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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

Le Visioni di Dobrushka

Ottobre 2018

 

Questo articolo, ed ancora di più quello del mese prossimo, sono rivolti ad approfondire un tema al quale ho alluso molte volte nel corso degli articoli precedenti, ma che non ho mai approfondito appieno: in che modo il Frankismo (la versione europea del Sabbataismo, o Sabbatianesimo) possa essere considerato la fonte del movimento esoterico come si sviluppò in Occidente a partire dal diciottesimo secolo; anche se il famoso obbligo dei Frankisti al segreto (il cosiddetto massa dumah) rende molto difficile documentare adeguatamente questa affermazione.

Le Parole del Signore è il libro sacro del Frankismo, compilato poco per volta da Jacob Frank (1726-1791) lungo l’arco della propria vita.

È costituito da 2286 mini-capitoli detti Visioni (o Proverbi, o Massime), anche se secondo una tradizione il testo originale sarebbe stato lungo quasi il doppio; le Visioni rimanenti sarebbero andate perdute quando i Frankisti furono costretti a lasciare la Polonia.

Ho scelto di riportare qui di seguito le cosiddette Visioni di Dobrushka (che ho tradotto dalla versione in inglese di Harris Lenowitz, professore di lingue e letteratura all’Università dello Utah e massimo studioso del Frankismo), tradizionalmente considerate le più importanti per afferrare il Das del Frankismo (Das è un concetto vicino a quello di illuminazione - viene così definito il nocciolo degli insegnamenti di Frank tramandati oralmente).

Si chiamano così non perché Dobrushka ne sia l’autore (l’intero libro è opera di Jacob Frank), ma in memoria di uno dei missionari frankisti più amati, che era anche un maestro della loro meditazione; racconterò la sua storia in chiusura di questo articolo.

Questo anche in risposta alle richieste, che ho ricevuto da svariati lettori, di riprodurre materiale utile a cogliere l’insegnamento del Sabbataismo; a loro posso anticipare che è abbastanza imminente la pubblicazione di due articoli che - come in passato Sabbataismo e animalismo - vanno a fondo nelle dinamiche del movimento sabbataista-frankista contemporaneo.

Seguendo una consuetudine del mondo dell’esoterismo che considero utile, ho evidenziato con la maiuscola le parole alle quali - a mio giudizio - va attribuito un senso simbolico.

 

1 - Ebbi una Visione a Salonicco, e sentii come se le seguenti parole venissero dette a qualcuno: portate Jacob il Saggio nelle Stanze, e quando sarete nella Prima Stanza tutte le porte e i cancelli si apriranno per lui.

Quando sono entrato nella Prima Stanza mi è stata data una Rosa come segno che potevo andare avanti, e così via di seguito da una Stanza all’altra. E così ho volato nell’aria, accompagnato da Due Fanciulle la cui bellezza il mondo non ha mai visto.

In quelle Stanze ho visto per la maggior parte Donne e Fanciulle. In alcune, tuttavia, c’erano gruppi di Studenti coi loro Insegnanti, e appena udivo una parola subito coglievo il senso di tutto quanto stavano dicendo.

C’era un enorme numero di queste Stanze, e nell’ultima di esse vidi il Primo (il Messia Sabbathai Zevi): anche lui sedeva come un Insegnante coi suoi Studenti, vestito all’occidentale.

Mi chiese subito: sei tu Jacob il Saggio? Ho sentito dire che sei forte e di cuore coraggioso. Io sono arrivato fin qui, ma non ho più la forza di andare avanti. Se anche tu ci vuoi provare, fatti forza e che Dio ti aiuti: molti ci hanno provato prima di noi, ma nessuno ci è riuscito.

Con queste parole, mi mostrò attraverso la Finestra della Stanza un Abisso che era come un Mare Nero, nascosto in una straordinaria oscurità; e dall’altra parte di questo Abisso, vidi una Montagna la cui altezza sembrava toccare le nuvole.

A quello spettacolo, gridai: Sia ciò che può, io andrò avanti con l’aiuto di Dio!

Così cominciai a volare attraverso l’aria, scendendo in profondità fino al fondo dell’Abisso; dopodiché sentii il suolo sotto di me, e mi fermai.

Camminando nel buio raggiunsi infine le pendici della Montagna, ed erano talmente ripide che temetti di non riuscire a scalarle. Ma in qualche modo riuscii ad arrampicarmi, aiutandomi con le unghie, fino a che non arrivai su un terrazzamento dove potei riposare.

Non appena preso fiato, giunse alle mie narici un profumo soave; allora mi guardai intorno, e vidi con gioia che intorno a me c’erano molti Veri Credenti (Sabbataisti).

Preso da grande gioia, non pensai più a proseguire, e dissi a me stesso: Mi riposerò un po’ qui, anche perché per il sudore cola dalla mia testa come un fiume in piena, per via della fatica che ho patito scalando la Montagna; ma quando sarò ben riposato, proseguirò verso il Bene che si trova in Vetta.

E questo è ciò che feci: lasciai penzolare i piedi nel vuoto, e rimasi seduto un bel po’ a riposarmi. Poi proseguii verso la Vetta della Montagna.

 

2. Una volta, mentre ero ammalato a Dziurdzió, ho avuto questo sogno: ho visto una Donna straordinariamente bella, che aveva un Pozzo dell’Acqua di Vita e un altro Pozzo di Acqua Chiara. Mi ha detto: metti le gambe nell’acqua e guarirai subito. L’ho fatto, e sono subito stato bene.

Nel luogo in cui si trovava questa Donna c’era un Campo bellissimo. Lei mi prese per mano e disse: Vieni, ti mostrerò mia figlia, che è ancora una Fanciulla. Ci inoltrammo nel Campo, che emanava il delizioso profumo di molte varietà di Fiori.

Ci venne incontro una Fanciulla la cui bellezza non può essere descritta con parole di questo mondo. Indossava una Camicetta di Seta Rossa sbottonata, e i suoi Seni scoperti erano visibili. Appena posai gli occhi su di loro, vidi improvvisamente da un’estremità del Mondo all’altra.

Sua madre mi disse che, se la volevo, potevo sposarla; ma io le risposi che avevo già una moglie e dei figli.

 

44. Mia Nonna, la madre di mia madre, era una maga molto esperta. Quando io nacqui, tutte le Streghe si radunarono intorno alla nostra Casa e la circondarono; anche la loro Regina era lì, più avanti delle altre. Per fortuna c’era nella Casa un Cane che, in realtà, era l’incrocio di un Lupo e di una Cagna, che continuò a ringhiare ed abbaiare contro di loro per tutto il tempo. Se solo per un attimo avesse smesso, certo nessuna delle persone presenti in casa sarebbe sopravvissuta.

L’ottavo giorno avrei dovuto essere circonciso, e le Streghe ritornarono; ma di nuovo il Cane fece valorosamente la Guardia, e anche la vecchia Nonna si battè contro di loro con le sue arti magiche.

Ella poi (mi mostrò alle Streghe e) disse loro: Guardatelo bene e con attenzione, perché una cosa nuova verrà al mondo attraverso di lui.

 

451. Il 21 ottobre 1784 il Signore (cioè lo stesso Jacob Frank) ebbe un sogno. Avevo in mano un Anello d’Oro, ma cadde su uno Specchio, frantumando la Superficie riflettente in piccoli pezzi.

Allora girai lo Specchio, ed anche dall’altra parte trovai una Superficie brillante; ma avevo ancora in mano un Braccialetto, che le cadde sopra e la spezzò.

È un episodio che non necessita di un’interpretazione: sarò io stesso ad ispirarvene il significato.

 

504. In un Sogno ho visto Gesù: aveva dei Sacerdoti intorno a lui, e stava seduto presso una Sorgente d’Acqua Viva e Chiara. Poi arrivò la Primavera, e Lui si separò dai Sacerdoti e venne da me.

 

748. Ho sognato di essere in una Chiesa, completamente Nudo salvo un Mantello grigio come quello dei Gesuiti; ma il mio Petto era Nudo, ed avevo Seni come quelli di una Donna. C’erano vari Preti, intenti al servizio della Resurrezione, ma solo un Prete indossava un Mantello come il mio.

Quando venne il momento dell’Elevazione, quel Prete non la eseguì, ma venne da me e mi spruzzò con l’Acqua Santa. Allora tutte le persone presenti si accorsero di me, e risero per il Mantello e per il mio Petto. Volevo coprirlo, ma nonostante tutti i miei sforzi rimase Nudo.

 

791. In un Sogno ho visto una Donna molto vecchia, aveva Millecinquecento anni. I suoi Capelli erano Bianchi come la Neve. Mi ha portato due Cinture d’Argento e una Salsiccia di Valacchia: le Cinture glie le ho comprate, la Salsiccia l’ho rubata.

 

793. In un Sogno sono andato in una grande Chiesa con una grande Finestra, senza altare né dipinti. Le pareti erano ricoperte d’Argento. Molti Signori polacchi stavano seduti lì a mangiare e a bere.

Mi hanno chiesto di mangiare con loro, ma mi sentivo debole e ho rifiutato. Inoltre, non avevo ancora sentito la Messa.

Poi sono andato in Sacrestia, ed anche la Sacrestia era bellissima. C’era un Prete, che portò fuori uno Scaffale e lo sostituì con un altro. Poi si portò in un’altra stanza, alla quale si accedeva oltrepassando una Tenda d’Argento, e si mise a pregare con le Mani Levate, ma senza il Calice.

Io lo seguii in quella Stanza e vidi un Uomo a Terra. Aveva una statura di circa dieci cubiti e si rotolava nella Sporcizia; ma il Prete pregava come se si rivolgesse a lui.

Andai da quei Signori che mangiavano, e dissi loro: Venite, vi mostrerò una scena buffa, un Uomo che si rotola nella Sporcizia e un Prete che lo prega.

Ero vestito con la sola biancheria intima, ma portavo una preziosa Cintura persiana finemente decorata; appena me ne accorsi provai ad avvolgerla molte volte attorno ai fianchi, ma la sua estremità strisciava sempre per terra.

Il Signore ha interpretato questo Sogno così: una nuova strada è preparata per me.

 

804. Il 14 giugno 1784, il Signore ha avuto un Sogno: due Donne sono venute da me, accompagnate da un Uomo alto sei cubiti.

Erano molto belle, e mi hanno detto: abbiamo sentito dire, nel luogo in cui viviamo, che il tuo Popolo ti ha abbandonato, quindi tu non vuoi più affidargli alcuna Missione.

Noi tre, vedi, siamo morti da parecchie migliaia di anni ed abbiamo lavorato molto, ma ancora non abbiamo Pace. Ti chiediamo di affidare una Missione a noi, e noi la svolgeremo con tutto il Cuore.

Io gli ho risposto: no, ho già detto che non farò più rivelazioni a nessun uomo. Non cercherò più nessuno, né manderò più qualcuno in Missione.

Mi dissero allora: ma abbiamo avuto segnali che una gran quantità di Sangue scorrerà nel Mondo, e noi possiamo andare a salvare molti; basta soltanto che tu ci benedica qui, per la strada.

E io a loro: sono un soltanto un Lazzarone qualunque, non ho il potere di dare Benedizioni.

E loro a me: ma tu non benedici il tuo Popolo?

Allora gli dissi: non posso dirvi niente di più di queste tre parole: Abramo, Isacco e Giacobbe, e di questa frase: è un Angelo che mi ha mandato.

E loro mi risposero: abbiamo qui un Libro nel quale sono scritte le Benedizioni per le Stanze. Prendi la tua Benedizione da lì, chiediamo solo che tu ci benedica ad alta voce.

Mi hanno dato il Libro, che era scritto in grandi Lettere ebraiche senza puntini. Hanno piegato il capo, io ho sollevato le mani e li ho benedetti.

Nel Libro c’erano molte belle Parole, ma ricordo soltanto le due Parole che erano alla fine: “du Jankiew”, è Giacobbe.

 

852. Sua Altezza (la sua figlia ed amante Eva Frank, che gli sarebbe succeduta alla guida del movimento frankista) sognò il 5 luglio 1784 un Bambino nella sua Stanza.

Entrò un Uomo Nero con le Corna in testa, e lei gli chiese: cosa vuoi tu qui?

Rispose: sono venuto a prendere questo Bambino dalla tua casa.

Non ti darò questo Bambino, ella gli disse, e lui: se non me lo darai con le buone, lo prenderò con la violenza.

Lei gli chiese chi fosse, e lui rispose: prima prenderò il Figlio, poi ti dirò chi sono.

Afferrò il Figlio violentemente con un braccio, e con l’altro afferrò una Ragazza Francese che si trovava per caso nella Stanza.

(Eva) gli chiese di nuovo: chi sei?

Rispose: sono il Diavolo peggiore di tutti i Diavoli.

Allora la Ragazza Francese cominciò a urlare a voce alta, chiedendole di salvarla; ma lei non le diede retta e la lasciò con lui.

All’improvviso si propagò un grande Fuoco nella Stanza, e lei non riusciva a spegnerlo. Il Signore accorse a spegnerlo, ed allora un’altra grande Fiamma divampò anche nella sua Stanza.

 

868. Sarebbe stato meglio per te se ti fosse stata insegnata la saggezza della stregoneria: avresti imparato molto.

 

Moses Dobrushka, parente di Jacob Frank (forse suo nipote), era nato a Brunn, in Moravia, il 12 luglio 1753. Il Va-Avo Ayom el ha-Ayin (notevolissimo trattato della qabbalah eretica, probabile opera del rabbino Jonathan Eibeschuetz nel 1725) fu la prima lettura della sua adolescenza, e fece di lui un fermo sostenitore di ogni forma di libertarismo, inclusa la convinzione che la società assolutista dei suoi tempi andasse riformata dalle radici.

Negli anni della prima giovinezza, Dobrushka studiò ed imparò con facilità il francese, il tedesco, il latino, l’inglese, l’italiano, l’ebraico e l’aramaico, ed i suoi libri di poesie lo misero in luce come uno dei più raffinati intellettuali dell’Europa orientale.

La sua iniziazione alla cerchia interna del Frankismo può essere datata approssimativamente al 1775, e con l’appoggio dei Frankisti moravi intraprese quella professione di operatore finanziario (oggi si direbbe broker) che avrebbe segnato le oscillanti fortune economiche della sua breve vita - da momenti di sterminata ricchezza a fasi di sorprendente ed assoluta miseria.

Nel dicembre di quello stesso anno si convertì al Cristianesimo, mutando il proprio nome in Franz Josef Schonfeld, e quello della sua giovane moglie Elke in Wilhelmine.

Entrato molto presto in Massoneria, il capolavoro della prima parte della sua vita fu la fondazione di un memorabile sistema di Perfezionamenti: i Fratelli Asiatici (derivazione del più noto Ordine dei Cavalieri della Luce, recuperato alla storia in virtù dei resoconti di Joseph Hirschfeld, uno dei massimi cronisti della Massoneria esoterica settecentesca).

Quando scoppiò la Rivoluzione Francese, la sua anima si infiammò. Dobrushka/Schonfeld simpatizzava per la sinistra dei Giacobini, e da questo nacque la sua volontà di traserirsi in Francia: un viaggio a lungo agognato, che venne preceduto nella sua vita da vari altri avvenimenti.

Tra questi un lungo vagabondaggio tra Praga, Amburgo, Strasburgo, Berlino, Dresda e Vienna, dove poteva godere della confidenza dell’Imperatore d’Austria Leopoldo II; in qualità di suo consigliere, Dobrushka aveva già preso parte ai negoziati nei quali Austria e Prussia si erano accordati per la guerra alla Francia, adoperandosi con poco successo per attenuare l’entità del loro impegno militare.

Poi, nel 1791, Jacob Frank morì improvvisamente, e quasi tutti erano convinti che il successore sarebbe stato lui; ma egli rinunciò in favore della figlia di Frank, Eva, e - lasciata Wilhelmine alla Corte del Grande Fratello frankista - dedicò tutto sé stesso ad organizzare il trasferimento a Parigi.

L’anno seguente partì per la Francia, accompagnato dal fratello minore Emanuel e dalla sorella Esther, ribattezzata Leopoldine.

A Parigi per la seconda volta cambiò identità, attribuendosi lo pseudonimo di Junius Frey - Junius in omaggio a Giunio Bruto, Frey perchè significa Libero (come del resto anche Frank).

Nel giugno 1792 i tre fratelli presero alloggio in un sontuoso palazzo e Junius aderì al partito giacobino, del quale nell’arco di pochi mesi diventò un importante dirigente.

Il 27 agosto Junius ed Emanuel si distinsero nell’assalto alle Tuileries, meritandosi encomi, medaglie e la nomina a membri della Convenzione, che prese l’abitudine di riunirsi a casa loro.

Secondo un giacobino di parte avversa, il tedesco Johann Baptist Wilhelm, nel corso delle riunioni i Frey fanno cantare i loro ospiti senza che essi se ne accorgano, ed hanno sistemi particolari per ipnotizzare i loro ammiratori.

Come riporta un documento ufficiale, la proclamazione della prima repubblica del 21 settembre fu celebrata alla luce delle fiaccole offerte dal cittadino Junius Frey.

Nel 1793 Leopoldine andò in sposa ad uno dei più quotati giovani leoni del partito, François Chabot, e Junius pubblicò il libro che ha conferito in Francia fama imperitura al suo nome: Filosofia sociale (titolo per esteso: Filosofia sociale destinata al popolo francese da un cittadino della sezione della Repubblica Francese).

Tutto finì come era cominciato: in un batter d’occhio. Chabot risultò immischiato in un grosso scandalo di natura economica, e venne fuori che Frey ne sarebbe stato l’ispiratore.

A quei tempi non si andava per il sottile, e l’arresto dei due precedette di poco quello di Danton e degli altri Giacobini che avversavano Robespierre. Sebbene tutti continuassero a protestare la propria innocenza, salirono sul patibolo il 5 aprile 1794.

L'ultima lettera di Junius al figlio Joseph si conclude con le parole: non ho che un rimpianto, di non aver visto consolidata la Libertà di questo popolo immortale finché ero in vita.

 

  Daniele Mansuino

 

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