Riflessioni Filosofiche a cura di Carlo Vespa Indice
Dentro la sfera: struttura della divinazione
di Tiziana Salvi - Novembre 2020
Nel racconto di Abbot Flatlandia, un quadrato ha una visione e vede una sfera. La sua mente rimane folgorata perché non riesce a concepire la tridimensione. Ma noi che viviamo nella terza riusciamo realmente a concepire la seconda o a parlare con essa?
Se vogliamo essere più precisi la seconda dimensione non ha spazio né tempo e la terza è una manifestazione materiale della seconda che è propriamente mentale, chiarisce in questa direzione il professor G. Budetta(1):
“La dimensione bidimensionale dello Spazio – Tempo è una realtà a sé stante, a volte indipendente da quella tridimensionale del mondo circostante. Tra le due, può esserci corrispondenza biunivoca. Pochi miliardesimi di secondo dopo il Big-bang, ciò che definiamo materia, permeando la tridimensionalità dell’universo, acquisì un valore diverso da zero per mezzo del bosone di Higgs. La simmetria di gauge elettrodebole si interruppe: da una parte ci furono le particelle sub-atomiche provviste di massa e fondanti la tridimensionalità. Dalla parte opposta le particelle come il fotone, il neutrino muonico e tauonico, prive (o quasi) di massa e di pertinenza della dimensione bidimensionale. Sia la tridimensionalità che la bidimensionalità esistono ad egual misura e sono entrambe indispensabili per la corretta configurazione del mondo. L’unico modo per risolvere alcuni dei paradossi della matematica e della geometria euclidea è attribuire il valore di zero ad alcuni segmenti di una retta e ad alcuni punti di un cerchio, ma solo nell’ambito della bidimensionalità (x, y). Di conseguenza, i segmenti ed i punti con valore zero possono perfino far parte della superficie uno-dimensionale di Riemann. Nella bidimensionalità di un campo gravitazionale, gli orologi rallentano perché è la freccia del Tempo fisico ad allungarsi. Questo particolare evidenzia la diretta dipendenza dalla bidimensionalità di alcune figure della geometria piana, come il punto geometrico e la retta, essendo una retta la freccia del Tempo. Puntualizzazione. Il mondo che ci circonda è tridimensionale (x, y, z) + il Tempo fisico, anche se l’aggiunta del Tempo fisico rende quadridimensionale lo Spazio del mondo circostante. Però, è possibile la distinzione tra dimensione bidimensionale dello Spazio – Tempo da quella tridimensionale dello stesso Spazio – Tempo, pur essendoci corrispondenza biunivoca tra bidimensionalità e tridimensionalità, col Tempo (T) come grandezza comune ad entrambi gl’insiemi. Nella bidimensionalità è possibile assegnare ad alcuni punti e ad alcuni segmenti di una retta il valore zero. La seguente formula matematica indica la corrispondenza biunivoca tra bidimensionalità e tridimensionalità: {x + [(y1- y2) + y]} · T = (x + y + z) · T Il mondo circostante potrebbe essere strutturato con due entità, in alcuni casi distinte ed in altri interconnesse. Il limite tra le due componenti sarebbe dato dalla meccanica quantistica. Montgomery, H.L. et all. (1991 – 2006) e Berry M., (2017), hanno evidenziato le possibili connessioni tra i numeri primi ed il caos quantistico, uno stato della materia con specifiche leggi e definite regole. I due scienziati ammettono in modo indiretto, l’esistenza d’interconnessioni tra grandezze matematiche e geometriche coi fenomeni delle ondulazioni quantistiche, quindi tra bidimensionalità e tridimensionalità. La bidimensionalità (2D) sarebbe un mondo a parte con speciali leggi e quello della tridimensionalità (3D) ne sarebbe il secondo con una specifica realtà e leggi della fisica. Il Tempo ne sarebbe la componente comune, ma avrebbe valenze differenti a seconda se considerato nella 3D, o nella 2D. Si potrebbe avanzare la seguente ipotesi: lo Spazio-Tempo è talmente sottile e facente parte a pieno titolo della bidimensionalità che può, per sua natura, fluttuare tra un valore positivo ed uno negativo, virando di volta in volta in opposte direzioni e polarizzazioni con impercettibili cambiamenti, privi quasi di energia. Medesime attribuzioni avrebbe il Tempo fisico nell’ambito della tridimensionalità. Ci sarebbero due diverse regioni che formano la realtà dell’universo. Ognuna di queste avrebbe comportamenti e leggi differenziate, a volte incompatibili tra di esse. La bidimensionalità comprende le immagini mentali ed ogni altro tipo d’immagine. Noi vediamo il mondo, ci rapportiamo con esso, quasi sempre attraverso le immagini mentali appartenenti alla bidimensionalità. Le immagini mentali hanno un contenuto (o sfondo), relazionato ad uno o più significati simbolici, o conoscitivi. Nell’immagine mentale, sono presenti riferimenti extra che sostengono, guidano e modellano il pensiero. Il pensiero individuale è nell’immagine mentale, ma nello stesso tempo si sviluppa e si espande nell’immagine stessa: immagini bidimensionali derivanti dalla rievocazione, rimaneggiamento e duplicazione mentale di oggetti ed eventi del mondo circostante. In ultima analisi, sono le immagini che dominano la bidimensionalità. La natura profonda delle immagini mentali che sono bidimensionali e prive di massa, rimane un mistero. Anche se connesse alla fisiologia della materia cerebrale, le immagini mentali sfuggono alle comuni leggi della fisica newtoniana, rappresentando uno Spazio ed un Tempo, entrambi non determinabili in un presente, un passato, o in un futuro. È la Mente che le inquadra in un contesto di ricordi più o meno remoti, o di aspettative di là da venire”.
La funzione primaria della bidimensionalità come aspetto parallelo e creante la realtà che ci circonda lo troviamo anche nella filosofia platonica, con l’iperuranio e le idee che danno vita a questa realtà, che è comunque ombra di quella, diremmo noi, mentale. L’aspetto bidimensionale della realtà esiste e rappresenta probabilmente, a mio avviso, anche ciò che è stato definito in altri termini come “Campo” o “Inconscio collettivo”, il quale contiene tutte le idee dell’umanità sotto forma di archetipi o simboli. Nel campo bidimensionale lo spazio e il tempo non esistono. Il tempo è una direzione dello spazio tridimensionale, ma è intuibile che usciti da questa tutto esista contemporaneamente.
Questa premessa serviva per rendere chiara l’idea che la nostra realtà è duplice e compenetrata da due differenti dimensioni che sono sempre in collegamento fra loro. Coloro che idearono i vari sistemi di divinazione conoscevano, in modo intuitivo, questo “paradigma” e per questo concepirono dei sistemi di dialogo che potessero permettere il collegamento fra le due dimensioni. Chiamate anche divina (2d) e terrena (3d). Se ciò che dico è vero, tali sistemi devono contenere uno scheletro logico che li accomuna e che corrisponde al principio creante che unisce le due dimensioni.
Il principio creante
La mia ipotesi, seguendo ciò che abbiamo detto sull’intreccio delle due dimensioni, è che il principio creante a base della realtà sia traducibile numericamente con il 2 e il 3 e le loro combinazioni. Vediamo se troviamo qualche indizio di questa possibilità nei documenti antichi dell’umanità. Infatti i nostri antenati, sebbene, forse, non avessero conoscenze scientifiche simili alle attuali erano probabilmente capaci di cogliere e sondare la profondità della realtà in modo molto efficace, utilizzando strumenti come
l’introspezione e il dialogo diretto con la dimensione spirituale(2).
Mi servirò qui di pochi esempi poiché lo spazio tratti da documenti che parlano dell’origine della creazione e della nascita di antichissime civiltà. Nel Sefer Yezirah o libro della creazione, si dice che il mondo fu plasmato attraverso il suono. Nell’essere umano questo suono creatore ebbe luogo in 5 posti in bocca (le 22 lettere fondamentali nacquero e vengono suddivise in 4/4/4/5/5). Notiamo il 5 (suddiviso in due gruppi 2(volte 5)/3 (volte 4).
5 sono i luoghi in cui si colloca il suono, ma 3 sono le lettere madri senza cui le altre non possono esistere. In ordine di importanza abbiamo dunque 2/3/3. Anche un’altra tradizione molto antica, quella induista, ci parla della nascita del mondo attraverso il suono(3): prima dello spazio e del tempo c’erano due divinità (maschile e femminile), attraverso la loro unione nacquero all’interno del corpo 3 vocali principali (solo in questo momento nasce lo spazio/tempo) che si sdoppiarono dando vita ad altre 3 infine ad altre 2 sillabe. Osserviamo la Lista sumera dei re, un altro antico documento che ci parla dell’esistenza di civiltà prediluviane dove l’intervallo 2/3/3 (5 città e 8 re)(4) segna l’inizio delle più antiche civiltà umane. Di più, all’interno della lista troviamo il 2 legato al numero 18 (sars) e il 3 legato al 30 e al 24. Questi 3 numeri moltiplicati danno 259200, ossia esattamente il ciclo dell’anno sacro precessionale moltiplicato dieci volte, se li volete sommare trovate il 72. Il discorso sarebbe lungo, ma non è interesse approfondirlo qui. Per ora notiamo che chi ha stilato questa lista ha preferito raggrupparla dentro al macro intervallo 2/3/3. Anche l’antica tradizione cinese parla di 8 immortali che vivevano su 5 isole (indicazione della probabile partizione degli intervalli dell’8).
A mio parere possiamo pensare che l’intervallo 2/3/3 legato al numero 8 e al 5 è la suddivisone logica attraverso cui la forma creante opera. E così si esprime la Maitrī Upanisad (VI 4):
‘Il supremo Brahman con i suoi tre piedi ha le sue radici rivolte verso il cielo;
i suoi rami sono l’etere, l’aria, il fuoco, l’acqua, la terra e il resto.
Questo Brahman si chiama ‘Uno’, ‘Aśvattha’
e il suo splendore è sole lassù e quello stesso della sillaba Om’.
Nella mitologia dell’albero capovolto, ritroviamo l’idea delle due dimensioni, spirituale e materiale, interconnesse e dipendenti l’una dall’altra. L’albero che ha 3 radici si congiunge ad un altro albero invisibile ma raggiungibile attraverso la retta visione. I rami nel mondo visibile sono i 5 elementi che creano tutto il resto. Le radici sono 3visibili/3invisibili che uniscono i 2 alberi.
Questo intervallo creante lo troviamo anche nella struttura del DNA(5): la combinazione del 2 e del 3 insieme ai loro multipli creano la rete della realtà pluridimensionale.
La divinazione
“Fû Hsî governava tutto ciò che esisteva sotto il cielo, guardando in alto scoprì gli splendidi disegni celesti, guardando in basso osservò la struttura della terra. Ammirò l’eleganza delle forme negli uccelli e negli animali el’equilibrata varietà dei loroterritori.Dopodiché disegnò gli otto trigrammi, per rappresentare le trasformazioni della natura e l’intima essenza delle cose”. (I Ching)
Quando ci riferiamo alla divinazione intendiamo il dialogo fra noi e l’altra dimensione, elaborato attraverso particolari schemi nel corso dei millenni. Un dialogo, possiamo dire meglio, che avviene con l’altro nostro sé che abita la 2d. Infatti, se è vero quello che ho sostenuto prima, noi viviamo dentro due dimensioni intrecciate e dialoganti, in una vi sono tutte le possibilità pensate e pensanti, nell’altra le possibilità incarnate attraverso uno spazio tempo. Con la nostra parte immaginativa, pensante ed emotiva noi dialoghiamo costantemente con l’altra dimensione. Spesso in modo inconsapevole o inconscio. Le strutture divinatorie creano uno spazio dentro di noi consapevole e dialogante. E lo fanno ripetendo la forma creante dimensionale del 2/3/3. In questo modo sono efficaci. Ma per esserlo davvero, oltre la ricostruzione della forma creante, hanno la necessità di essere attivate con un reale sentimento di richiesta. Ossia con un reale desiderio. Quello che io chiamo l’attenzione del cuore. L’attenzione è la nostra capacità di essere consapevolmente vivi, quella del cuore è la nostra capacità di sentire oltre la dimensione materiale.
Vorrei occuparmi qui di due scritture divinatorie o predittive, le Rune e l’I Ching. La versione più antica dell’alfabeto runico è il Futhark(6) suddiviso in 3 gruppi di 8 rune, in totale 24 rune.
Questa suddivisione ci parla del tempo e dello spazio, la prima fila del passato, quella centrale del presente e la finale del futuro. Oltre a ciò possiamo collegare, la nascita, la morte-trasformazione e l’ascensione: in generale, tutte le triadi che indicano il processo vitale dinamico di questa dimensione(7). Notiamo che la suddivisione in otto dei segni runici viene ulteriormente scandita in 3/3/2 per ogni fila(8) in base al loro significato.
3 |
3 |
2 |
3 |
3 |
2 |
3 |
3 |
2 |
Ciò ci porta a considerare la possibilità che dietro al 24 ci siano altri numeri sottolineati da questa ulteriore suddivisione dell’8. Se invece di sommarli li moltiplichiamo troviamo tre volte 18 che dà 54. Ricordiamoci che il 24, il 18 e il 30 li abbiamo già incontrati e notati come numeri significativi in uno dei più antichi documenti scritti dell’umanità. Possiamo considerare le Rune come un antichissimo sistema di dialogo con l’altra dimensione che funziona perché programmato con il medesimo software della forma creante. L’accensione di questo programma non avviene tramite energia elettrica, ma grazie ad un’energia più potente che è quella del cuore e del desiderio. Siccome noi siamo fatti col medesimo linguaggio di base, la connessione fra le due dimensioni diventa possibile. Ora andiamo a vedere la struttura base dell’I Ching, o libro dei mutamenti.
Un trigramma è formato da 3 linee a loro volta suddivise in 2 tipi (spezzata ed intera). Abbiamo il 2/3 legato all’otto. Gli 8 Trigrammi dell’I Ching utilizzati nella Numerologia sono una rappresentazione simbolica ed evocativa delle polarità Yin-Yang nel mondo delle idee (Cielo Anteriore) e delle dinamiche cicliche dei 5 movimenti nel mondo dei fenomeni (Cielo Posteriore) come viene spiegato nel libro dei mutamenti.
Emerge chiaramente la visione di due dimensioni interconnesse (i Cieli) che hanno caratteristiche della bi e tridimensionalità. I trigrammi sono stati poi raddoppiati fino ad ottenere le 64 combinazioni conosciute dell’I Ching. Quindi siamo di fronte ancora al 2/3/3. Ricordiamoci inoltre che gli I Ching si consultano attraverso 3 monete che si lanciano per 6 volte. E ogni moneta ha una faccia che vale 2 e una 3, quindi 3 monete di 2/3. Nel Libro dei mutamenti abbiamo una ridondanza del 2/3/3, possiamo ipotizzare che la moltiplicazione di tale struttura creante genera nuove possibilità immaginative, e successivamente materiali, che come un’eco si muove nelle dimensioni.
Dentro la sfera
Con la speranza di aver chiarito perché il due volte due volte 3 possa indicare la matrice dinamica della comunicazione fra dimensioni, è giunto il momento di spiegare meglio il numero 5, anch’esso frutto del rapporto 2/3. Il riferimento a questo numero è un richiamo alla manifestazione e materializzazione della 2d attraverso la “cristallizzazione” dei pensieri nelle 5 figure solide perfette inscrivibili dentro la sfera: i solidi platonici. La realtà fisica è data proprio da queste figure e dalle loro combinazioni. Essi sono suddivisi, seguendo la proporzione di Fibonacci, in 2/3. I numeri che abbiamo incontrato e che sono inseriti in una matrice sacra sono la “spia” della matrice platonica della tridimensione. Guardiamo, attenendoci solo ai numeri citati in questa sede (ma l’analisi completa merita una trattazione a parte), i numeri 18, 30, 24, 54 e 64.
Manteniamo la suddivisione in 2/3 indicata dalla sequenza di Fibonacci, dove i primi 3 sono uniti fra loro, così come gli ultimi 2. Troviamo il 18 dato dalla relazione F/V e 30 data dalla relazione S dei primi 3. In questa direzione troviamo il 32 F, V degli ultimi due. Il 24 è 3 volte la matrice 2/3/3 e il 54 è quest’ultima unita al 30. Ogni numero cosiddetto sacro rientra in questa dialettica fra la matrice creante e la sua manifestazione in questa realtà. Questa dialettica è dotata di movimento sferico e spiraleggiante, come la sfera contiene le forme perfette che si attuano in questa realtà. Possiamo, a mio avviso, considerare la realtà di questa dimensione una “cristallizzazione” di emozioni e pensieri che vorticano nella seconda dimensione e con cui noi comunichiamo grazie, appunto, alla nostra parte bidimensionale.
Conclusioni
Utilizzando la metafora del pc, possiamo immaginare queste antiche scritture predittive come un software in grado di collegarci alla dimensione in cui spazio e tempo convivono simultaneamente. Grazie al loro scheletro logico che ricalca il modo in cui la bidimensione spirituale diventa materia. Forse in questa direzione si riesce a comprendere perché tali sistemi siano utilizzati da millenni per parlare con l’invisibile e perché questo dialogo, in qualche maniera, funzioni.
Tiziana Salvi
Note
1) G. Budetta, La bidimensionalità, pdf.
2) J.Jaynes, “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza”, Adelphi; G.Hanckok “Sciamani”, Corbaccio, ed.
3) L’Isola delle gemme, P.Proietti, ebook, Amazon.
4) La lista sumera
5) L’appaiamento delle basi azotate dei due filamenti avviene in accordo con la regola di Chargaff: l’adenina (A) si appaia con la timina (T) formando due legami a idrogeno; la guanina (G) si appaia con la citosina (C) formando tre legami a idrogeno. Ciascuna coppia di basi contiene pertanto una purina (A o G) e una pirimidina (T o C); questo schema di appaiamento prende il nome di complementarietà delle basi.
6) Per la storia delle rune si è utilizzato il libro, Runemal, R.Carmignani, G.Bellini , ed. Età dell’Acquario.
7) Interessante è notare anche come nell’induismo il mantra madre da cui gli altri dipendono, sia il mantra Gayatri suddiviso in terzine da otto cantato 108 volte in modo tale da costituire il numero 2592 che richiama il ciclo completo precessionale di trasformazione cosmica.
8) pp. 51-57, Runemal , op.cit.
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