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Meditazione come osservazione della mente

Discorsi di Dharma

di Geshe Gedun Tharchin

Indice articoli

 

Insegnamenti del Venerabile Lama Geshe Gedun Tharchin, Lharampa. Incontri, lezioni e scritti su Dharma, Meditazione e Buddhisimo.

 

Una Vita Significativa in Pace e Armonia

- Novembre 2017

 

Siamo riuniti oggi per parlare dell'approccio Buddhista ad una vita significativa in pace e armonia che, generalmente, sottintende la necessità di trasformare radicalmente il proprio modo di pensare.
Non è necessario diventare Buddhisti per seguire questo percorso benefico per chiunque, pertanto questi due giorni non saranno di pratica devozionale Buddhista ma di studio, di insegnamento, di pausa e di riflessione meditativa. Non è nemmeno necessario esercitare uno sforzo eccessivo per comprendere le spiegazioni, non sarebbe un metodo corretto, ma semplicemente aprirci ad un atteggiamento mentale disteso, rilassato, sereno. Un tempo che dovrebbe essere dedicato alla “ricarica” delle energie fisiche e mentali perdute durante una faticosa settimana di lavoro e di tensioni. La vita moderna è strutturata in modo tale che, senza esserne consapevoli, per farvi fronte spendiamo una quantità enorme di energia che necessariamente deve essere recuperata in un rinnovamento fisico e spirituale atto a ristabilire il giusto equilibrio. Il riposo indubbiamente favorisce un’immediata ripresa fisica, ma non è sufficiente, infatti l’energia vitale deve essere riacquisita soprattutto sul piano mentale e spirituale; la vera forza è l’energia interiore. Per questo è necessario imparare ad abbandonarsi ad uno stato di rilassata consapevolezza sul piano fisico e psichico, in modo da poter mantenere la chiarezza mentale e la capacità di vedere e comprendere il cammino spirituale da percorrere. Questo è lo scopo primario del nostro incontro.
Un secondo scopo è imparare ad economizzare e ottimizzare nel quotidiano le proprie energie, di cui si deve avere particolare cura. È evidente a tutti come, soprattutto nelle società industrializzate, si viva convulsamente, bombardati da doveri e stimoli di ogni genere, con un conseguente abnorme spreco di energie, anche soltanto per garantire minimi parametri di vita, dunque sarebbe opportuno fermarsi domandandosi se sia davvero necessario lo sperpero di tutto il patrimonio energetico per ottenere un risultato in fondo scarso. Non sarebbe più oculato risparmiarne un po’? È possibile imparare a rilassarsi profondamente, interiormente, dando il giusto valore alle cose e spendendo per le stesse il minimo di energia necessario, altrimenti è un bel guaio rischieremmo di lavorare molto, spendere tutta l’energia e, oltretutto, guadagnando poco! (risata, è evidente lo scherzo.)
Un terzo obiettivo è l’aspetto religioso, la propria realizzazione spirituale, lo sviluppo delle qualità interiori di conoscenza, comprensione, compassione e saggezza. Parallelamente all’approfondimento di queste capacità matura in noi la “felicità”.
Il termine “felicità” si presta a svariate interpretazioni, esiste una felicità di breve durata - temporanea, una felicità più durevole nel tempo - di lunga durata e, infine, una felicità definitiva - che non cessa mai ed è relativa alla spiritualità. Per un Buddhista la felicità definitiva è il Nirvana, per un Cristiano è il Paradiso, ma comunque la si voglia chiamare, è un aspetto della natura della mente.
La felicità definitiva è una qualità essenziale della mente umana e il giusto cammino è quello che, passo dopo passo, conduce alla sua realizzazione.
Il Paradiso, come il Nirvana, non rappresenta un luogo fisico ma una realtà che deve essere sperimentata; se fosse solo un aspetto di Dio e noi non potessimo sperimentarlo, di fatto per noi non esisterebbe; è una qualità della nostra mente perché la nostra mente può sperimentarlo.
La felicità definitiva è sperimentata, vissuta dalla mente umana, è insita nella mente umana, è una qualità della mente. I Buddhisti parlano di “mente”, di “coscienza”, i Cristiani di “anima” ma, comunque la si voglia definire, è questa essenza o capacità della natura umana che sperimenta la felicità definitiva. Non soltanto Dio, ma anche l’uomo ne è pienamente partecipe.
La nostra coscienza non solo ha la capacità, ma addirittura il talento, di ottenere la felicità, può demolire completamente le barriere della confusione, delle difficoltà e dei problemi. In sintesi gli obiettivi di questo incontro sono:
1. Imparare a rilassarsi, sia fisicamente che mentalmente;
2. Acquisire una conoscenza che porti ad una maggior saggezza nell’utilizzo oculato della propria energia;
3. Ottenere tutti gli elementi per raggiungere e sperimentare, passo dopo passo, la felicità definitiva, completa, piena.
Tre passaggi strettamente correlati tra loro e dipendenti uno dall’altro, infatti con l’apprendimento della pacificazione, del rimanere tranquilli, sereni, rilassati, si acquisisce una conoscenza profonda della vita, una maggior comprensione delle diverse situazioni, si matura la necessaria saggezza per affrontare i vari aspetti dell’esistenza e si utilizza in modo equilibrato la propria energia senza sprechi nocivi. Questa saggezza consente lo sviluppo delle proprie capacità, necessarie all’ottenimento della pace duratura.
È importante riconoscere con chiarezza il collegamento sequenziale dei tre momenti che conducono alla realizzazione della felicità completa; osservare come essi non siano tra loro contradditori ma strettamente connessi.
Ogni realtà è correlata!
A volte si pensa di dover compiere determinate azioni che avranno un beneficio nel futuro e ci si concentra esclusivamente su questa proiezione perdendo di vista il momento presente oppure, al contrario, si è totalmente immedesimati in una particolare azione del presente dimenticando completamente la visione della realtà complessiva, dei risultati che questa azione avrà nel futuro. In entrambe le situazioni tutto diventa pesante e complesso; la stessa pratica del Dharma, se si è perduta la visione serena dell’insieme, è gravosa e sterile mentre nella sequenzialità del cammino e nella visione d’insieme, la pratica spirituale è leggera, è vera gioia.
Si deve procedere passo dopo passo, non si possono saltare le tappe obbligate dell’esistenza. Non si può vivere completamente nel futuro ignorando il presente come se non esistesse, e non si può vivere esclusivamente il momento presente ignorandone le inevitabili ricadute nel futuro.
Se non abbiamo la capacità di realizzare pace, serenità, rilassamento e distensione nel presente che stiamo vivendo come potremmo presumere che tutto questo possa avvenire, quasi per magia, in un momento successivo, nel futuro? È impossibile, questo non si verificherà.
Il raggiungimento del Nirvana inizia ora, parte dal momento presente e, passo dopo passo, gradino per gradino, si realizza.
Qual è il modo migliore per seguire il percorso graduale? Nella letteratura Buddhista vi è una considerevole abbondanza e varietà di metodi e ognuno può essere di immenso beneficio e aiuto, indipendentemente dalla scelta individuale di aderire o meno ad un determinato percorso religioso e spirituale. Sono strumenti validi per tutti e non è assolutamente necessario professare una religione, qualsiasi essa sia. Ciò ovviamente non significa che i percorsi religiosi, le varie confessioni spirituali siano inutili, ci sono persone che attraverso l’adesione formale a una religione si sentono maggiormente a proprio agio, facilitati nel percorso e quindi positivamente vi aderiscono, ma deve essere chiaro che questi metodi sono altrettanto validi anche per persone non religiose.

 

   Geshe Gedun Tharchin

 

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