesso quale Egli era.
Se qualcuno dice : io vedo la mia anima diversa da Dio, e non vedo che Dio sia la mia anima, la risposta è : il Profeta vuol significare col termine anima la tua esistenza, ciò che chiami me stesso, e non l’elemento psichico, che si chiama talvolta anima imperiosa o quella che spinge irresistibilmente verso il male, l’anima che rimprovera, la rasserenata, eccetera ; egli vuol significare con anima tutto ciò che è diverso da Dio, come quando ha detto : Fammi vedere le cose come sono, designando con le cose tutto ciò che non è Dio.
Egli ha voluto dire: Fammi conoscere ciò che non è Te, affinché io sappia ed affinché io conosca le cose, se esse sono Te oppure diverse da Te ; sono esse senza inizio né fine, oppure sono state create e dovranno sparire ? Allora Dio gli fece vedere che tutto ciò che non è Lui è l’uomo stesso, e che tutto ciò che non è Lui non ha alcuna esistenza.
Ed egli vide le cose così come sono ; intendo con ciò che egli vide che esse erano l’oggettività di Dio, al di fuori del tempo e dello spazio, al di fuori di ogni attributo.
Il termine le cose si può applicare così all’anima come a qualunque altro oggetto. L’esistenza dell’anima e quella delle cose si identificano nell’idea generale di cosa. Perciò colui che conosce le cose, conosce la propria anima, cioè se stesso ; e colui che conosce se stesso, conosce il Signore.
Perché ciò che tu credi essere diverso da Dio non è altro che Dio, ma tu non lo sai. Lo vedi, ma non sai di vederlo. Dal momento in cui questo mistero sarà stato svelato ai tuoi occhi, che tu cioè non sei altro che Dio, saprai che sei il fine di te stesso, che non hai bisogno di annullarti e che non hai mai cessato di essere, e che mai cesserai d’esistere ; mai, come abbiamo già spiegato.
Tutti gli attributi di Dio sono i tuoi attributi. Vedrai che il tuo esterno è il suo, che il tuo interno è il suo, che il tuo inizio è il suo e che la tua fine è la sua, ciò incontestabilmente e senza nessun dubbio. Vedrai che le tue qualità sono le sue e la tua natura intima è la sua, e ciò senza che tu sia diventato Lui, o che Lui sia diventato te, senza diminuzione o aumento di sorta.
Tutto perisce tranne il Suo Volto, nell’esterno e nell’interno. Il che vuol dire che non esiste nessuno tranne Lui ; che ciò che non è Lui non ha alcuna esistenza, ma è fatalmente perduto, cosicché non rimane che il Suo Volto. In altre parole: nulla è stabile tranne il Suo Volto.
Un esempio : un uomo ignora qualcosa, poi lo apprende. Non è la sua esistenza ad estinguersi, ma soltanto la sua ignoranza : la sua esistenza permane, essa non è stata scambiata contro quella di un altro ; l’esistenza del conoscente non è venuta ad aggiungersi all’esistenza dell’ignorante ; non è avvenuta nessuna mescolanza di queste due esistenze individuali ; non è che l’ignoranza ad essere stata abolita.
Non pensare dunque che sia necessario estinguere la tua esistenza, perché ti veleresti con questa stessa estinzione, diverresti tu stesso velo di Dio. Siccome in questo caso il velo è qualcosa di diverso da Dio, ne conseguirebbe che altri che Dio possa vincerlo spingendo i suoi sguardi verso di Lui, il che è errore e fraintendimento grave : abbiamo detto prima che l’unicità e la singolarità sono i veli di Dio, e non altro.
Per questo è permesso a colui che è arrivato alla realtà il dire : Io sono il Divino Vero, oppure : Gloria a me ; quanto la mia eccellenza è grande ! Colui che è arrivato alla realtà non può essere arrivato ad un grado così sublime senza aver visto che i suoi attributi sono gli attributi di Dio, e che il suo intimo essere è l’essere intimo di Dio, senza nessuna trasformazione di attributi o transustanziazione d’essere intimo, senza nessuna entrata in Dio o uscita da Lui. Egli vede che non si annienta in Dio e che nemmeno persiste con Dio. Egli vede che la sua anima non esiste affatto, e non la vede come qualcosa di esistito che poi si sia estinto ; ma vede che non c’è né anima né esistenza salvo la Sua.
Il Profeta ha detto : Non insultate il secolo, perché esso è Dio. Egli ha voluto dire con queste parole che l’esistenza del secolo è l’esistenza di Dio. Egli è troppo elevato per avere un associato, un simile o un equivalente qualsiasi.
Il Profeta ha detto : Dio dice : Mio servitore ! Ero ammalato e tu non mi hai visitato ; avevo fame e tu non mi hai dato da mangiare ; ti ho chiesto l’elemosina e me la hai rifiutata. Egli ha voluto intendere che era Lui il malato ed il mendicante. Come il malato ed il mendicante possono essere Lui, così tu e tutte le cose della creazione, accidenti o sostanze, potete essere Lui. Se si scopre l’enigma di un solo atomo si può conoscere il mistero di tutta la creazione, quella interiore e quella esteriore.
Vedrai che Dio non soltanto ha creato ogni cosa, ma vedrai pure che, così nel mondo invisibile come nel mondo visibile, non vi è che Lui, perché questi due mondi non hanno esistenza propria. Vedrai che Egli non è soltanto il loro nome, ma anche Colui che dà loro il nome e Colui che è nominato, e nello stesso tempo la loro esistenza. Vedrai che Egli non soltanto ha creato ogni cosa una volta per tutte, ma vedrai che Egli è ogni giorno nello stato di Creatore Sublime, per l’espansione e l’occultamento della Sua Esistenza e dei Suoi attributi, al di fuori di ogni condizione intelligibile.
Perché Egli è il Primo e l’Ultimo, l’Esterno e l’Interno. Egli appare nella Sua Unità e si nasconde nella Sua Singolarità. Egli è il Primo per la Sua essenza. È l’Ultimo per la Sua eterna permanenza. Egli è l’esistenza delle Lettere del Primo e dell’Ultimo ; dell’Interno e dell’Esterno, come l’esistenza delle Lettere è Lui. Egli è il Suo nome ; Egli è Colui che è nominato. Poiché la Sua esistenza è fatale, logica e dogmatica, così è fatale la non esistenza di ogni altro diverso da Lui.
Ciò che pensiamo essere diverso da Lui non è, di fatto, una bi-esistenza, perché la Sua Esistenza Propria significa che una bi-esistenza non può esistere, perché altrimenti questa bi-esistenza sarebbe il Suo simile. Ora, qualcosa di diverso da Lui non è, perché Egli, essendo, implica che un altro non possa essere diverso da Lui. Quest’altro sarà anch’esso Lui, senza nessuna differenza esteriore o interiore. Colui che è tale, possiede attributi senza numero e senza fine.
Chi è così qualificato possiede attributi innumerevoli. Come chi muore nel senso comune della parola è separato da tutti i suoi attributi lodevoli o biasimevoli, così colui che muore in senso simbolico è separato da tutti i suoi attributi lodevoli o biasimevoli. Dio, che Egli sia benedetto ed esaltato, è in suo luogo in ogni circostanza. La natura intima di Dio occupa il posto della sua natura intima ; gli attributi di Dio tengono il posto dei suoi attributi.
È perciò che il Profeta ha detto : Morite prima di morire, cioè Conoscete voi stessi prima di morire. Egli ha anche detto : Dio dice : colui che mi adora non cessa di avvicinarsi a me con opere supererogatorie, fino a che io non lo ami ; e quando io l’amo, io sono il suo udito, la sua vista, la sua mano, la sua lingua, eccetera.
Il Profeta vuol dire : Colui che uccide la propria anima, cioè colui che si conosce, vede che la sua esistenza è l’esistenza di Dio. Egli non vede nessun cambiamento nella sua natura intima e nei suoi attributi. Egli non vede alcuna necessità che i suoi attributi diventino di Dio. Perché ha capito che non era lui stesso l’esistenza della propria natura intima, e che era ignorante quanto alla sua stessa natura. Quando prendi conoscenza di quello che sei, ti liberi del tuo dualismo e sai di non essere altro che Dio.
Se tu avessi un’esistenza indipendente, un’esistenza diversa di quella di Dio, non dovresti né cancellarti, né conoscerti. Saresti un Signore Iddio diverso da Lui ; che Dio sia benedetto, non c’è Signore Iddio altro che Lui.
L’interesse della conoscenza di se stessi consiste nel sapere, anzi, nell’avere la certezza assoluta, che la propria esistenza non è né una realtà né una nullità ; ma che non si è, non si è stati e non si sarà mai.
Capirai così chiaramente il senso della formula non c’è dio se non Dio : cioè non vi è altro Dio che Lui, non c’è altra esistenza che Lui, non c’è altro che Lui, non c’è divinità se non Lui.
Se qualcuno obietta : Tu abolisci la Sua Signoria, io rispondo : non abolisco la Sua Signoria, perché Egli non cessa d’essere un Signore magnificante come non cessa d’essere un adoratore magnificato. Egli non cessa d’essere Creatore così come non cessa d’essere creato. Egli è ora quel che è sempre stato. I Suoi titoli di Creatore o di Signore magnificante non sono assolutamente condizionati da una cosa creata o da un adoratore magnificato. Prima della creazione delle cose create Egli possedeva tutti i Suoi attributi : Egli è ora quel che è sempre stato.
Non vi è alcuna differenza, nella Sua unità, tra la creazione e la preesistenza. Il Suo titolo di Esteriore implica la creazione delle cose, così come il Suo titolo di Nascosto o Interiore implica la preesistenza. Il Suo interno è il Suo esterno, così come il Suo esterno è il Suo interno ; il Suo primo è il Suo ultimo, ed il Suo ultimo è il Suo primo; il Tutto è unico e l’unico è Tutto.
Egli è qualificato : Tutti i giorni Egli è in stato di Creatore Sublime ; nessun altro che Lui era con Lui : Egli è adesso quel che è sempre stato. In realtà, nulla che non sia Lui ha esistenza. Quale Egli era, da tutta l’eternità, ogni giorno in stato di Creatore Sublime. Non c’è nulla e nessun giorno, come non c’è nella preesistenza né cosa né giorno, perché l’esistenza delle cose o il loro nulla è tutt’uno. Se così non fosse, sarebbe occorsa la creazione di qualcosa di nuovo, che non sarebbe compreso nella Sua unicità, il che sarebbe assurdo. Il Suo titolo di Unico lo rende troppo glorioso perché una tale supposizione sia vera.
Quando riesci a vedere te stesso così qualificato - senza combinare l’Esistenza Suprema con un oppositore, associato, equivalente o compagno - allora lo conosci quale esso è.
È perciò che il Profeta ha detto : Chi conosce sé stesso, conosce il suo Signore. Egli non ha detto: Colui che estingue sé stesso, conosce il suo Signore. Egli sapeva e vide che nessuna cosa è altro che Lui ; quindi disse che la conoscenza di se stesso è la conoscenza di Dio.
Conosci la tua esistenza ; conosci che in fondo tu non sei tu, ma non lo sai. Sappi che la Sua esistenza non è né la tua esistenza né la tua non esistenza. Sappi che non sei né esistente né nulla, e che non sei altro che esistente o altro che nulla.
La tua esistenza e la tua nullità costituiscono la Sua Esistenza. La sostanza del tuo essere o del tuo nulla è la Sua Esistenza. Dunque, quando vedi che le cose non sono altro che la tua esistenza e la Sua, e quando riesci a vedere che la sostanza del Suo Essere è il tuo essere e il tuo niente nelle cose, senza vedere qualcosa con Lui o in Lui, allora conosci la tua anima.
Ora, conoscere se stesso in tal modo è la conoscenza di Dio al di sopra di qualunque equivoco, dubbio o associazione di una cosa temporanea con l’eternità, senza vedere nell’eternità, o per mezzo di essa o al fianco di essa, altro che l’eternità.
Se qualcuno domanda : Come dunque si opera l’Unione con Dio, giacché tu affermi che non esiste altri che Lui ? Una cosa unica non può unirsi altro che con sé stessa, la risposta è : In realtà non c’è unione né separazione, così come non c’è allontanamento né avvicinamento. Non si può parlare d’unione che tra due, e non quando si tratta di un’unica cosa. L’idea di unione o di arrivo comporta l’esistenza di due cose, analoghe o no. Analoghe, esse sono simili. Se non sono analoghe, esse si oppongono. Ora, Dio - che Egli sia esaltato - non ha simili né rivali, né è affetto da opposizioni. Ciò che ordinariamente si chiama unione, prossimità o allontanamento, non è affatto tale : è l’unione senza unificazione, l’avvicinamento senza prossimità e l’allontanamento senza nessuna idea di vicinanza o di lontananza.
Se qualcuno domanda : Che cos’è la congiunzione senza congiunzione, la prossimità senza prossimità, o l’allontanamento senza allontanamento ?, la risposta è : io intendo dire che, nello stato che tu chiami vicinanza a Dio, tu non sei altro che Lui, che Egli sia esaltato. Tu non eri altro che Lui, ma non conoscevi te stesso ; non sapevi che eri Lui e non te. Quando arriverai a Dio, cioè quando conoscerai te stesso senza le lettere della conoscenza, conoscerai che sei Lui, e che non sapevi prima se eri Lui o no.
Quando la conoscenza ti sarà giunta, saprai che hai conosciuto Dio per mezzo di Dio, e non da te stesso. Facciamo un esempio : supponiamo che tu non sappia che il tuo nome è Mahmud, o che devi essere chiamato Mahmud, perché il vero nome e colui che lo porta sono in realtà identici. Ora, tu immagini di chiamarti Muhammad ; ma, dopo un po’ che rimasto nell’errore, finisci per sapere che sei Mahmud e che non sei mai stato Muhammad.
Tuttavia la tua esistenza continua, ma il nome Muhammad ti è stato tolto ; questo è successo perché hai saputo che sei Mahmud e che non sei mai stato Muhammad. Tu non hai cessato di essere Muhammad per estinzione di te stesso, perché il cessare di esistere presuppone l’affermazione di un’esistenza antecedente.
Ora, chi affermi una qualunque esistenza oltre la Sua, dà un associato a Lui - che Egli sia benedetto e che il Suo nome sia esaltato. Mahmud non ha perduto mai nulla. Muhammad non ha mai vissuto in Mahmud, non è mai entrato in lui o uscito da lui. E lo stesso vale per Mahmud in rapporto a Muhammad. Appena Mahmud si è accorto di essere Mahmud e non Muhammad, egli si conosce di per se stesso, non in grazia di Muhammad. Questi non esisteva; come avrebbe potuto informarlo di qualche cosa ?
Dunque Colui che conosce e Ciò che è conosciuto sono identici, così come sono identici Colui che arriva e Ciò a cui si arriva, Colui che vede e Ciò che è visto.
Colui che sa è Suo attributo ; Ciò che è saputo è la Sua essenza o natura intima. Colui che giunge è il suo attributo ; Ciò a cui si arriva è la sua essenza.
Ora, la qualità e ciò che la possiede sono identici. Questa è la spiegazione della formula Colui che si conosce, conosce il proprio Signore. Chi afferra il senso di questa similitudine comprende che non vi è né unione né separazione. Egli capisce che Colui che sa è Lui, e che Ciò che ha saputo è ancora Lui. Colui che vede è Lui ; Ciò che è visto è ancora Lui. Colui che arriva è Lui ; Ciò a cui si arriva nell’unione è anch’esso Lui. Nessun altro che Lui può congiungersi a Lui o arrivare a Lui. Nessun altro che Lui si separa da Lui. Chiunque possa comprendere ciò, è completamente immune dall’idolatria.
La maggior parte degli iniziati che credono di conoscere il loro Signore, e che si immaginano di sfuggire ai legami dell’esistenza, dicono che la Via non è praticabile, o neppure visibile, se non per l’estinzione dell’esistenza e per l’estinzione di questa estinzione. Costoro dogmatizzano così perché non hanno affatto compreso la parola del Profeta, che Dio preghi su di lui e lo saluti.
Poi, volendo rimediare all’idolatria, hanno talvolta parlato dell’estinzione dell’esistenza, e tal altra dell’estinzione dell’estinzione ; talvolta della cancellazione e tal altra della sparizione. Ma tutte queste spiegazioni equivalgono a pura e semplice idolatria : poiché chiunque affermi che esiste qualcosa fuori di Lui che in seguito si estingue, oppure parla dell’estinzione dell’estinzione di questo qualcosa - un tal uomo, diciamo, si rende colpevole di idolatria, per la sua affermazione dell’esistenza, presente o passata, di un altro che non sia Lui. Che Dio - il Suo nome sia esaltato - lo conduca, e conduca anche noi, sul sentiero della verità.
Versi :
Pensavi di essere te
Ma tu non sei e non sei mai stato.
Se tu fossi stato te, saresti il Signore, secondo di due !
Abbandona questa idea
Perché non c’è nessuna differenza tra voi due, quanto all’esistenza.
Egli non è diverso da te e tu non sei diverso da Lui.
Se per ignoranza dici che sei diverso da Lui
Sei di animo grossolano.
Quando la tua ignoranza cesserà, ti affinerai,
Perché la tua unione è la separazione
E la tua separazione è la tua unione
Il tuo allontanamento è un avvicinarsi,
E il tuo avvicinarsi una partenza.
È così che diventerai migliore.
Cessa di fare dei ragionamenti, e comprendi con la luce dell’intuizione,
Senza di che, ti sfuggirà ciò che irraggia da Lui.
Guardati dall’attribuire compagni a Dio,
Perché ti avviliresti, e ciò a causa della vergogna degli idolatri.
Se qualcuno dice : Tu pretendi che la conoscenza di te stesso sia la conoscenza di Dio, che il Suo nome sia esaltato ; ma l’uomo è diverso da Dio, anche quando conosca se stesso - ora, chi è diverso da Dio come può conoscerlo ? Come può arrivare fino a Lui ?, la risposta è : Chi conosce sé stesso, conosce il proprio Signore .
Sappi che l’esistenza di un tal uomo non è la sua né quella di un altro ma quella di Dio ; senza che la sua esistenza entri in Dio, esca da Lui, sia parallela alla Sua o in Lui risieda. Ma egli vede la sua esistenza tal quale essa è : n iente è diventato che non sia già prima esistito, e niente cessa di esistere per cancellazione, estinzione o estinzione di una estinzione.
L’annientamento di una cosa implica la sua esistenza anteriore. Pretendere che una cosa esista di per sé, significa credere che questa cosa si è creata da sé, che essa non deve al sua esistenza alla potenza di Dio, il che è assurdo agli occhi e agli orecchi di tutti.
Devi notar bene che la conoscenza che possiede colui che conosce sé stesso è la conoscenza che Dio possiede di Se Stesso ; perché Egli non è altro che Lui.
Il Profeta, che Dio preghi su di lui e lo saluti, ha voluto significare con sé stesso l’esistenza stessa. Per chiunque è arrivato a questo stato di conoscenza, il suo interno e il suo esterno non sono altro che l’esistenza di Dio e la parola di Dio ; la sua azione è quella di Dio, e la sua pretesa di conoscere se stesso è la pretesa alla perfetta conoscenza di Dio. Tu senti la sua pretesa, vedi i suoi atti, ed il tuo sguardo incontra un uomo che è diverso da Dio ; ma ciò non è dovuto a nient’altro che al fatto che tu non possiedi la conoscenza di te stesso.
Dunque, se il Credente è lo specchio del credente, allora egli è Lui stesso in virtù del suo sguardo. Il suo occhio è l’essenza di Dio, e il suo sguardo è lo sguardo di Dio, senza alcuna specificazione. Quest’uomo non è Lui secondo la tua visione, la tua scienza, il tuo giudizio, la tua fantasia o il tuo sogno, ma è Lui secondo la sua visione, la sua scienza e il suo sogno.
Se egli dice : Io sono Dio, ascoltalo attentamente , perché non è lui, ma Dio stesso che pronuncia le parole : Io sono Dio. Ma tu non sei arrivato allo stesso suo grado di sviluppo spirituale. Se tale fosse il caso, comprenderesti la sua affermazione, diresti come lui e vedresti quello che egli vede.
Riassumendo, l’esistenza delle cose è la Sua esistenza, senza che le cose siano. Non lasciarti ingannare dalla sottigliezza e dall’ambiguità delle parole, in modo da immaginare che Dio sia creato. Qualche iniziato ha detto : Il Sufi è eterno, ma egli non ha parlato che dopo che tutti i misteri gli fossero stati svelati, e che i dubbi e le superstizioni fossero stati dispersi.
Questo immenso pensiero non può però convenire che a colui la cui anima è più vasta dei due mondi. Quanto a colui la cui anima è solo grande quanto i due mondi, questo pensiero non gli conviene ; perché, in verità, questo pensiero è più grande del mondo sensibile e del mondo soprasensibile messi assieme.
Infine, sappi che Colui che vede e Ciò che è visto, Colui che fa esistere e Ciò che esiste, Colui che conosce e Ciò che è conosciuto, Colui che crea e Ciò che è creato, Colui che raggiunge per mezzo della comprensione e Ciò che è compreso sono tutti lo Stesso. Egli vede la Sua esistenza per mezzo della Sua esistenza, la conosce per mezzo di essa e la raggiunge per mezzo di essa, senza nessuna specificazione e al di fuori delle condizioni ordinarie o delle forme ordinarie della comprensione, della visione e del sapere. Come la Sua esistenza è incondizionata, la Sua visione di Se stesso, la Sua intelligenza di Se stesso e la Sua scienza di Se stesso sono ugualmente incondizionate.
Se qualcuno domanda : Come consideri quello che è attraente o ripugnante ? Se per esempio vedi una sporcizia o una carogna, forse dici che è Dio ?, la risposta è : Dio è sublime e puro, Egli non può essere queste cose. Noi parliamo con colui che non vede una carogna come una carogna o un escremento come un escremento. Noi parliamo a coloro che vedono, e non ai ciechi. Colui che non si conosce è un cieco, nato cieco. Prima che cessi la sua cecità, naturale o acquisita, egli non potrà comprendere quel che vogliamo dire. Il nostro discorso è con Dio e non con altri che Lui, o con dei ciechi nati.
Colui che è arrivato alla stazione spirituale che è necessario aver raggiunto per capire, quegli sa che non vi è niente che esista tranne Dio. Il nostro discorso è fatto per chi cerca con ferma intenzione e perfetta sincerità la conoscenza di Dio, che Egli sia esaltato, e che nel suo cuore conserva in tutta la sua freschezza il desiderio di giungere a Dio ; il nostro discorso non è diretto a coloro che non hanno né direzione né scopo.
Se qualcuno obietta : Dio, benedetto e santo, ha detto : Gli sguardi non possono raggiungerlo, ma Egli raggiunge gli sguardi, tu dici il contrario ; dov’è la verità ?, la risposta è questa : tutto quello che ho detto è una parafrasi della parola divina Gli sguardi non possono raggiungerlo : cioè nessuno, né gli sguardi di nessuno, possono percepirlo. Se tu dici che in ciò che esiste vi è la presenza di un altro diverso da Lui, devi convenire che questo diverso da Lui può raggiungerlo.
Ora, affermando che Gli sguardi non possono raggiungerlo, Dio avverte che non esiste un altro diverso da Lui. Voglio dire con ciò che uno diverso da Lui non può percepirlo, ma che colui che lo percepisce è Lui, Dio, e nessun altro. Egli solo percepisce e comprende la propria vera natura intima, e nessun altro. Gli sguardi non lo raggiungono perché non sono altro che la Sua esistenza.
Di colui che dice che gli sguardi non possono raggiungerlo perché sono creati, e ciò che è creato non può raggiungere l’increato o l’eterno : di quest’uomo noi affermiamo che non conosce ancora se stesso. Non vi è nulla, assolutamente nulla - sguardi o qualsiasi cosa - che esista fuori di Lui ; ma è Lui che comprende la propria esistenza, senza che tale comprensione esista in alcun modo.
Versi :
Ho conosciuto il mio Signore per mezzo del mio Signore, senza confusione né dubbio.
La mia natura intima è la Sua realmente, senza mancanze o difetti.
Tra noi due non c’è divenire, e la mia anima è il luogo dove il mondo nascosto si manifesta.
Da quando ho conosciuto la mia anima senza mescolanza né agitazione
Sono giunto all’unione con l’oggetto del mio amore senza che più ci sia tra noi distanza, né lunga né breve.
Ricevo grazie senza che nulla discenda dall’alto, senza rimproveri e senza nemmeno motivi.
Non ho cancellato la mia anima per causa sua, ed essa non ha durata temporale, così da essere distrutta dopo.
Se qualcuno chiedesse : Tu affermi l’esistenza di Dio e neghi l’esistenza di qualsiasi altra cosa ; cosa sono, dunque, le cose che noi vediamo ?, la risposta è : Queste discussioni si rivolgono a chi non vede null’altro che Dio. Quanto a chi vede qualcosa all’infuori di Dio, a costui noi non abbiamo né domande da fare né risposte da dare, poiché egli non vede che quello che vede ; mentre colui che conosce se stesso non vede altro che Dio.
Chi non conosce se stesso non vede Dio, poiché ogni recipiente non lascia filtrare che ciò che contiene. Mi sono già dilungato molto sul nostro argomento. Continuare sarebbe inutile, perché chi non è fatto per vedere non vedrebbe di più. Egli non comprenderà, e non potrà raggiungere la verità.
Chi può vedere vede, comprende e raggiunge la verità. Per chi è arrivato, è sufficiente una piccola indicazione perché, a questa luce, possa trovare la vera via, camminare con tutte le sue energie e giungere all’oggetto del suo desiderio, con l’aiuto di Dio.
Che Dio ci prepari per ciò che gli piace e gradisce in fatto di parole, atti, scienza, intelligenza, luce e vera direzione. Egli può tutto, e risponde a ogni preghiera con la risposta giusta. Non c’è mezzo né potere che in Dio, l’Altissimo, l’Immenso. Preghi Lui sulla migliore delle sue creature, il Profeta, e su tutti i membri della sua famiglia.
Muhyi-D-Din Ibn ‘Arabi
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