Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino
Il rituale Emulation
Giugno 2008
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Non è possibile, per un Maestro Massone, accostarsi al rituale Emulation senza un sentimento di rispettosa reverenza. Se è vero che l’intero cammino massonico è tutto sintetizzato nei tre Gradi Azzurri, il rituale messo a punto nel 1823 dalla ELOI (Emulation Lodge Of Improvement ) ne distilla l’essenza, concentrando il meglio delle diverse tradizioni in pochi tratti fondamentali.
Negli anni settanta, Emulation venne introdotto in Italia ad opera di Fratelli provenienti dalla ritualità scozzese, e da allora in poi fu sempre praticato in Templi massonici concepiti e arredati in origine per il rituale scozzese. Questi due fatti hanno determinato un curioso effetto : per quanto esistano ormai moltissimi Fratelli italiani assai competenti riguardo all’esecuzione di Emulation, pochi tra loro sono in grado di distinguere esattamente i supporti simbolici strettamente pertinenti alla sua ritualità.
E’ quest’ultimo un argomento che, se trattato per esteso, potrebbe occupare centinaia di pagine ; qui mi limiterò ad alcuni brevissimi accenni, cogliendo l’occasione per segnalare alcuni spunti di riflessione inediti che, a mio modesto parere, potrebbero essere proficuamente sviluppati.
Trattandosi di un articolo aperto al pubblico, fatta esclusione per due brevi citazioni avulse dal contesto ho omesso di riprodurre letteralmente i dialoghi rituali ; tutte le descrizioni riguardo a quanto avviene nel Tempio sono parafrasate, e limitate a quanto che basta per avviare la riflessione.
Una premessa è necessaria : esistono due modi per analizzare il simbolismo di un rituale massonico. Il primo è rapportarlo con il simbolismo massonico tradizionale ; non ho scelto questa strada perché non mi sentivo sufficientemente qualificato a percorrerla. Infatti l’Emulation è il prodotto di un tale titanico lavoro di rielaborazione che per analizzarlo, anche soltanto in minima parte, è necessario un livello di conoscenza della storia della Massoneria che pochi fuori dall’Inghilterra possono vantare, e tra quei pochi io non ci sono.
Il secondo è rapportarlo con il simbolismo esoterico in generale : metodo meno seguito ma non per questo meno interessante. Soprattutto di questi tempi in cui la Massoneria è affiancata in Occidente dalla presenza di altre organizzazioni iniziatiche, un grande interesse si va sviluppando intorno ai possibili “esperanti” che consentano di conciliare le diverse esperienze esoteriche, ma spesso questi tentativi improvvisati denotano approssimazione e confusione su temi che richiederebbero invece riflessioni misurate e prudenti.
E’ in questo senso che ho cercato di avviare il discorso, perlomeno sotto forma di spunti che il lettore è libero di sviluppare come il cuore gli suggerisce. E’ un approccio che può essere considerato più facile o più difficile, secondo il lato da cui lo si prende : da una parte è indubbiamente è molto più ampia la gamma di analogie offerta all’immaginazione dal mare magnum dell’esoterismo extramassonico, ma proprio per questo è anche più facile “barare”, a volte involontariamente, prendendo in considerazione nell’oggetto della nostra analisi soltanto le cose che abbiamo interesse a vederci.
Da questo punto di vista l’esame dell’Emulation è particolarmente rischioso, perché la sua diffusione in Italia è stata sempre accompagnata da più o meno velate polemiche – sporadicamente già trattate in altri articoli di questa rubrica – che si sono già ripercosse anche sulle (poche) analisi del rituale già presenti in rete e altrove. Ho avuto la conferma di questo fatto quando alcuni Fratelli – dopo aver letto il mio articolo Orizzonti del Grande Oriente – mi sono venuti a chiedere come sia possibile che un Massone laico e “di sinistra” come me si schieri a favore di un rituale “autoritario”: tale almeno è l’Emulation ai loro occhi.
Gli ho risposto che io sono innanzitutto un esoterista, e che il valore di un rituale – massonico o meno – lo considero in base al suo contenuto di “influenze C” (per usare un termine gurdjieffiano) : ovvero alla sua capacità di trarre fuori chi lo pratica dalla dimensione profana e di avviarlo sul cammino della conoscenza.
A parte questo, non credo proprio che l’accusa di autoritarismo sia appropriata a questo caso, e uno dei modi per combatterla consiste proprio nel dare risalto all’umile semplicità dell’attrezzatura necessaria perché una Loggia Emulation possa intraprendere regolarmente i lavori.
Attenendosi ai testi che dell’Emulation sono la fonte (ovvero il rituale ELOI e il cosiddetto “rituale nigeriano”), i soli simboli prescritti per il locale sono : la lettera G, disposta sull’asse est-ovest della sala (è questa la sola decorazione muraria richiesta) e il Pavimento a scacchi ospitante nel suo centro il Quadro di Loggia, che è simile in Emulation a quello delle Logge Scozzesi.
Ancora, nell’Emulation praticato al di fuori dei Templi scozzesi le colonne J e B non fanno parte dell’arredamento. Facoltativa è la Pietra Cubica sul banco del Primo Sorvegliante, e la Pietra Grezza sul banco del Secondo.
Sul banco di entrambi i Sorveglianti sono invece presenti le classiche colonnine, l’una da alzare e l’altra da abbassare in Apertura dei Lavori. Del tutto analoghe a quelle del rituale scozzese sono anche le Tre Luci (materialmente rappresentate da tre piccole colonne, recanti le candele del Maestro Venerabile e dei due Sorveglianti) ; analoga è anche la consueta dotazione di collari, attrezzi e spade.
Un’altra differenza risiede nella mancanza del Maestro delle Cerimonie. Nell’Emulation che viene praticato in seno ai principali Ordini, tale figura è stata introdotta ; nell’Emulation originario invece esiste soltanto un “Direttore delle Cerimonie”, il cui compito è di coordinare le “riunioni di istruzione” (che in teoria dovrebbero essere organizzate almeno con la stessa frequenza delle tornate di Loggia).
Molto significativamente (e se vogliamo, con un pizzico d’orgoglio), nella ELOI la carica di Direttore delle Cerimonie non viene assegnata ; di qui l’ostinazione con cui certi puristi dell’Emulation ostentano di non considerare il Maestro delle Cerimonie una presenza necessaria per lo svolgimento della tornata, ma nelle nazioni latine il loro punto di vista non ha incontrato, fino ad oggi, nessuna fortuna.
La disposizione degli Ufficiali e dei Fratelli nella Loggia Emulation non è diversa sostanzialmente da quella scozzese. Certe differenze che si possono talora osservare non sono da ricondurre a una presunta divergenza di prescrizioni in materia, quanto piuttosto alla libertà che entrambi i rituali concedono alle Logge su questo punto.
E’ invece prescritto a livello rituale che, in Emulation, i Fratelli si rechino direttamente al loro posto, ovvero senza percorrere il Tempio a squadra (fatta eccezione per alcuni casi particolari).
Non esiste neanche una procedura standard per l’ingresso in Loggia. Ogni Officina è lasciata libera di regolarsi come vuole, salvo per gli ultimi ingressi che devono seguire l’ordine seguente : Past Master, Diaconi, Sorveglianti e Maestro Venerabile. L’ingresso del Maestro Venerabile e dei Sorveglianti può essere annunciato dal Direttore delle Cerimonie, ma l’annuncio è facoltativo.
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