Riflessioni sul Cristianesimo
di Pier Angelo Piai
Ognuno di noi partorirà il futuro uomo nuovo
Giugno 2013
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e vi gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla". (Gv.16,20)
Anche San Paolo riprende il tema del parto quando dice:
“Fratelli, io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà esser rivelata in noi.
La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità — non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa — e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.” (Romani 8,18-23)
Noi tutti viviamo nell’attesa della redenzione del nostro intero essere: corpo, anima e spirito. Gesù è molto esplicito facendo l’esempio della partoriente triste che attende la sua ora. Tutti siamo in qualche modo “partorienti”, perché aspettiamo la nascita dell’uomo nuovo.
La gestante deve fare in modo di custodire la creatura che porta in seno. Ma il feto si sviluppa grazie alle leggi della natura, non per un suo intervento diretto.
Tramite la gestante tutto concorre alla crescita del nascituro: la società in cui ella agisce, il cibo che mangia, lo stato psicologico, le scelte che ella compie in ogni momento. Anche un nonnulla potrebbe influenzare l’evoluzione del feto.
Quando si avvicina l’ora la partoriente spesso è afflitta perché non sa cosa realmente l’attende e se l’evento riuscirà bene. Una volta nato il bimbo, però, è contenta e dimentica le sofferenze passate perché la gioia supera tutto.
Così anche ognuno di noi. Siamo “gestanti” di noi stessi, perché il nascituro che rechiamo nel nostro seno sarà la nostra stessa persona rinnovata in Gesù Cristo, l’uomo-Dio perfetto a cui dovremo assomigliare.
Durante la “gestazione”, cioè la vita terrena, spesso ci affliggiamo perché fatichiamo ad affrontare la vita quotidiana di ogni giorno, carica di problemi di ogni tipo. Viviamo tra luci ed ombre sempre più consapevoli delle nostre fragilità. La nostra fede è un flebile lumino, non comprendiamo quasi nulla del mistero dell’esistenza e del dolore che ci circonda ed è in noi.
Però possiamo attendere nella speranza perché Gesù morto e risorto stesso ci indica l’uomo nuovo che saremo in Lui.
Pier Angelo Piai
www.mondocrea.it
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