Aletheia
di Emanuela Trotta - indice articoli
Il tempo sospeso
Aprile 2021
La diffusione del coronavirus ha radicalmente cambiato le nostre abitudini, il nostro modo di vivere le relazioni, la nostra percezione dello spazio e del tempo, tanto che si è parlato di tempo sospeso, come una presunta interruzione. Non siamo in grado di definire esattamente cosa sia il tempo, ma ci siamo arrogati il diritto di proclamarne l'arresto. La sospensione delle nostre attività, della quotidianità ci fa percepire il nostro tempo come un tempo di attesa.
Il tempo sospeso è il tempo della paura, dell'apprensione, dell'incapacità di riuscire a pianificare, a progettare. Siamo in attesa di qualcosa di indefinibile, in attesa del ritorno alla normalità, a quel mondo che non piaceva a nessuno, di cui tutti si lamentavano, eppure ora, si prova nostalgia. L'isolamento ha bloccato la normalità delle nostre inerzie e dei nostri automatismi, dovremmo aver imparato ad approfittare del tempo a nostra disposizione per interrogarci sulla ragione delle nostre inerzie e sulla futilità di tante nostre attività.
Siamo stati costretti a fare i conti con la nostra finitezza, a scoprirci fragili e vulnerabili, a prendere coscienza del limite che intimamente, ciascuno di noi ha ammesso di avere, ad acquisire la consapevolezza che la salute è un bene prezioso e fragile, che la sicurezza è precaria e che le abitudini acquisite in modo forzato, in questi mesi, potrebbero riscrivere il nostro stile di vita.
Il vuoto dell'attesa non può essere riempito da false speranze. Questo tempo imposto a ciascuno di noi, ci interroga, rivolgendoci nuove domande, ponendo interrogativi a cui non è possibile sottrarsi.
La politica della "distanza" svuota la vita di attività, di, cose, di persone, la priva di serenità e costringe a fronteggiare le paure più profonde, è un'esperienza di impotenza, ma da questa impotenza si può ricavare un'opportunità, per ristabilire il valore delle priorità. Tutto questo ci chiama a una riconsiderazione radicale del nostro approccio alle decisioni a livello collettivo e al ruolo decisivo di ogni singolo cittadino nel processo di crescita e trasformazione, dove la partecipazione responsabile è necessaria e improrogabile, affinché si possa disegnare una società differente che riscopra la centralità dell'uomo, recuperandone l'essenza.
Emanuela Trotta
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