Aletheia
di Emanuela Trotta - indice articoli
Natale 2021
Gennaio 2022
In una società in cui tutto si pianifica e si progetta, l'uomo potrebbe avere la presunzione di poter organizzare e prevedere ogni cosa, non è contemplato l'imprevisto, che sconvolge e destabilizza, e che porta alla consapevolezza del limite.
L'esperienza umana sfugge alla pretesa di controllo, è proprio l'irruzione dell'imprevisto che ci fa capire di essere umani e fragili. Persi nel vortice della quotidianità abbiamo perso il senso autentico della nostra umanità. Nella ricerca affannosa del superfluo si è perso di vista l'essenziale e anche il senso del Natale, l'obbligo di scambiarsi gli auguri poco sinceri e certamente poco sentiti, i messaggi preconfezionati, uguali per tutti, condivisi senza gioia, ma solo come obbligo convenzionale, non ci rendono più uniti; la corsa ai regali non è la testimonianza della nostra vicinanza.
Non mi riconosco nel clima falsamente gentile e non mi piace l'ipocrisia di chi solo a natale si ricorda di un pensiero, inesistente il resto dell'anno.
La sottesa obbligatorietà alla felicità rende tutto molto triste.
Nella percezione di molti è come se fossimo costretti ad essere felici o apparire di esserlo, anche quando non se ne ha voglia, così il Natale, alimenta il senso di frustrazione in chi avverte quanto sia stridente la solitudine interiore che sente, con le immagini che vengono ostentate, le festività evidenziano prepotentemente ciò che è mancato e continua a mancare, amplifica il senso di vuoto, ci impone a guardare ai nostri disagi, diventa dovere di fingere un'allegria ostentata e inautentica. Stare al passo con le richieste consumistiche che la società ci impone non ci restituisce il senso di ciò che ormai si è perso, non rimanda alla rinascita che tutti auspicano.
Se il Natale ci mostra il nostro malessere con estrema concretezza ed evidenza, forse dovremmo riflettere sulla nostra reale condizione, nel tentativo di ripristinare la condivisione profonda che arricchisce la nostra anima.
Sarebbe un'occasione per riscoprirsi e ritrovarsi, il momento di una rinascita, la nostra, che non può più riguardare le consuetudini identificative di una ricorrenza che ha perso la sua anima.
Il falso clima di festa, che chiede l'esultanza di tutti e che persino con una pandemia in corso non rinuncia alle ingannevoli apparenze, spinge a lamentarsi per le restrizioni e le limitazioni che non consentirebbero di vivere appieno questo periodo, come se questa fosse l'essenza, e ci allontana dalla modalità più autentica e interiore, rendendo difficile rivolgere lo sguardo a sé stessi e uno scambio più profondo con gli altri. È in questo messaggio di speranza e di rinnovamento, che è da cercare il senso del Natale e l'entusiasmo di un'attesa densa di valori.
Emanuela Trotta
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