Riflessioni Filosofiche a cura di Carlo Vespa Indice
Negativo e problema della dialettica in Theodor W. Adorno
Di Alberto Simonetti giugno 2011
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6. Conclusioni
Tracciando un quadro conclusivo, possiamo affermare la radicale ipotesi di apertura che affiora dalla struttura teoretica adorniana, la critica del rischio dell’assolutizzarsi della ragione e del suo regresso ravvisabile nella concezione di una realtà ridotta a puro fatto; la prospettiva negativo-critica come dispiegamento che faccia affiorare la logica del potere repressivo che sottende al polo sintetico-affermativo della dialettica hegeliana, l’inganno politico e sociale del fine conciliante del positivo. La dissoluzione di quest’ultimo è il nodo cruciale del percorso adorniano, nel costante attraversamento della provvisorietà dialettica, del dimorare nel negativo, laddove il “fuori da” si fa differenza radicale dalla totalità monolitica.
Un pensiero accompagnato da quella che potremmo definire come una “militanza del sospetto”, scepsi di ogni sistema chiuso, separazione che disgreghi l’inganno mistificante e riconsegni all’umano il volto di un’unita in perenne movimento liberante.
L’unica conclusione praticabile risulta essere nel rifiuto di ogni ontologia, di ogni Essere soggiogante la finitezza, l’umano esistere; il disvelamento del rischio politico di un’ontologia che venga giustificata (vedi Heidegger) come prassi storica, portatrice di una monolitica verità che determini i rapporti tra gli individui come già posti, già pensati, manipolati con raffinatezza logica e politica, è l’emblema del percorso di Dialettica negativa, affiancato dalla critica al formalismo etico di Kant, alla pretesa di determinare a priori l’Io del singolo, non badando alle infinite molteplicità logico-emotive che esso possiede (si potrebbe parlare di critica dell’identità trascendentale).
Illuminante è la frase di apertura dell’opera analizzata, che dimostra i propositi e l’intreccio della teoresi con le dimensioni più variegate quali l’economia, la sociologia, la metafisica, la storia: «L’espressione dialettica negativa viola la tradizione […] Questo libro vorrebbe liberare la dialettica da una siffatta essenza affermativa, senza perdere neanche un po’ di determinatezza» (1)
Accogliere il messaggio di Adorno, è porsi su piani teoreticamente mobili, in sé contrassegnati dal differenziale critico e prospettico, e non meno ricchi di istanze morali che investono la dignità dell’uomo, respingendo il regresso cosalizzante della nostra epoca. È intraprendere un itinerario che investe la globalità dell’individuo, proprio inteso nella sua irriducibilità di essere in-divisum, capace di serbare la sua natura più profonda insieme ad una tensione produttivo-creativa nella cui dimensione sola si realizza la vita come libertà.
Alberto Simonetti
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NOTE
1) T.W.Adorno, Dialettica negativa, cit., p. 3.
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