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Omeopatia e Omotossicologia
dr. Maurizio Pierpaolo
Come spesso accade (ricordiamo la scoperta dell'America), anche la scoperta del principio omeopatico di guarigione, deve molto al caso. Circa duecento anni fa il medico, ricercatore e chimico, Hahnemann (1755-1843) mentre traduceva un'opera medica dall'inglese al tedesco (materia medica di Cullen), riscontrò una descrizione confusa sull'attività terapeutica della corteccia di china, secondo la quale la china avrebbe avuto capacità di guarire la febbre malarica eccitando l'attività gastrica. Hahnemann rimase colpito in particolare dall'osservazione che i lavoratori della corteccia di china (all'epoca utilizzata per preparare febbrifughi e ricostituenti) lamentavano disturbi derivati dall'intossicazione delle polveri di corteccia di china, molto simili ai sintomi della febbre malarica.
Partendo da ciò il dr. Hahnemann iniziò a sperimentare su sé stesso (novità assoluta), gli effetti della corteccia di china e pertanto avviare una modalità di ricerca medica sperimentale. In tal modo nacque l'osservazione attenta e documentata (materia medica omeopatica) degli effetti delle sostanze somministrate a dosi ponderali (patogenesia o malattia da farmaco). La malattia generata in questo modo poteva essere curata dalla stessa sostanza diluita e omeopatizzata, quindi per guarire dalla febbre malarica generata dalla corteccia di china a dosi massicce, bastava diluire omeopaticamente la stessa corteccia e somministrarla. La diluizione del farmaco omeopatico rispetta un preciso gradiente decimale (omeopatia tedesca) e centesimale (omeopatia francese) e ad ogni diluizione si effettua un potenziamento di dinamizzazione detto succussione. La diluizione è però solo uno degli elementi decisivi della terapia omeopatica: è necessario per guarire che il medico possa stabilire la terapia in base al quadro tossicologico e farmacologico della malattia, nonché elementi costituzionali del paziente cosi da poter applicare il farmaco omeopatico in base alla specularità dei suoi sintomi (similia similibus curentur).
Nel 1796 (periodo di piena rivoluzione francese) l'allora rinomata rivista specialistica "Hufeland Journal" pubblica "Prove sul nuovo principio di ricerca di virtù terapeutiche nelle sostanze medicinali" di Samuel Hahnemann. Nasce ufficialmente l'omeopatia.
Scientificità dell'omeopatia
Soltanto negli ultimi anni però si è riusciti a chiarire il meccanismo d'azione del farmaco omeopatico, grazie ai risultati di un nuovo filone di ricerca: l'omotossicologia.
Essa studia i fattori tossici o velenosi per l'uomo in una visione più vicina alla considerazione della biochimica, della fisiologia, della farmacologia e ricerca medica in generale. La scienza omotossicologica considera alla base dei processi patologici il fatto che questi processi si sviluppano per via di trasfomazioni chimiche. A tal riguardo è importante identificare quei principi chimici che, in caso di malattia, sono identici ai veleni che hanno scatenato la patologia.
La patologia secondo l'omotossicologia è espressione della lotta che l'organismo mette in atto contro tossine per renderle innocue ed espellerle. La malattia in questa visione è un processo di utile funzione biologica finalizzata cioè alla disintossicazione naturale. Prendiamo per esempio la febbre, essa non è affatto una reazione senza scopo, ma un segno di attività immunitaria intensificata attivata nel tentativo di compensare danni creati da una sostanza tossica di provenienza endogena o esogena.
L'omotossicologia ha potuto dare una spiegazione scientifica dell'omeopatia di Hahnemann anche in base alla legge, fondamentale in biologia, di R. Arndt e H. Schultz che prova la validità dell'effetto inverso (legge del simile in omeopatia) affermando che stimoli deboli eccitano le funzioni biologiche,stimoli forti le inibiscono.
H.H.Reckeweg (1905-1985) il medico tedesco che ha evoluto l'omeopatia di Hahnemann, è un medico dei nostri giorni. Egli ha considerato le trasformazioni della patologia in relazione ai danni ambientali, all'uso massificato di farmaci, di disagi sociali del nostro tempo, ed è riuscito a sintetizzare la moderna medicina considerando le patologie come risposta difensiva dell'organismo in senso escretorio (espulsione tossinica) e in relazione al grado di intossicazione del paziente (v. fasi omotossiche). La terapia dell'omeopatia omotossicologica annovera nuovi farmaci omeopatici, fra cui la somministrazione di fiale iniettabili (vera svolta del procedimento) ed è, come risaputo, riconosciuta dal servizio sanitario nazionale Tedesco dagli anni '50', in quanto applica nell'iter di sperimentazione dei farmaci i criteri richiesti dalla medicina accademica cioè, studi in vitro, in vivo, versus placebo e versus farmaco allopatico corrispondente.
Dr. Maurizio Pierpaolo
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