
Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino indice articoli
Il Rituale Ermetico dell'Apertura della Bocca
Febbraio 2025
Come ho discusso in vari articoli (vedi p. es. Mummie - parte prima), esisteva nell’Antico Egitto una corrispondenza tra la ritualità di trasmutazione interiore da celebrare in vita e la ritualità funeraria: entrambe governate da Osiride, entrambe facenti riferimento a quella allegoria del cerchio della vita che è il viaggio attraverso l’Amduat.
Fino a non molto tempo fa, di questo genere di corrispondenze si sapeva ben poco, salvo forse nella più ristretta cerchia degli egittologi, i quali perlopiù non avevano familiarità con i codici espressivi dell’Ermetismo.
Tuttavia, nel ventunesimo secolo, sono cambiate molte cose. Intanto, la spinta all’esplorazione archeologica dell’Egitto ha goduto di un balzo in avanti fenomenale - si è scoperto, forse, di più in questi venticinque anni che nei due secoli precedenti messi insieme; e poi, la nuova generazione degli egittologi non è più dominata dal pregiudizio scientifico come quelle che l’hanno preceduta, e non disdegna il ricorso a chiavi di interpretazione alternative, che spesso si rivelano illuminanti.
Nel numero delle tecniche di trasmutazione che potevano essere praticate tanto sui morti quanto sui vivi, spicca il Rituale dell’Apertura della Bocca; che, nelle esecuzioni più solenni - per il Faraone, per un nobile o per un ricco (senza distinzioni di sesso) - poteva avere come protagonista tanto una mummia quanto un trasmutante vivente, rappresentato simbolicamente da una statua; invece nelle esecuzioni povere ci si accontentava di un ushebti (la statuetta comunemente usata in magia) o di un khepri, il Dio-Scarabeo che era il simbolo del Sole Nascente.
Possiamo considerarlo appartenente alla categoria dei rituali di risveglio, dei quali non tutti sono già stati classificati e sistemati; però è evidente come ciascuno di essi sia, di per sé, abbastanza forte da apportare un contributo essenziale alla Grande Opera della trasmutazione.
In alcuni di essi, non era soltanto la bocca ad essere aperta, bensì (secondo Digital Egypt for Universities) tutti gli orifizi dilatabili del corpo, con un effetto davvero molto risvegliante, del quale generalmente si ritrova l’eco nei testi magici che accompagnavano le manipolazioni.
Il Rituale dell’Apertura della Bocca era già in uso nella Prima Dinastia, quando i Re si facevano fare statue durante la vita, e praticarlo su di esse era un modo per inaugurarle. Le persone incaricate di attuarlo incarnavano i Sacerdoti della scorta di Horus, aventi il potere di trasferire l’immagine divina del Re stesso in una equazione di Osiride.
Almeno a partire dalla Quarta Dinastia, è documentata la pratica del rituale nei funerali privati, su personaggi che in vita non erano stati Re.
Nelle esecuzioni solenni sui defunti, il rituale cominciava con il processo di imbalsamazione, della durata di settanta giorni; in quelle sui viventi, una statua del protagonista veniva realizzata dagli scultori in un periodo di uguale durata.
Dopo di questo, il sarcofago o la statua era affidato ai Sacerdoti, perché provvedessero a rianimarlo.
L’ambiente in cui si svolgeva questa parte del rituale era un piccolo Tempio (oppure un locale del Tempio) detto La Casa d’Oro.
Nota - la definizione House of Gold è generalmente usata nei libri e siti di lingua inglese; c’è, tuttavia, chi sospetta che il nome originario fosse Casa di Horus, nel senso di Casa della Vita.
Nella Casa d’Oro, il sarcofago contenente la mummia, o la statua che sostituiva il protagonista, venivano collocati in posizione eretta su un mucchio di sabbia, rivolto a Sud, simbolicamente abbigliato con strisce di stoffa o abiti di diversi colori.
I due attori principali del rito erano due Sacerdoti di Horus:
-
Un Sacerdote Sem (Sm), il cui ruolo era quello del figlio maggiore del protagonista, sostanzialmente di Horus - oppure, in certe versioni del rituale per i vivi, dello stesso protagonista;
-
E un Sacerdote Lettore (Hrj-hbt), che marcava le fasi del rituale con l’ausilio di testi recitativi.
Ad altri personaggi, sia Sacerdoti che profani, erano affidati altri ruoli. Il Sacerdote Imy-hnt, ovvero Preposto ai Culti Funerari, dirigeva la frase preliminare; il Sacerdote Imy-is si occupava dei rifornimenti di cibo, degli ornamenti e degli unguenti; il Sacerdote Imi-ht-hr, ovvero il Custode di Horus, era il sacrestano.
Non sempre Sacerdoti o Sacerdotesse erano invece:
- La Piccola e la Grande Drt, incarnanti Iside e Nefti;
- Il Smr o Primo Compagno, che assisteva il Sem;
- I Nove Compagni, o Figli di Horus, portatori del sarcofago e della statua (ove presenti);
- Il Figlio Amato (S3 mr.f), ovvero colui che aveva commissionato il rituale, che anche in caso di persona vivente doveva essere figura diversa dal protagonista, e ne era spesso (ma non necessariamente) il figlio carnale. In caso di sua assenza, veniva rimpiazzato dal Sem.
- E c’erano, infine, due gruppi di artigiani che provvedevano a diversi aspetti del rito: gli Scultori (gnwtyw) che realizzavano la statua ove presente, e i Macellai che praticavano i sacrifici. Nelle esecuzioni povere, dei sacrifici se ne faceva spesso a meno, o ne bastava uno; invece, la presenza di più Macellai era necessaria per le Aperture della Bocca solenni, accompagnate spesso da vere ecatombi di bovini, capre e oche.
Tra i sacrifici, ce n’era uno in particolare, la macellazione di un toro (o di una mucca, a seconda delle versioni) che veniva considerato parte integrante del rito: infatti era stato con una mshtjw (zampa di toro, ma anche spada o ascia, ed era anche il nome della costellazione dell’Orsa Maggiore) che Seth aveva ucciso Osiride; ed è per impedire che questo accada di nuovo che, nel Libro dei Morti, i Quattro Figli di Horus vengono nominati Guardiani dell’Orsa Maggiore.
Era quindi importante che queste potenziali armi offensive fossero tolte di mezzo prima che Seth potesse metterci le mani; così, in questo sacrificio, le zampe anteriori venivano amputate al toro prima di ucciderlo, e consegnate al protagonista-Osiride.
Va anche detto, però, che Mshtjw inteso come dio dell’Orsa Maggiore, pur essendo un’incarnazione di Seth, non è per questo ostile a Sah, il dio di Orione che è proiezione di Osiride; anzi partecipa insieme a lui al viaggio diurno della Barca di Ra, essendo suo compagno fino all’orizzonte occidentale; e si tratta, se vogliamo, di un’amicizia simmetrica a quella che troviamo nella Nona Ora dell’Amduat, dove Seth e Osiride combattono fianco a fianco contro il Serpente Apep.
Naturalmente, queste sorprendenti manifestazioni di amicizia tra nemici irriducibili si possono spiegare con il fatto che esistono, tra Osiride e la sua manifestazione di Sah, sottili differenze teologiche: infatti, Osiride compie con Ra il viaggio attraverso l’Amduat, ma poi rinuncia a salire con lui sulla Barca diurna (primissima figura cristica) per rimanere ad assistere gli sventurati che nell’Amduat sono imprigionati, mentre Sah - se regna su Orione - si trova senz’altro nei paraggi, ma non è lo stesso Osiride.
Oppure, semplificando, si può spiegare la loro amicizia come un’immagine di quella conciliazione degli opposti che è una tappa, precoce e fondamentale, del percorso di trasmutazione; ma in ogni caso, a mio parere, il senso più probabile della reciprocità Osiride-Sah è illustrare la nozione ermetica per cui Orione segna il passaggio del trasmutante dall’influenza dei pianeti a quella delle stelle.
È conferma di questo anche il fatto che lo mshtjw, da ascia che uccise Osiride, diviene in questo rito uno strumento per l’Apertura della Bocca. Al Museo Egizio di Torino è conservata una piccola ascia-mshtjw creata a tale scopo, recante i nomi di Amenophis I e di Nefertari; e, negli ultimi anni, parecchie altre ne sono state rinvenute in vari scavi.
Le mshtjw più pregiate erano di ferro meteoritico, o meteorite, ed un nome alternativo di questo strumento era dw3-wr - un nome che contiene il geroglifico della stella, dw3, ed è anche palesemente collegato al dw3.t, l’(Am)duat, la cui collocazione mitica è la regione delle stelle circumpolari.
Tutti questi dettagli confermano quanto piena sia la corrispondenza della ritualità trasmutatoria egizia con il simbolismo delle stelle - un’arte non del tutto perduta, ma della quale i trasmutanti moderni non sono più in grado di cogliere tutti i particolari.
La mshtjw non era che uno degli elementi di un set di attrezzi, che possiamo così elencare:
- Lo scettro wr-hk3w;
- Il pss-kf;
- Le lamine ntrwy;
- Parecchi tipi di vasi cerimoniali, non tutti presenti in ogni versione del rituale - due vasi h’ts, quattro vasetti hnwt, quattro nmst, e numeri variabili di btw e di dsrt.
Scendiamo ora più nel dettaglio. Lo scettro wr-hk3w (grande di magia) aveva un manico di legno, la cui punta (in diaspro rosso, corniola o selce) era foggiata a testa di serpente o di ureo. In una versione del rituale (quella illustrata nella Cappella di Amenirdis I) si è certi, da una figura, che l’atto dell’Apertura della Bocca veniva materialmente realizzato con la sua punta; in altre versioni si è meno certi, ma comunque il Sacerdote Sem toccava sempre con il wr-hk3w la bocca del protagonista, mentre il Sacerdote Lettore recitava le formule atte a rendergli la forza vitale.
Invece il pss-kf era un bastoncino d’oro o di meteorite, o una selce, della lunghezza sui 10-12 cm., che ad una estremità si biforca a coda di pesce (nell’articolo La cometa del Coronavirus ho detto qualcosa sul senso questa forma, che è legata al venticinquesimo grado di Capricorno).
Le ipotesi a riguardo delle sue funzioni sono le più disparate: un cuneo che serviva a mantenere aperte le mandibole, un coltello da caccia, uno strumento per la circoncisione, una posata da tavola … però quella che appare più probabile è l’opinione di Ann Macy Roth, secondo la quale il pss-kf sarebbe stato usato - sia con le mummie che con le statue - per ripulire l’interno della bocca, ripetendo analogamente lo svuotamento del muco che viene praticato ai neonati perché possano respirare.
La sua funzione sarebbe stata dunque di simulare la seconda nascita, in combinazione con l’uso delle lamine ntrwy: piccole lastre piatte dalle estremità ricurve (in pietra scura, meteorite o vetro, e dipinte d’oro) raffiguranti dita, delle quali è certo che andassero introdotte nella bocca per purificarla.
Infine c’erano i vasi cerimoniali, contenenti varie sostanze necessarie all’esecuzione del rito. Erano perlopiù legate alla purificazione, come l’acqua consacrata a Osiride, le perle di bicarbonato (gli Occhi di Horus), incensi e oli diversi.
Ricordiamo i vari tipi di vaso: i quattro nmst - raramente solo due - erano di ceramica e col ventre arrotondato, soltanto di rado sostituiti dagli hnwt di rame, dalle pareti verticali. I nmst erano dipinti solitamente di bianco, ma anche di giallo, oro o rosso; in essi venivano contenuti gli incensi ed altre sostanze utili al rito, mentre nei drst (vasi in terracotta di colore rosso), l’acqua e gli altri liquidi. I btw, di pietra bianca, alabastro o gesso, erano piccolissimi vasi simboleggianti i denti del defunto; infine gli h’ts erano sempre due, uno bianco e uno nero, e sembra che il loro significato fosse del tutto simbolico, non necessariamente legato alla funzione di contenere qualcosa.
Nel resto dell’attrezzatura possiamo annoverare l’abbigliamento della statua o della mummia - gioielli, collari usekh simboleggianti il risveglio e consimili oggetti di potere - e anche le offerte di cibo, soprattutto di pane e di birra, che si assommavano ai sacrifici animali nella funzione di fornire nutrimento al Corpo di Gloria.
La parte del rituale solenne, che si svolgeva nella Casa d’Oro, era invariabilmente condotta sulla base di testi scritti. Veniva celebrata dal Sacerdote Sem con indosso una pelle di leopardo, o una maschera raffigurante un leopardo.
Nota: per gli specialisti di voodoo come me, è affascinante la questione se questo sia l’indizio di un legame dell’Apertura della Bocca con la Società del Leopardo - società segreta africana, antenata della Abakua cubana (la sua successione è forse presente anche nel duvalierismo), anch’essa avente origine da un mito legato alla trasmutazione.
Si tratta di una possibilità meno remota di quanto potrebbe sembrare, perché i legami tra l’esoterismo degli Egizi e quello dell’Africa Nera sono abbondanti; anche se questa non è la sede per enumerarli, si pensi solo agli Aun-Thom-Bha del mio articolo La dottrina segreta del voodoo haitiano.
E adesso, la sorpresa: quella che segue non è una delle varie versioni dell’Apertura della Bocca praticate in passato, bensì è il rituale come viene celebrato in seno alle società trasmutatorie di oggi.
Si tratta, per la precisione, della sua versione semi-povera: non quella povera perché viene celebrata su una statua e non su un khepri, non quella ricca perché (volendo) il protagonista stesso può impersonare il Sacerdote Sem, e non è necessaria la presenza di altre persone.
Si comincia con la tracciatura del cerchio, e quattro candele (facoltativo: verdi) sono disposte ai quattro punti cardinali.
Il rito è celebrato sotto il patrocinio di Osiride (Orione), quindi sarà bene sia presente un’immagine di Osiride a Nord, fuori dal cerchio.
Al centro del cerchio viene piazzato un catino contenente un mucchio di sabbia pulita; al centro del mucchio, viene piantata - in piedi e rivolta a Sud - la statua che raffigura il protagonista, con un taglio in corrispondenza della bocca e due per gli occhi (facoltativo: un Ureo sul capo) e un bastone nella mano destra, fissato in modo che possa essergli tolto di mano.
Nel cerchio (lato Est) sono disposti per l’uso: un accendino (facoltativo: quattro ciottoli verdi); una ampia tazza contenente d’acqua; un contenitore di bicarbonato (in luogo del natron usato dagli Egizi); un incensiere (piattino con carboncino); incenso in grani; un mortaio con pestello; un cucchiaio; due vasetti contenenti cosmetici - uno con tintura verde, l’altro nera (facoltativi: bende, un collare, gioielli, ornamenti); un vasetto d’olio.
Nel cerchio (lato Sud): un papiro (un cartoncino pergamenato) arrotolato, sul quale figura un testo scritto; un mantello bianco o giallo con strisce rosse; due zampe di toro; un cuore di toro; una piccola ascia; un coltello.
Il Sacerdote Sem, abbigliato con la pelle di leopardo, entra nel cerchio da Est; accende la candela a Est (facoltativo: depone un ciottolo verde ai piedi della candela, che è dedicata a Dunanwy, Dio dell’Est), solleva la tazza contenente d’acqua ed asperge la statua, dicendo: Signore Dunanwy, purifica N (il protagonista)!
Poi, portando con sé la tazza, gira intorno alla statua in senso antiorario e si porta a Nord; accende la candela a Nord (facoltativo: depone un ciottolo verde ai piedi della candela in omaggio a Horus, Dio del Nord); solleva la tazza e asperge la statua da Nord, dicendo: Signore Horus, purifica N!
Sempre portando con sé la tazza, si porta a Ovest; accende la candela a Ovest (facoltativo: depone un ciottolo verde ai piedi della candela in omaggio a Thoth, Dio dell’Ovest); poi solleva la tazza e asperge la statua da Ovest, dicendo: Signore Thoth, purifica N!
Infine a Sud. Accende la candela (facoltativo: depone un ciottolo in omaggio a Seth, Dio del Sud), solleva la tazza e asperge la statua, dicendo: Signore Seth, purifica N!
Il Sacerdote Sem diluisce poi cinque prese di natron (in egizio: smin)nell’acqua, e ripete il giro delle aspersioni. Questa volta ogni aspersione sarà doppia, e le parole saranno: Signore … purifica N due volte, per l’Apertura della Bocca, con lo smin dell’Alto Egitto!
Per il terzo giro, verranno diluite nell’acqua altre due prese di natron (per un totale di sette). Anche questa volta le aspersioni saranno doppie, e la formula sarà: Signore … purifica N due volte, per l’Apertura della Bocca, con lo smin del Basso Egitto!
Per il quarto giro, verrà acceso l’incensiere con cinque grani d’incenso, e verrà eseguita una fumigazione alla statua da ogni punto cardinale. La formula sarà: Sono state purificate le tue ossa, distruggi ciò che non va in te!
Dopodiché il Sacerdote Sem, tornato a Est, polverizzerà l’incenso rimanente nel mortaio, lo verserà nella tazza e lo mescolerà col cucchiaio; poi farà il giro in senso antiorario, esponendo in successione la tazza ai quattro punti cardinali; infine, giunto a Sud, la deporrà dinnanzi al catino contenente la statua, guarderà verso l’immagine di Osiride situata a Nord, e dirà: O Signore Osiride, ti ho presentato l’Occhio di Horus, che il suo profumo ti raggiunga!
A questo punto, il Sacerdote Sem si toglierà la pelle di leopardo, deponendola presso gli altri oggetti non in uso; poi si rannicchierà dinnanzi alla statua in posizione fetale, la mano destra appoggiata al centro del petto; dopodiché chiuderà gli occhi, e si abbandonerà ad una breve trance, o un breve sonno.
Quando si sentirà ritemprato si rialzerà, rindosserà la pelle di leopardo, e raccoglierà il cartoncino pergamenato. Poi prenderà delicatamente il bastone dalla mano destra della statua, srotolerà il cartoncino pergamenato e leggerà:
Il Sem dormiva nella Casa d’Oro;
poi qualcuno ha rotto il silenzio
e mi ha chiamato, e io mi sono svegliato,
ed ho visto mio padre in tutte le sue forme.
Marchia per me mio padre, come Horus marchia la pelle di leopardo!
Crea per me mio padre, la sua forma divina!
Ecco, io prendo una delle forme di mio padre,
la sua forma divina.
Si toglie nuovamente la pelle di leopardo, ed indossa il mantello bianco a strisce rosse; poi chiude a pugno la mano destra con il mignolo sporgente e proclama:
Io congiungo la sua bocca.
Accosta il mignolo alla bocca della statua, e lo muove avanti e indietro lungo le labbra; poi, rivolgendosi alla statua, le dice:
Io sono Horus. Sono venuto a cercarti.
Io sono tuo figlio, amato da te;
io ho congiunto la tua bocca per te.
Restituisce alla statua il suo bastone; si toglie il mantello bianco e rosso; rindossa di nuovo la pelle di leopardo, raccoglie l’ascia, il cuore, le zampe di toro e il coltello, e li trasferisce nel catino, ai piedi della collinetta di sabbia.
Si rivolge poi alla statua, e le dice:
Ho legato loro per te, ho portato i tuoi nemici.
Lui viene consegnato a te, e le sue braccia sono sopra la sua testa.
Afferra per lo zoccolo una delle zampe di toro, e ne passa l’altra estremità avanti e indietro lungo la bocca della statua, dicendo:
O N, sono venuto a cercarti dall’Alto Egitto.
Io sono Horus, e congiungo per te la tua bocca.
Io sono il tuo figlio amato, e apro per te la tua bocca.
Raccoglie la seconda zampa, e ripete il procedimento, sostituendo Alto Egitto con Basso Egitto.
Raccoglie l’ascia, e ripete il procedimento per intero, in silenzio. Poi dice:
O N! Io ho aperto per te la tua bocca,
con l’ascia che apre la bocca degli dei.
Sì, Horus apre la bocca di N;
come ha aperto la bocca di suo padre,
così ha aperto la bocca di Osiride,
con il ferro che viene da Seth,
che apre la bocca degli dei.
Così è aperta la bocca di N,
in modo che egli possa camminare e parlare
davanti alla grande Enneade,
nel nobile e straordinario Tempio di Eliopoli.
Raccoglie il coltello, e tocca con la sua punta, uno dopo l’altro, i due occhi della statua; poi lo depone, apre a forchetta l’indice e il medio della mano destra, e con questi tocca gli occhi per due volte.
Poi dice:
O N, come Horus ha aperto la tua bocca per te, lui ha anche aperto i tuoi occhi,
con il coltello e con le sue dita,
che aprono gli occhi di tutti gli dei dell’Alto Egitto.
Il Sacerdote Sem intinge la punta dell’indice destro nei vasetti contenenti le lozioni cosmetiche, e con esse abbellisce gli occhi della statua (volendo, può anche decorarla con le bende, il collare, i gioielli e gli ornamenti); poi, dopo che ha terminato queste operazioni, fumiga il cerchio con l’incenso abbondantemente.
Infine raccoglie il vasetto d’olio, e con l’indice della mano destra unge le labbra e gli occhi della statua, ripetendo: Sii puro per il tuo ka, o N, sii puro per il tuo ka.
Si porta poi ancora una volta a Sud, dinnanzi alla statua, e le dice:
O N, Horus ti ha adornato con la sua benda,
ed è entrato nella tua terra con trionfo,
e la tua testa è stata incensata
con l’incenso dal dolce profumo.
Eccoti ora, o N, il Bianco!
O N il Bianco, il tuo ka ti riconosce davanti ai tuoi padri.
Partendo da Est, si inchina in senso antiorario ai punti cardinali; poi si inchina alla statua, si inchina a Horus e esce dal cerchio via Est.
Daniele Mansuino
Altri articoli sull'Esoterismo
Daniele Mansuino offre gratuitamente il suo Ebook:
Scaricalo nel formato PDF > 666
Libri pubblicati da Riflessioni.it
RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA 365 MOTIVI PER VIVERE |
|