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Giovanni Scoto Eriugena
(810-880 d.C.)
Giovanni Scoto Eriugena nasce in Irlanda (Eriugena = nato in Eriu, antico nome celtico dell'Irlanda). Eriugena è il traduttore latino del Corpus Areopagiticum (gli scritti attribuiti a Dionigi Aeropagita), incarico affidatogli dall'imperatore Carlo il Calvo.
Eriugena fu uno degli esponenti di spicco della scuola teologica irlandese, una delle più importanti della tradizione cristiana. La sua opera più famosa è il Periphyseon, ma viene anche ricordato come traduttore di molte opere della patristica greca, tra le quali quelle di San Massimo il Confessore, anch'egli traduttore e commentatore di Dionigi, e di San Gregorio di Nissa.
1. Dio è la rappresentazione del mondo
Giovanni Scoto Eriugena si inserisce nel filone neoplatonico. Non per nulla il suo pensiero risulta influenzato dal lavoro svolto attorno al Corpus Areopagiticum.
L'idea centrale del pensiero di Eriugena è la tesi neoplatonica che il mondo è una manifestazione di Dio. Il cristianesimo sostiene che Dio e il mondo da Lui creato sono due sostanze e due realtà diverse. Scoto afferma che la sostanza di Dio è si diversa e inconoscibile per gli uomini, ma il mondo umano è comunque lo specchio della sua mente.
La fede cristiana è dunque la possibilità che Dio dà all'uomo di venire a contatto con la Sua natura divina e non umana. L'uomo è destinato alla divinizzazione, spetta a lui scegliere la fede per essere partecipe, anche solo in parte, dell'inconoscibile che gli è precluso a causa della sua natura limitata.
2. La divisione della natura
Sempre nell'ambito della sua visione neoplatonica, Eriugena divide la natura in quattro parti:
- La natura che crea è non è creata (Dio, il creatore increato, analogo al primo motore di Aristotele);
- La natura che crea ed è creata (le cause primordiali di tutte le cose);
- La natura che non crea ed è creata (ogni organismo biologico ma anche ogni elemento naturale non organico);
- La natura che non crea e non è creata (ovvero l'oscurità del male indefinito, che non è creato da Dio e non genera nulla di positivo ma può solo distruggere).
Per Giovanni Scoto Eriugena esiste quindi una sorta di gerarchia nella natura, analoga ma diversa dalle ipostasi di Plotino. Il suo è il tentativo di coniugare l'idea quasi eretica del mondo come emanazione divina (quasi un panteismo) e il dogma cristiano della diversità e divisione tra natura terrena e natura divina.
Eriugena afferma poi che la ragione non può dipendere dalle auctoritas per essere valida, ma è piuttosto la ragione che sanziona e convalida le auctoritas (cosa che in realtà non troverà molto riscontro nella prassi comune della "scienza" medievale).
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