Aletheia
di Emanuela Trotta - indice articoli
Sala d'attesa
Luglio 2022
A volte basta ritrovarsi in una sala d'attesa di un ospedale, per guadagnare una visione più autentica della realtà e constatare come cambia radicalmente il modo di vedere il mondo, la propria esistenza ed anche gli avvenimenti più scontati e banali acquistano una nuova importanza vitale.
C'è chi vive con monotonia la futilità del vivere quotidiano e chi, invece, avvertendo il peso di una fine imminente acquista una più lucida capacità di penetrare l'essenza.
Pirandello nel "L' uomo dal fiore in bocca" descrive molto bene gli stati d'animo di chi attende di essere visitato, l'attenzione ai particolari, anche se irrilevanti e l'angoscia per un futuro improbabile.
Di fronte all'incertezza anche la quotidianità acquista un alto valore, emerge il relativismo come tratto distintivo, anche una sala d'attesa, la medesima sala d'attesa, può essere diversa, da qui ne consegue il dramma dell'incomunicabilità tra gli uomini, ognuno si costruisce una propria realtà, una propria verità, che non sono comunicabili.
La frammentazione della realtà accresce la distanza dagli altri, non esiste una prospettiva privilegiata, bisognerebbe riscoprire i punti di contatto, ciò che ci accomuna e non ciò che ci distingue, bisognerebbe riscoprire il coinvolgimento emotivo, la capacità rara di percepire il sentire dell'altro come fosse nostro, immedesimarsi in un dolore che anche se non vissuto, è reale.
Sembra difficile, poiché tutti abbiamo paura del dolore, eppure nessuna esistenza umana, sembra poter sfuggire all'esperienza del dolore.
Se si potesse aver chiara questa visione prima di trasformare ciò che non si è fatto in rimpianto, se potessimo considerare straordinaria la normalità, non avremmo poi l'amarezza di constatare quanto tempo si è sprecato.
Se potessimo considerare la nostra vita un progetto in continua evoluzione, saremmo sempre in tensione, una tensione vitale verso l'infinito e non il paradosso di un uomo che attribuisce la giusta valenza al quotidiano, solo quando ne avverte la fine.
Così quella sala d'attesa permetterebbe di cogliere le contraddizioni e di riscattare la mediocrità di una vita anonima, riscoprendo il senso più autentico dell'essere uomini.
Emanuela Trotta
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