Aletheia
di Emanuela Trotta - indice articoli
La percezione del tempo
Aprile 2022
L'uomo, da sempre, è abituato a scandire la propria vita in momenti, cercando di stabilire un ordine e un riferimento temporale. Utilizziamo il tempo per organizzare la nostra permanenza nel mondo in cui viviamo. La nostra società, nell'affannosa ricerca di velocizzare, ha sottratto il tempo agli uomini. Nel contesto capitalistico, il tempo è la soglia di ottimizzazione, che determina l'efficacia, ogni attività umana è finalizzata alla produzione.
Si è creata una generazione che percepisce il tempo come una dimensione istantanea, che esiste solo nel momento presente, che si concretizza solo nel "qui" ed "ora"; dove il futuro non rappresenta un tempo di opportunità e di realizzazione di sé, ma un'incognita, una minaccia ad alto rischio di fallimento, in relazione al proprio progetto di vita e dove al passato non è più riconosciuta la sua importanza educativa, poiché contiene le tracce da cui provengono le ragioni su cui si fonda la nostra identità. Il futuro è luogo di progetto, ma l'uomo non riesce a coltivare la speranza necessaria per progettare la propria vita. Il tempo diventa simultaneità, assenza di ritardo, lo viviamo senza averne coscienza, ce ne accorgiamo solo quando manca.
Il tempo è qualcosa di oggettivo, che esiste al di fuori di noi, ma c'è anche un tempo soggettivo, che cambia con la nostra percezione. La percezione che abbiamo del tempo determina profondamente il nostro modo di agire. Il fatto di credere che la nostra vita abbia un tempo limitato, oltre il quale non esiste nulla, incide sul modo di rapportarci ai valori. Noi calcoliamo il tempo contando gli anni e questo passare degli anni ci angoscia, perché il fluire del tempo è inarrestabile e ogni nostro tentativo di fermarlo è vano ed illusorio, è solo il nostro sforzo per non rassegnarci all'ineluttabilità di un destino comune.
Abbiamo un inizio e una fine, siamo parte di un tutto che ci sovrasta infinitamente, eppure ci interroghiamo sul senso del tempo. Il tempo ci trasforma, mutano le nostre fattezze, ci espone a continui cambiamenti, anche ciò che cerchiamo di imprigionare attraverso la scrittura è destinato a mutare. Noi non siamo mai gli stessi e non riusciamo a pronunciare una parola definitiva sulle cose, né possiamo avere la pretesa di farlo, perché sarebbe pretenzioso.
Il problema è come vivere l'identità umana, abbiamo bisogno di ricomporre in un unicum l'intera nostra vita. La percezione del trascorre del tempo è influenzata dalle condizioni emotive e dall'età. "Motus in fine velocior" dice una sentenza latina, nell'età adulta lo scorrere dei giorni pressoché identici, appiattisce i ricordi, trasformando la quotidianità in una corsa irrefrenabile verso la fine. Quando si è vecchi si riscoprono i valori abbandonati, si rivivono le cose del passato con una consapevolezza più matura. Ma questo momento di chiarezza dura poco e si è costretti a passare il testimone ad altri. Si crea così, una sfasatura tra la consapevolezza del nuovo compito e la mancanza di forze per realizzarlo. È un fenomeno naturale, che viene però a confliggere con le istanze interiori, col desiderio di poter fare ancora qualcosa. Lo scorrere del tempo crea una discrepanza tra ciò che si vorrebbe fare e ciò che concretamente si riesce a fare. Volere e potere si divaricano sempre di più.
Nell'universo tutto è in perenne trasformazione, inclusi noi stessi. Noi viviamo in un tempo limitato, in relazione a ciò che ci ha preceduto, ma anche a quello che ci attende. Siamo una piccolissima parte dell'universo, il senso dell'eternità dovrebbe essere qualcosa di interiore. Il tempo è relativo, affermava Einstein, il suo unico valore è dato da ciò che facciamo mentre passa, da come impieghiamo questa risorsa così preziosa e limitata.
L'umanità come senso interiore dell'essere non è una qualità che si acquisisce per evoluzione. È l'esercizio di questa facoltà che si può acquisire col tempo, ma il tempo se vissuto male, può anche far perdere l'uso di questa facoltà. Il significato del tempo sta nell'umanità dell'uomo. L'unica cosa veramente importante per l'essere umano è valorizzare la propria unicità, che ci contraddistingue. Il tempo costituisce la misura del valore che ha la nostra esistenza. Ognuno si trova incatenato in uno schema di sequenze della vita codificate e solo apparentemente libere di essere determinate. La via della liberazione passa dalla riconquista del tempo, perché possa essere ancora progetto e non rassegnazione.
Emanuela Trotta
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