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Il Dio-Cervello di Michelangelo

di Guido Mangano, Ernesto de Bernardis e Giovanni Scapagnini
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Il Neoplatonismo
Centro principale di sviluppo e fulcro di diffusione di queste nuove dottrine fu Firenze, e qui l'artista le avrebbe assimilate durante gli anni della formazione, alloggiando presso il suo mecenate Lorenzo il Magnifico, che come afferma il Vasari ebbe un atteggiamento paterno nei confronti del giovane Michelangelo:
[Lorenzo il Magnifico] "...fatto proposito di aiutare e favorire Michelagnolo, mandò per Lodovico suo padre, e gliene chiese, dicendogli che lo voleva tenere come un de' suoi figlioli, ed egli volentieri lo concesse; dove il Magnifico gli ordinò in casa sua una camera, e lo faceva attendere, dove del continuo mangiò alla tavola sua co' suoi figlioli ed altre persone degne e di nobiltà, che stavano col Magnifico, dal quale fu onorato...".

 

Ebbe, quindi, sicuramente stretti contatti con intellettuali quali Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, che furono tra i più insigni esponenti di una filosofia che aspirava a conciliare il pensiero della Chiesa con quello dei Platonici e che come lui frequentavano il Giardino di S. Marco punto di incontro, messo a disposizione da Lorenzo, per i grandi personaggi della cultura di allora. E' questo il periodo in cui sorge l'Accademia Platonica.

La filosofia sviluppata alla corte di Lorenzo il Magnifico, aveva radici antiche: Platone e i suoi epigoni, la Cabbala ebraica, la magia Caldea ed il Cristianesimo. Da questi fondamenti gli uomini del Rinascimento fiorentino svilupparono nuove concezioni, in cui il Mondo assume un aspetto dinamico dove l'uomo altro non è che un gradino intermedio tra l'essere e Dio. L'uomo non è più visto come qualcosa di casuale o fortuito, ma, al contrario, funzione di una causa, e finalizzato al raggiungimento dell'unità con il resto delle cose attraverso l'intelletto, ultimo gradino prima della Divinità.

Questa concezione, nuova per il tempo, costituisce il terreno di coltura per una nuova generazione di studiosi che applicano la loro ricerca alla comprensione del mondo per fini teologici ed ascetici. L'uomo acquista così una sua dignità perché, appunto, non più passivo e supino alla Natura, ma quanto più è attivo tanto più tende alla perfezione.

 

Michelangelo si muoveva in questo ambiente, partecipava ai dibattiti, assorbiva una nuova dottrina che mutava il modo di vedere il Mondo; era circondato da una cerchia di aristocratici che proclamava l'unità con Dio attraverso un'ascesi che passa per diversi gradini, di cui l'ultimo è l'intelletto.

 

L'intelletto, nella visione degli appartenenti all'Accademia Platonica, era simbolicamente rappresentato dagli angeli, come nella sua opera fondamentale, "Theologia Platonica", scriveva Marsilio Ficino:

"L'anima imita Iddio con l'unità, gli angeli con l'intelletto, la specie propria con la ragione, gli animali bruti col senso, le piante col nutrimento, le cose che mancano di vita con l'essere. E' dunque l'anima dell'uomo in un certo modo tutte le cose".

 

Epilogo: perché un cervello?

Michelangelo conosceva le argomentazioni neoplatoniche sull'intelletto, e sapeva che gli anatomisti suoi contemporanei, con cui era in stretto contatto, ponevano la sede dell'intelletto nei ventricoli del cervello.

Scriveva Berengario da Carpi, professore di anatomia a Bologna all'epoca in cui Michelangelo eseguiva la volta della Cappella Sistina:

"Sia che la mia opinione sia nuova o antica, io credo che sia molto convincente. Ritengo che i citati poteri della mente siano localizzati nelle due cavità anteriori del cervello, che la fantasia sia localizzata anteriormente e non altrove, che il pensiero stia a metà e la memoria posteriormente, e anche ai lati, perché la parte posteriore di quel ventricolo si estende ai lati delle orecchie".

Alcuni studiosi hanno ravvisato nella volta della Sistina degli elementi che potrebbero far leggere l'opera in chiave neoplatonica: le immagini lungo il perimetro della volta, i Profeti e le Sibille, sono state giudicate come le rappresentazioni di Neoplatonici. All'interno di questo quadro interpretativo viene ora ad assumere una posizione centrale la raffigurazione della "Creazione di Adamo".

Infatti, Michelangelo, partecipe del pensiero neoplatonico, avrebbe potuto mettere tra Dio e Adamo gli angeli, allegoria dell'intelletto, forse con il proposito di indicare la strada per arrivare all'unità con il Creatore; peraltro non è da escludere che, conoscendo l'anatomia e la funzione del cervello come sede dell'intelletto, abbia modellato Dio ed angeli in tal guisa.
Fonte: www.debernardis.it

 

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(Ndr) Alcune possibili letture osservando "La creazione di Adamo" dopo aver letto l'articolo:

 

1) Dio crea l’uomo;
2) Dio è la mente;
3) Nella mente c'è Dio;
4) Dio è nell’uomo;
5) Dio è una creazione della mente dell’uomo;
6) Adamo osserva quello che la sua mente sta creando;

 

Il titolo stesso ha una doppia lettura:
1) Dio crea Adamo "La creazione di Adamo"
2) Ciò che Adamo crea "La creazione di Adamo"

 

Febbraio 2006

 

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