Riflessioni Filosofiche a cura di Carlo Vespa Indice
Il paradigma di Forrest Gump
Elogio alla mediocrità e all'errore creativo.
Di Alfredo Canovi maggio 2011
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L’Estetica
Parlare di estetica, di bellezza può sembrare impertinente secondo chi desidera dialogare di concetti pretestuosamente più "alti"... , etica, economia, morale, sociologia, politica ecc...
Non è così.
Le scienze, quelle appena elencate, come molte altre, hanno al centro di se stesse l'uomo; esso è il fulcro di tutte loro, l'archè ed il logos, la loro ragione di essere come enti, di esistere.
Premetto questo, la ricerca alla base di tutte le utopie e mai raggiunta fin'ora (e temo per molto altro tempo ancora) non è quello di avere leggi migliori, una migliore società, una scuola migliore, una nazione perfetta ma semplicemente di avere "l'uomo perfetto".
Io, da appassionato, trovo stupefacente la singolarità della cultura greca, alla quale faccio molto spesso riferimento nei miei scritti, ed anche in questo caso mi stupisco di quanto essa fosse evoluta.
Non so bene quando sia successo né dove, ma la scissione tra la bellezza, intesa in senso greco e l'estetica... postulata da Baumgarter alla fine del diciottesimo secolo, ha portato alla pericolosa situazione, che vediamo oggi ben evidenziata, persino nell'ambito dalla morale.
L'estetica è la dottrina della conoscenza sensibile e della sua perfetta realizzazione nella bellezza, un'arte che ruota attorno alla esteriorizzazione, alla codifica delle condizioni alla base delle quali si ha il bello, in ambito artistico, appunto, ma anche musicale, poetico ecc...
Quando, come ora, diventa una dottrina finalizzata alla creazione, in campo sociale, della mera bellezza fine a se stessa, di vuoti simulacri creati per servire l'ultima delle divinità pagane, diventa sistema di potere anch'essa, quindi esecrabile in senso etico.
Come siamo lontani dai canoni greci.
Kalokagathía, la parola stessa che definiva il bello, anche in campo umano, era formata del "agathós" (buono) e kalòs (bello).
Esprimeva la simbiosi che doveva esistere tra la bellezza esteriore intesa come adesso, ed un tipo di bellezza morale.
Non si poteva, come oggi essere belli e basta (fare unicamente di questo aspetto, dell'aspetto, la propria forza) ma esso doveva coesistere con un'ampia levatura morale ed anche con una cultura ed una capacità dialettica considerevoli.
Insomma essi erano protesi alla ricerca della perfetta bellezza che legava i prodromi dell'estetica a quelli di una grande etica personale, quello che oggi chiameremmo "Amor proprio", inteso come amare così tanto se stessi da cercare di esser le migliori persone possibili, per se stessi e per gli altri.
Beninteso, anche loro ricorrevano ad espedienti per aumentare il loro fascino, come il periodo in cui in Grecia tutti si fecero biondi oppure curavano il loro aspetto fisico con cosmetici e sport, ma ciò non era che un lato della bellezza che andavano bramando.
La menzogna è quel supporto psichico che ci rende più facile interfacciarci con gli altri... è stato detto, come è stato dimostrato che la bellezza, oggi come oggi è intesa unicamente come (blando a volte, altre meno) strumento di coercizione psicologica inconscio.
Il ricorso, quindi alla chirurgia estetica, alla cosmesi ecc. è visto come tentativo di sfruttarla il più a lungo possibile, di mentire non solo a se stessi ed agli altri, ma anche al tempo, come donchisciottesco tentativo di ingannarlo.
Scrissi una volta: "E' ovvio persino ai polli che la televisione sia stata l'arma vincente in questo campo morale, altrettanto ovvio che creare situazioni dove le tue cellule cerebrali si squaglino, contrapposte ad altre dove ti presentano simulacri perfetti fisicamente (non importa se cerebralmente nulli... e qui torniamo ai precedenti concetti... ahimè come siamo diversi dal prototipo della bellezza dell'Antica Grecia) e altri così ricchi (attori, calciatori, tronisti, finanche truffatori e criminali... ecc...) da farci impallidire tutti, crei nella gente una "dissonanza cognitiva" un processo mentale studiato da anni che crea uno scompenso nella percezione della vita reale (tutti quei rincoglioniti la cui maggiore aspirazione è fare la velina o andare al GF) che ti porta a credere al primo demente che ti promette la luna".
L'uso della televisione, opportunamente indirizzato ha svalutato alcuni aspetti della vita sociale ed esasperato altri, ci ha costretti a comperare ciò di cui non avevamo bisogno, e sto parlando non tanto di prodotti industriali, quanto di vuote (ma splendide) teche del nulla, bellissime custodie senza alcun contenuto di valore, simulacri senza anima.
La Mediocrità
Non siamo in un mondo "buono". Buono, anzi, questo mondo non lo è mai stato!
Un mondo dove i più forti si sollazzano sui cadaveri in decomposizione dei poveri.
La mediocrità... si parla della mediocrità dell'uomo come se fosse una colpa.
Come riusciremmo a vivere se non avessimo almeno questo aggettivo... mediocre...
Un padre mediocre, un lavoratore mediocre uno scrittore mediocre!
Beh, a mio avviso mediocre è meglio di niente...
Essere mediocri poi è difficile in questi tempi, dove o sei un fenomeno nel far soldi alle spese degli altri o non sei nessuno!!!
Un uomo mediocre è sempre meglio di un uomo fallito, di un uomo stupido, a volte è perfino meglio di un ricco, anche se nessuno lo dirà mai.
Elegia della mediocrità come arma di difesa, mio nonno era mediocre, ma ha combattuto ed è morto per l'Italia (Una sentita prece da un nipote che non ha mai conosciuto), mio padre un cosiddetto padre mediocre, ma ha cresciuto al meglio due figli dando loro quella educazione a cui lui non aveva avuto accesso... mediocre sono io, che con fatica cresco una mediocre famiglia di persone che amo più di me stesso!
Hai ragione, la stupidità dilaga ed usa per muoversi velocemente i segnali audio e video, ma quello che cercano tutti, adesso, è tentare di sfuggire quella mediocrità che coscientemente sanno non essere in grado di conquistare.
Mi spieghi perché, in questo mondo, tutto deve essere o bianco o nero, con quella caleidoscopica ed innumerevole varietà di grigi che esiste nel mezzo???
Forse questa idiozia latente è frutto del passaggio dalla TV in bianco e nero (e grigi) a quella a colori, dove meglio vedi una realtà distorta?
Va bene, va bene, sicuramente anche come "scrittore" sono mediocre, forse sono solo un umile scribacchino, ma anche questo è meglio di niente...
Io credo però che questo sia un problema molto più complesso di quanto all'apparenza possa apparire, e come tale richieda la ricerca di implicazioni e risposte differenti.
Punto primo, se si considera la mediocrità una forma di colpa (nel momento stesso in cui una persona non si sforza per migliorare se stesso, probabilmente lo è), io invece una virtù, ed ora spiego il perché.
Sto giustappunto leggendo "Etica nicomachea"; nel secondo capitolo Aristotele tratta delle virtù, come atto dovuto verso la ricerca del "bene"... non nel senso assoluto di Platone... quanto in quello più intimo, personale.
Egli così arriva a pensare che la virtù abiti nel mezzo di due aspetti contrapposti ma vicendevolmente necessari a loro stessi... così come Eraclito dipingeva la sua idea della teoria dei contrari, della Polemos...
Avviene così che il coraggio altro non è che la giusta via di mezzo tra la viltà e la temerarietà, la generosità tra prodigalità ed avarizia, la magnificenza tra volgarità e grettezza d'animo.
Strano quest'ultimo concetto, curiosamente etimologicamente "mediocre" significa anche "Che si trova in una posizione intermedia tra due estremi." non solo il concetto negativo che tendiamo a dare noi, e guarda caso tra gli estremi della "mediocrità" cosa abbiamo?
La volgarità di tutto ciò che oggi dovrebbe essere "cultura" e che ormai non lo è più e la grettezza d'animo dell'arroganza del potere, che aspira, come dicevi tu giustissimamente, ad un potente livellamento socio-culturale globale.
La mediocrità fa paura al politico, perché un mediocre comunque rimane uno che pensa, mediocremente ma pensa, un decerebrato no, ed è questo che ci vogliono far diventare.
Perché questo? Beh, è facile rispondere, se sei stupido vedrai loro molto più intelligenti di quello che sono, se paragonano una ragazza ad una velina oppure ad una top model oppure un ragazzo ad un tronista, si sentiranno inadeguati, e quindi fragili e di conseguenza più malleabili.
Punto secondo, la situazione degenererà sempre più, di questo sono sicuro, ed ora ti espongo una dei miei "Perché".
Ogni anno ...e questo è tratto da un articolo di "Repubblica" di qualche giorno fa, che senz'altro avrai letto pure tu... migliaia di menti eccelse nelle più svariate discipline della scienza sono costretti ad abbandonare la loro patria... minuscolo, eccome... per cercare la fortuna (dove questa a volte consiste unicamente nella possibilità di uno stipendio decente) all'estero.
Costoro numericamente vengono sostituiti da immigrati, che non solo non parlano e non leggono l'Italiano, questo sarebbe paradossalmente il meno, ma che sono stati allevati dalle bugie della nostra televisione... sintomatico il caso dei primi albanesi... e quindi arrivano già "condizionati" da essa.
Adesso, lasciando stare eventuali implicazioni economiche oppure ideologiche, culturalmente questo è un gran danno, ne convieni?
Altro motivo, la nostra lingua non esiste più, odi laureati che parlano un italiano sconnesso, senza mai un congiuntivo al suo posto, vedi ragazzi che scrivono messaggini con contrizioni assurde oppure usando una lingua sincopata all'inverosimile, i ragazzi di oggi saranno gli adulti di domani, ci pensi?
In conclusione, io penso che tu abbia scritto delle cose non giuste... fondamentali, l'unico rimprovero che benevolmente mi sento di farti è che... sei stato troppo buono, il problema è ben più serio, e non vedo ora come ora, soluzioni all'orizzonte; chi pensa colla propria testa, chi cerca di migliorarsi unicamente per capire meglio ciò che gli sta succedendo intorno sembra ormai un pesce in un pantano, più si dibatte e più rimane bloccato nella melma.
Alfredo Canovi
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