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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Massoneria in quattro gradi?

Marzo 2008
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Non avrei potuto scrivere questo articolo senza il contributo del Grande Ufficiale e Venerabilissimo Fratello Giovanni Domma, che mi ha dischiuso la sua vasta raccolta di documenti circa il problema del quarto grado in Massoneria ; ancora più di questo mi sono stati utili i suoi consigli, e per entrambe le cose gli rivolgo un sentito ringraziamento.

 

Massoneria in quattro gradiMassoneria in quattro gradi ? Io direi di sì, che ci starebbero. Da sempre e inconsciamente, la Massoneria si è sentita in qualche modo “orfana” del quarto grado ; per esempio, nella Massoneria settecentesca veniva detto quarto grado il viaggio che il Massone era chiamato a svolgere dopo essere stato elevato Maestro, per visitare le Logge amiche ed essere così simbolicamente riconosciuto da tutti i Liberi Muratori del mondo.

E’ anche documentato un caso in cui – per lapsus o per scelta deliberata, non lo sappiamo – il neo-Maestro firmò sul registro dell’Officina dove era in visita col proprio nome seguito dalla dicitura quarto grado ; fu anche per rimediare a equivoci di questo genere che si affermò la tendenza a standardizzare il “passaporto” di Maestro in un’unica forma, eguale presso tutti gli Orienti nazionali, e formulata in lingua latina per essere certi che in ogni Paese ci fosse qualcuno in grado di capire ciò che vi era scritto.

Sia chiaro, però, che parlando di quarto grado non ci riferiamo ad un’aspirazione di tipo sentimentale, ma ad una rivendicazione con salde radici storiche e solidamente argomentata : è oggi riscontrabile in numerose nazioni massoniche un vero e proprio movimento tendente al riconoscimento come quarto grado della qualifica di Maestro Venerabile Installato.

In Italia siamo più indietro, se è vero che l’Installazione per i Maestri Venerabili non è ancora neanche obbligatoria, ma certo gli studi e le ricerche del Fratello Domma, e dei molti che la pensano come lui, avvicinano il giorno in cui questo problema sarà al centro dell’attenzione.

Intanto qualcosa già si muove : ho accennato nell’articolo Orizzonti del Grande Oriente all’iniziativa di attestare con un brevetto la qualifica di Maestro Venerabile, per evidenziare il progresso e le capacità del fratello che è stato scelto da tutta la Loggia a governare e dirigere i lavori, e senza dubbio questo è un timido primo passo verso il riconoscimento dell’obbligo dell’Installazione anche da noi.

Questo articolo vuole essere una sintetica rassegna delle più fondamentali affermazioni teoriche dei sostenitori del quarto grado, senza dubbio la prima mai pubblicata nel nostro Paese ; non allo scopo di accendere polemiche, ma per avviare una riflessione intorno ai tesori nascosti del simbolismo massonico che riuscirà gradita – almeno spero – anche ai Fratelli che hanno sull’argomento un’opinione diversa.

Come è noto, la Massoneria era originariamente divisa in due gradi : Apprendista e Compagno d’Arte (c’è chi vorrebbe che quest’ultimo sia stato creato nel 1717 più o meno ex novo , ma è già citato negli Statuti Schaw, che risalgono al sedicesimo secolo) . E’ questa la suddivisione tipica di tutte le organizzazioni iniziatiche dette “di mestiere” perché legate all’esercizio di una data professione, complessivamente definite sotto il nome di compagnonaggio.

Per essere precisi, la Massoneria non viene comunemente considerata parte del compagnonaggio, e questo soprattutto per due motivi : primo, il percorso storico sui generis da essa seguito (i Templari e così via), secondo perché, essendosi le organizzazioni di mestiere conservate soprattutto in Francia, di solito con la definizione compagnonaggio si intendono segnatamente quelle francesi .

Questo non toglie che la Massoneria sia, al di là di ogni dubbio, un’organizzazione di mestiere (anche svariate usanze a massoniche, a partire dal grand tour delle Logge cui ho accennato sopra, sono tipiche del compagnonaggio) ; quindi è del tutto lecito guardare alla storia di tali forme iniziatiche per meglio comprendere lo spirito e le usanze della Massoneria delle origini. Qui, in particolare, vorrei accennare brevemente alla Carboneria, la più illustre e conosciuta delle organizzazioni di mestiere in Italia.

Nel periodo contrassegnato dalla sua partecipazione alla lotta politica, la Carboneria operò talmente a contatto con la Massoneria da far sorgere la leggenda che ne fosse un’emanazione ; per quanto ciò non sia vero, è un fatto che dalla Massoneria prese a prestito usi e riti che integrò con i propri.

Molti di questi prestiti saltano agli occhi con la massima chiarezza se solo ci si prende la briga di scorrere brevemente un rituale carbonaro ; altri invece sono meno evidenti. Per esempio, in Massoneria erano gli anni in cui stava prendendo forma il Rito Scozzese, e questo tema – che contendeva alla lotta contro la tirannide il primo posto tra le preoccupazioni dei Massoni – contagiò i Carbonari a un punto tale da far loro sviluppare due sistemi di “alti gradi” : esempio assolutamente unico nel panorama del compagnonaggio .

Uno di questi sistemi era formato da sette gradi e l’altro da nove. Il secondo - in uso soprattutto presso quelle vendite nelle quali l’elevato numero di cugini consigliava l’adozione di una prassi amministrativa più articolata - era sostanzialmente uguale al primo, ma ripeteva i primi due gradi nel terzo e nel quarto : ricalcava cioè in versione carbonara quel classico processo di replicazione dei gradi azzurri che in Massoneria fu all’origine di tanti Riti.

Seppure in presenza di analogie così marcate, mai la Carboneria sviluppò qualcosa di simile al grado di Maestro massone. Perfino quando l’interazione tra le due organizzazioni fu talmente forte da originare la nascita di corpi rituali del tutto analoghi, sempre il livello carbonaro corrispondente a quello massonico dei gradi azzurri rimase limitato ai due gradi di Apprendista e Compagno. Perché ?

In sintesi, le ragioni per cui le iniziazioni di mestiere rigettavano con orrore l’idea di un “terzo grado” erano due. La prima di carattere pratico : un cantiere operativo, così come qualsiasi gilda  artigiana, ha un solo capo (ulteriori distinzioni sarebbero foriere di discordia), che oltre a dirigere i lavori è anche e soprattutto il referente per quanto concerne i rapporti con il mondo profano.

Di qui l’idea che il terzo grado sia, più che un livello iniziatico, una funzione : anche piuttosto scomoda, in quanto obbliga chi la riveste a “contaminarsi” più degli altri nel rapporto con i profani, ovvero – nella terminologia dell’esoterismo tradizionale - a un più profondo livello di individuazione.

Di questo fa fede, in Massoneria, il rituale di installazione del Mark Master o Maestro del Marchio (che era riservato appunto al capo/referente di una Loggia operativa, e molto significativamente viene ancora oggi considerato un perfezionamento del grado di Compagno) : qualcuno addirittura lo ha classificato come rituale protettivo, perché è interamente volto a neutralizzare gli effetti negativi dell’individuazione.

In secondo luogo, i significati simbolici del numero tre possono tutti essere ricondotti all’azione delle “tre forze” che definiscono il piano della realtà oggettiva (non è mia intenzione dilungarmi in questa sede su questo tema, che ho già trattato in altri articoli e conto di sviluppare ancora). Ora, la “terza forza” è il prodotto (o sintesi) delle prime due : è quindi arbitrario considerarla in modo separato, specie nel caso di un’ “iniziazione di mestiere” in cui essa si manifesta sotto forma di lavoro. Da questo punto di vista, identificarla in qualcosa di diverso dalle attività collettive della Loggia equivale né più ne meno a disconoscere il valore simbolico di queste ultime : in altre parole, togliere sacralità al lavoro.

A partire dal 1717, la rapidissima crescita della Massoneria speculativa portò con sé tutta una serie di mutamenti le cui interazioni reciproche non sono mai state ricostruite in modo definitivo : la forte passionalità con cui le parti in causa sostenevano i loro punti di vista, nonché il sottostante tessuto di interessi economici e politici che si sottrae alla comprensione dei posteri, hanno fatto sì che di quelle lontane vicende esista oggi non una storia univoca, ma molte versioni.

In sintesi : nel 1725, la Gran Loggia d’Inghilterra – nell’impossibilità di continuare a esercitare un controllo diretto sull’attività interna delle Officine, che in pochi anni si sono moltiplicate a dismisura - decide di delegare ai Maestri Venerabili di ogni loggia  la facoltà di creare i Compagni e i Maestri, prerogativa che fino ad allora era riservata alla Gran Loggia stessa.

Questo apre le porte alla generalizzazione dell’usanza (già invalsa presso le Officine aperte ai Massoni speculativi) di creare più Maestri in seno alla medesima Loggia. Tale consuetudine sarà definitivamente ufficializzata nel 1728, con l’istituzione del terzo grado secondo il rituale detto oggi impropriamente scozzese o hiramita (riguardo a quest’ultima denominazione, è d’obbligo notare che il riferimento alla figura di Hiram esisteva anche in altre versioni del rituale del grado di Maestro preesistenti, ivi compresa quella dell’Arco Reale).

Queste ed altre innovazioni fomentano il malcontento degli Antients, che secessionano dalla GLDI nel 1751. Presso di loro, il Mark Master ed altre antiche versioni del grado di Maestro (tutte cadute in disuso in seguito alla… rivoluzione hiramita) continuano ad essere praticate in seno alle Logge.

Tra questi antichi gradi, il più importante è l’Arco Reale (Royal Arch Master), che gli Antients considerano la parte più sacra, la radice, il cuore, la spina dorsale della Massoneria. Di esso fanno il vertice di un sistema di sette gradi, strutturato come segue.

 

Gradi conferiti in Loggia :
1 – Apprendista
2 – Compagno d’Arte
3 – Maestro Libero Muratore

 

Gradi conferiti dal Gran Capitolo :

 

4 - Maestro del Sigillo (Mark Master) o Maestro Venerabile. “…essi diventano delle pietre viventi, che si riuniscono per la costruzione di un edificio  spirituale…”  anche nella Massoneria speculativa, il Mark Master conserva presso gli Antients la sua caratteristica di rituale di iniziazione per i Maestri Venerabili delle Logge ; è da notare quindi che per accedere al grado successivo il Fratello doveva già aver ricoperto la carica di Venerabile. E’ questo uno degli argomenti basilari utilizzati dai fautori del quarto grado a sostegno della loro tesi ; altri ne vedremo più avanti.
5 - Maestro Ex-Venerabile (Past Master). “La Massoneria prende gli uomini per mano e li conduce all’ Altare davanti al Libro Sacro, su cui poggiano la Squadra ed il Compasso. Il libro ci guida a dirigere con sicurezza i nostri passi verso la Luce Massonica…”

6 - Maestro Eccellentissimo (Most Excellent Master ) :  ”…che i nostri cuori si avvicinino nello stesso tempo delle nostre mani ; che l’amore fraterno unisca tutti gli anelli di questa catena d’Unione formata liberamente da noi; che il nostro Spirito possa liberarsi da tutte le passioni e, al di là delle apparenze, possa conoscere la Verità…”

7 - Maestro dell’Arco Reale (Royal Arch Master). “Che la saggezza del Grande Architetto dell’Universo ci possa guidare ; che la sua forza possa renderci capaci ; che la bellezza della Virtù possa spingerci ad attuare i Giuramenti che qui abbiamo prestati, a mantenere inviolati i misteri che qui ci sono stati svelati ed a praticare fuori del Capitolo, con costanza, tutti i Doveri che qui ci sono stati affidati…”

 

Nel frattempo, il grado di Royal Arch Master continuava ad essere praticato anche presso i Moderns , ma secondo modalità diverse. Infatti i regolamenti della Gran Loggia d’Inghilterra recitavano : ogni Loggia regolare ed autorizzata ha il potere di organizzare e tenere riunioni nei vari Gradi, l’ultimo dei quali, per la sua preminenza, viene denominato tra i massoni Chapter (Capitolo).

Nella versione Modern, il Capitolo è quindi sostanzialmente un’appendice della Loggia ; anche in questa concezione tuttavia, per quanto assai diversa da quella degli Antients, il Maestro Venerabile Installato è di fatto un quarto grado.

Oggi non è più così perché nell’accordo del 27 dicembre 1813 - fortemente voluto dalla Casa Reale d’Inghilterra, che volle riconciliare gli Antients e i Moderns si può dire per forza – per aggirare lo scontro riguardo alla natura dei Capitoli si scelse la soluzione di fissare il numero dei gradi a tre (nel mio articolo Orizzonti del Grande Oriente ho citato il testo letterale di quel compromesso). In quell’accordo, il rituale hiramita veniva riconosciuto come legittima forma di iniziazione al terzo grado ;  riguardo all’Arco Reale, il suo status era definitivamente fissato come perfezionamento del grado di Maestro.

 

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