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Tassati e Tartassati
Origini e storia delle tasse di Donata Allegri
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Nel Medio Evo, fino alla rivoluzione francese, si ebbe l'esplosione dei commerci e quindi la nascita di nuove classi sociali, quella dei banchieri e quella dei mercanti. I re si facevano prestare soldi da queste classi e, per poterli restituire imponevano tasse ai cittadini. Così, fra le imposte dirette si ebbero: le vingtième del reddito che era un'imposta ordinaria; l'impôt sur le revenu che, anche se era un'imposta straordinaria, veniva ripetuta spesso; la taille che colpiva il reddito della proprietà terriera, però ne erano esentati il clero ed i nobili; altre tasse erano, i doni gratuiti del clero, la capitazione, la corvée royale che consisteva in prestazioni di lavoro. Oltre a queste vi erano poi i dazi, anche sul sale. Quest'ultima obbligava i contribuenti a comperare una certa quantità di sale, molti anni più tardi, questa tassa verrà trasformata in monopolio. Il difetto principale di questo sistema tributario consisteva nell'immunità di alcune classi privilegiate, che rendeva necessaria un'imposizione eccessivamente gravosa e mal ripartita, a danno della classi medie ed inferiori e soprattutto della popolazione rurale.
La Rivoluzione francese cambiò molte cose però vennero commessi molti errori. L'Assemblea costituente, in un primo momento fece una revisione saggia del precedente sistema tributario, ma in seguito sia la Costituente che la Convenzione abrogarono le imposte sui consumi ed i monopoli fiscali, senza preoccuparsi di colmare questi vuoti e questo unito alla condizione di generale disordine in cui era caduta la Francia, condussero, negli ultimi anni della Rivoluzione, le finanze dello Stato sull'orlo dell'abisso. Il governo riuscì ad avere un nuovo sistema di imposte grazie a Napoleone che ristabilì anche l'ordine sociale e politico. Il nuovo sistema segnava un compromesso fra lo slancio ideale della Rivoluzione e le esigenze dello Stato, in pratica veniva perfezionato il sistema precedente. Furono abbandonate le dogane interne che le merci dovevano pagare passando attraverso varie province, o in determinate località situate su strade e fiumi. Furono però ristabilite alcune imposte sui consumi, come quella sulle bevande (1804-1808), l'imposta sul sale e quella sul tabacco ma sotto forma di monopolio. I diritti di registro e di bollo furono riordinati in una vasta legislazione molto fiscale ma tecnicamente eccellente.
Nel campo delle imposte dirette la taglia fu sostituita dall'imposta fondiaria a carico di tutti i proprietari di terreni e di fabbricati basata sul sistema del catasto. A fianco a questa furono istituite l'imposta personale mobiliare e l'imposta personale o taxe de citoyen, quest'ultima era fissata in una misura equivalente al prezzo di 3 giornate di lavoro (il prezzo variava da 50 centesimi a fr.1,5).
Al sistema delle imposte dirette fu aggiunta anche quella sulle finestre e sulle porte. Questa tassa fu imposta anche alla Repubblica Ligure infatti il Governo Francese, nel 1799 dopo aver preteso dalla Repubblica ligure, che considerava terra da cui depredare fiumi di soldi per mantenere il proprio esercito imposte per cinquantaquattro milioni e ottocentoventicinque mila lire, somma astronomica per quei tempi, aggiunse la tassa sulle finestre, ogni cittadino doveva pagare quest'imposta secondo la quantità di luce e di aria che riceveva nella sua casa, in altre parole più finestre aveva più pagava.
Come si è visto, gli esattori di tutti i tempi non si sono mai lasciati sfuggire nulla, tuttavia alcune tasse, per la loro fantasia, avrebbero dubbio fatto impallidire anche Tolkien, il padre della trilogia de "Il signore degli anelli".
Lo zar Pietro il Grande (1689-1725) impose una tassa sulle barbe nata per colpire nell'orgoglio i nobili più anziani che rifiutavano la cultura occidentale.
In Prussia, c'era la tassa sugli stivali mentre in Inghilterra, nel XVI secolo, una sulla polvere di riso. Particolarmente curiosa è la tassa sulle vedove risposate troppo presto, introdotta in Spagna nel XIV secolo per scoraggiare le uccisioni del coniuge.
In Italia possiamo trovare diversi esempi: nella Venezia del '400 si pagava la tassa sulle parrucche mentre nel ventennio fascista, per spronare a metter su famiglia, fu introdotta la tassa per i celibi.
Più cattiva è sicuramente la tassa sugli ebrei introdotta in più di uno Stato in diversi periodi storici. Ludovico il Bavaro nel XIV secolo impose, infatti, il pagamento di un fiorino ad ogni ebreo che avesse più di 12 anni.
I Romani furono tra i primi ad utilizzare curiose gabelle: basta pensare alla tassa sui municipi erari pagata dagli abitanti dei territori conquistati che non si erano arresi velocemente. O ancora alla tassa sui senatori scapoli voluta da Augusto per salvaguardare la famiglia come fondamento della società.
Bisogna dire che alcune di queste tasse procurarono molti danni: nella Polonia nel 1700 quando fu istituita la tassa sui camini, i polacchi reagirono togliendoli e affumicando le case.
Le tasse sulle finestre, condussero al fatto che molte finestre furono murate, le case divennero malsane e, quindi, vi fu un aumento della tubercolosi nella città. Come curiosità si può dire che forse è da questa tassa che derivò l'usanza di dipingere sulle facciate delle case porte e finestre finte, ed è per questo che le finestre si chiamano anche imposte.
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