Riflessioni sull'Alchimia
di Elena Frasca Odorizzi indice articoli
Viaggio nella Tavola di Smeraldo
tra Protochimica e Filosofia Ermetica.
Origini, significato e attualità. Gennaio 2011
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Nel Kitāb Sirr al-halïqa sono, dunque, sintetizzate le più importanti teorie scientifiche dei filosofi greci riguardanti la Natura e i suoi Elementi, ma sono presenti anche le vivide immagini ermetiche dal Kore Kosmou, compresa la distinzione tra l'opera Creatrice di Dio e quella Generatrice degli Esseri Viventi, che si limitano a modellare la Materia, che la Divinità ha messo loro a disposizione, traendola da se stessa:
«Allora, Egli stesso, desiderando che il mondo superiore non fosse più inerte, decise di riempirlo di spiriti, in modo che sin nei dettagli, la creazione non risultasse immobile e inattiva; si fece artigiano di questo disegno e usò sostanze sacre per la realizzazione della sua opera. Avendo tratto dalla profondità proprio essere tutto il soffio che gli necessitava, lo unì al fuoco e lo rimestò con altre sostanze sconosciute. Dopo aver uniformato questo e ciascun elemento, accompagnandosi con alcuni incantesimi segreti, agitò con forza la mistura, fino a ché bollì, in superficie apparve allora una sorta di materia più sottile, più pura e trasparente degli ingredienti di cui era composta, essa era traslucida, la vedeva solo l'Artefice. […] Dio la chiamò Animazione. […] Si ebbero così, in numero adeguato, miriadi di anime, operanti secondo il suo disegno con ordine e misura, agenti con esperienza e in conveniente proporzione, nate dalla stessa schiuma della mistura. […] non avrebbe dovuto esserci la minima differenza tra le anime, al di là del necessario, anche se è vero che la schiuma che si rapprese in superficie dopo che dio ebbe rimestato, non era in tutti i punti la stessa. Il primo parto era migliore, più denso del secondo, e nel complesso più puro, il secondo parto, di molto inferiore, era comunque migliore del terzo. E così via sino alla sessantesima schiera di anime. […] dopo aver mescolato gli altri due elementi congenerati, l'acqua e la terra, pronunciò allo stesso modo su di essi certe formule, segrete, potenti ma non tanto quanto le prime, dopo aver agitato la mistura e avervi insufflato una forza vivificatrice, prese la parte essiccata che galleggiava i superficie e che mostrava un involucro ben coagulato e ne forgiò i segni zodiacali in forma animale. Quanto al residuo della mistura, lo lasciò alle anime che avevano già progredito, a quelle anime che erano state invitate a entrare in luoghi degli dei, nei luoghi prossimi agli astri, presso i sacri demoni dicendo: “Create, figli miei, discendenti del mio essere, ricevete questi residui del mio operare e che ciascuno configuri qualcosa che corrisponda alla propria natura: guardate, voglio offrirvi inoltre questi oggetti che vi serviranno da modelli”. E avendo ripreso la mistura tra le mani, dispose con ordine e bellezza, in accordo con i movimenti psichici l'ornamento dello zodiaco, dopo averlo aggiustato perfettamente come complemento ai segni antropomorfi dello zodiaco [...]» ; « Dal primo parto della materia, quello la cui sostanza era estremamente leggera, esse [le anime] modellarono in modo leggiadro la specie degli uccelli: e siccome, nel frattempo, la mistura era già divenuta dura per metà e aveva acquistato una solida consistenza, esse forgiarono la specie dei quadrupedi, specie che è sicuramente meno leggera, quella dei pesci, che hanno bisogno bisogno di un complemento umido per nuotare; infine essendo la parte residua ormai fredda e attratta verso il fondo, le anime produssero una nuova specie, quella dei rettili.»; La parte finale della Sostanza fu usata da Ermete, per creare i Corpi Umani, nei quali furono incorporate le Anime che avevano trasgredito agli ordini di Dio: « Io allora – disse Ermete – mi domandai di quale materia dovevo servirmi, e chiamai in aiuto il Sovrano. Questi ordinò alle anime di darmi il residuo della mistura: e avendolo preso tra le mani, lo trovato secco. Usai allora una gran quantità d'acqua superiore al necessario, in modo da rinfrescare la composizione della materia, così che l'essere modellato risultasse languido, debole e impotente, tale da non potersi congiungere con l'intelligenza prima d'esser riempito di forza. Lo modellai, l'opera era bella, gioii alla sua vista; e dal basso invitai il Sovrano a contemplarla egli la vide e ne gioì e ordinò che le anime fossero incorporate (1).»
Se il Sole è il Padre, cioè il Fuoco Motore dell'Operazione, allora la Madre è la Luna, ovvero l'Acqua, che nell'unirsi con il Fuoco, il suo Elemento opposto e complementare, dà vita a una Sostanza Liquida dalla Doppia Natura, un'Acqua Ignea, che ricorda l'Acqua Divina di Zosimo di Panopoli:
«È questo il mistero divino e supremo, l'oggetto delle ricerche. Questo è il Tutto. Da esso viene il Tutto e per mezzo di esso il Tutto è. Due nature, una sola essenza: l'una trascina l'altra, e l'una domina l'altra. Questa è l'acqua d'argento, la maschio-femmina che sempre fugge, attratta verso ciò che è proprio. È l'acqua divina che tutti hanno ignorato. Non è facile contemplare la sua natura. Non è metallo, né acqua che sempre scorre, né è un oggetto corporeo: non può essere dominata. È il tutto in tutte le cose. Ha vita e spirito ed è distruggitrice. Chi intende queste parole, possiede l'oro (2)».
Nella Turba dei filosofi (3), un testo della stessa epoca della Tabula Smaragdina, (IX secolo), si parla di un'Acqua Bivalente, l'Acqua dello Zolfo che «è mista di due nature e si congela e si dissecca e si altera e si sbianca e si arrossa con l'aiuto del fuoco, amministrato come si deve (4)». Quest'Acqua corrisponde all'Acido Solforico, un acido minerale, che in soluzione acquosa concentrata divenne famoso con il nome di Vitriol. Alcuni sostengono che la Tavola di Smeraldo celi proprio la ricetta del Vetriolo, perché questa sostanza fu riscoperta dal più grande e influente Alchimista arabo, Jâbir ibn Hayyân, (813-?), il Geber, del latini, (5), lo stesso studioso che secondo la tradizione, aveva citato, per primo, la Tabula nei suoi scritti. Altri sostengono invece che il Vitriol, sarebbe stato prodotto da un altro importante e famoso Medico e Alchimista arabo Al-Razi, (864 – 930 d.C.), che però nacque dopo che la Tabula era stata scritta (6). In ogni caso il testo della Tavola di Smeraldo non specifica mai chiaramente in nessun punto, a quale tipo di Distillazione ricorrere, che strumentazione utilizzare, se sono necessarie delle reiterazioni, quante bisognerebbe farne, quali Sostanze scegliere di mescolare, e quindi quali composti ottenere. In realtà vengono solo illustrati, genericamente, i Principi basilari e teorici, dell'Arte Distillatoria, che prevede il passaggio di una miscela dallo stato liquido a quello gassoso e viceversa da quello gassoso a quello liquido.
In linea generale, possiamo, quindi, dire, che dalla fusione del Fuoco con l'Acqua, nascono la materia e lo spirito (pneuma), cioè dall'Acqua e dal Fuoco, derivano la Terra e l'Aria del composto.
L'Aria equivale al Vento, cioè al Vapore che porta nel suo ventre l'embrione, cioè il Figlio del Fuoco e dell'Acqua, che è anche la Quinta Essenza di questo Quaternario Elementare. L'immagine è stata illustrata in un'emblema dell'Atalanta Fugiens (7), e viene spiegata dal Maier, in questi termini: «Colui cui fu padre il Sole e madre la Luna, prima di veder la luce, sarà portato dai fumi del vento, come dall'aria l'uccello in volo”. […] ». Questo embrione è il famoso Mercurio, che «è composto di fumi: o meglio d'acqua che si solleva con la terra nella debole densità dell'aria, e di terra che costringe l'aria a ritornar terra fatta acqua o acqua fatta terra (8)». Il Vento è dunque il Vapore acqueo che porta mescolata in sé l'essenza volatile, mentre la Terra Nutrice, rappresenta la parte volatile, che coagulandosi, viene raccolta nell'altro contenitore dove diventa la “nuova terra” da ridistillare, per ottenere una sostanza maggiormente concentrata e purificata. Il Maier, proprio riguardo alla “Nutrice del Figlio dei Filosofi”, scrive: « Essa è la nutrice del Cielo, nutrice che non lava né bagna il feto, ma lo coagula, lo fissa e colora, mutandolo in succo, […] mirabile liquore della Terra (9)». Per questo è anche associata alla Lupa che allatta Romolo e Remo, «Perché grazie alla potentissima sua virtù cangia la natura del soggetto, nutrito nel modo istesso in cui, secondo che si crede, il latte della lupa dotò il corpo di Romolo d'un temperamento ardito e guerriero». (10)
Va detto che tra le Terre Liquide, c'era anche il Vetriolo, che faceva parte di quelle sostanze che venivano chiamate "succhi solidi (11)".
E) Pater omnis telesmi totius mundi est hic. Vis (12) eius integra est, si uersa fuerit in terram.
E1) Il Padre di tutto, il Telesma di tutto il mondo è qui; La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in Terra.
E2) Costui è il padre di ogni realizzazione in tutto il mondo. Il suo potere è totale quando si è mutato in terra.
Ermete continua il discorso precedente, dicendo che il fine dell'operazione sta tutto nella riconversione del Cielo in Terra, sotto forma di una Pioggia, la cui Potenza non viene diminuita nel cambiamento di stato, perché la sua Purezza verrà conservata. La parola latina Integra, si traduce, infatti, in italiano con intatta, non diminuita, pura, per cui, quando «l'anima della Pietra […] è convertita in terra», il Vapore acqueo si condensa e ridiscende, portando con sé l'essenza volatile, e con essa tutte le sue virtù intrinseche, intatte. Il Maier scrive, che proprio«la condensazione dei vapori o dei venti (che altro non sono se non aria in moto) produce l'acqua che mestata con la terra, genera tutti i minerali e i metalli (13)».
Anche nel Discorso numero XV, di Ermete ad Ammone, dove la Creazione Divina viene illustrata come un atto Alchemico, si fa riferimento all'importanza del Vapore, quando viene riconvertito in Terra e si spiega che il Calore è provocato dalla Natura Bivalente della Materia Prima (14):
«1. D'altra parte ciò che è mosso si muove secondo l'attività del movimento che muove il Tutto. Poiché la natura del Tutto fornisce al Tutto due movimenti, l'uno in ragione della propria potenza; l'altro in ragione della sua attività. L'uno penetra attraverso l'insieme del mondo e lo mantiene all'interno, l'altro è coestensivo al mondo e l'avvolge dall'esterno; questi due movimenti vanno e vengono unitamente attraverso tutte le cose. 2. La Natura del Tutto, facendo nascere le cose che giungono ad essere, dona la facoltà di crescere tutto ciò che è nato gettando, da una parte, la propria semenza, e avendo a disposizione dall'altra, materia mobile. O meglio, una volta mossa, la materia si riscalda e diviene fuoco e acqua, l'uno pieno di vigore e forza, l'altra passiva; essendo il fuoco opposto all'acqua, ne essicca una parte, così si è formata [la terra] che galleggia sull'acqua, l'acqua continuando ad essere essiccata ai bordi, libera dai tre elementi: acqua, terra, fuoco ed un vapore, così è nata l'aria. 3. Questi elementi entrano in combinazione secondo un rapporto armonico, il caldo con il freddo, il secco con l'umido, e, dal loro accordo, nasce un soffio e una semenza analoga al soffio che avviluppa. 4. Questo soffio, una volta caduto nella matrice, non resta inattivo nella semenza; dato che non resta inattivo, trasforma la semenza, ed essa, tramite questa trasformazione acquista crescita e grandezza (15). »
L'Hortolanus chiama Fermento, il soffio vitale unito alla semenza nutrice, e lo considera artefice della moltiplicazione della Sostanza, con successive distillazioni:
«È come quando si fa il pane: un pochino di lievito nutre e fermenta una grande quantità di pasta cambiando in tal modo la sostanza della pasta in fermento; così il filosofo vuole che la nostra pietra sia talmente fermentata da servire come fermento alla sua propria moltiplicazione (16).»
Questa Operazione è il Padre e il Telesma di Tutto, cioè il Fine dell'Opera, il Risultato, (dal verbo greco Teleo), «l'atto perfetto», la corretta esecuzione del rito che perfeziona chi vi assiste (17), alla fine di un preciso itinerario chimico-psichico. Il suo equivalente latino è Initia, da cui deriva la consuetudine di tradurre il termine Teletè, con Iniziazione, nel senso di rito di passaggio da uno status a un altro, accedendo a un Gruppo esclusivo, che possiede specifiche conoscenze operative e trasformatrici (18). Nel nostro caso possiamo parlare di sequenza di Operazioni e il gruppo in questione è la Comunità ristretta degli Alchimisti, con i loro riti trasmutativi materiali e spirituali. L'uso di questa particolare parola, non è dunque casuale, indicando che lo Scopo dell'Opera, è quello di aiutare la Natura a raggiungere più rapidamente il suo compimento. Per Aristotele, per esempio, ogni Elemento ha in se stesso il suo fine, (l'Entelechìa), che è quello di tendere verso la propria realizzazione e quindi perfezione, passando dalla potenza all'atto, coincidente con la tendenza naturale dell'Elemento stesso a muoversi verso il suo posto naturale. Per gli Alchimisti Tutta la Natura, si comporta in questo modo, soprattutto le Anime degli esseri umani, che secondo il Kore Kosmu, sono state incorporate nella Materia, per aver disubbidito a Dio, abbandonando le sedi celesti che erano state assegnate loro (19). Questi Spiriti Divini, come quelli delle Sostanze Vegetali e Minerali, per poter tornare alla loro gloria originale, devono compiere il medesimo Viaggio Ritualizzato, cioè purificarsi, perfezionarsi e ascendere, e anche la Materia stessa può essere redenta nel fuoco e sollevata nello spirito, così come è accaduto a Ermete, Enoch, Cristo, la Vergine Maria, ecc., che non sono morti, ma sono scomparsi da questo mondo con i loro corpi (20).
È interessante notare che la parola Telesmi, richiama direttamente il termine greco Tèlesma, che per estensione di significato (21) rappresenta «l'oggetto consacrato (22)» per mezzo del rito. Gli Arabi chiamavano questo manufatto “Tilsam e Tillsam", al plurarle talâsim, ed è proprio da questo nome che deriva la nostra parola Talismano. Il Talismano è un oggetto "specializzato (23)", che si fabbrica utilizzando la Legge delle Corrispondenze (24), al fine di stabilire specifiche Simpatie tra le energie celesti e quelle terrestri. In virtù del messaggio che trasmette, la Tavola di Smeraldo stessa, potrebbe essere considerata non solo una sintesi del pensiero alchemico, ma anche, una sorta di Talismano Ermetico, come il quadro della Primavera (25) del Botticelli. Pare, infatti, che alcuni Alchimisti la utilizzassero anche in questo modo, inserendo le parole del testo tra le righe di un libro o incidendole sulle pareti dei laboratori (26), per attirare ulteriori influenze positive sullo svolgimento del loro Lavoro.
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NOTE
1) ERMETE TRISMEGISTO, Kore Kosmou, op. cit., pp. 96-101
2) Zosimo di Panopoli, Visioni e Risvegli, op. cit., p.91, Frammento Sull'acqua divina.
3) La stesura araba della Turba dei Filosofi, è attribuita a Uthman ibn Suwaid, autore del Libro delle dispute e delle riunioni dei Filosofi, un testo simile alla Turba.
4) La Turba dei Filosofi, in RENÉ ALLEAU, Aspetti dell' Alchimia tradizionale, Roma, Edizioni Atanor, 1989, , p. 100.
5) A Geber viene anche attribuita la riscoperta del Mercurio e l'Invenzione dell'Acqua Regia, un composto di Acido Nitrico e Muriatico. L'Acqua Regia è una sostanza diversa dall'Acqua Ragia.
6) A Causa dell'importanza di entrambi i personaggi tantissime scoperte furono attribuite loro, da autori rimasti anonimi.
7) Cfr. «la maschio-femmina che sempre fugge» con il titolo dell'Opera, l'Atalanta Fugiens.
8) MICHAEL MAIER , Atalanta Fugiens con trascrizione in notazione moderna delle 50 fughe, Biblioteca Ermetica, Roma, Edizioni Mediterranee, 2002, pp. 30-33.
9) Atalanta Fugiens, op. cit., pp. 34-37
10) Nell'Atalanta Fugiens, op. cit., pp. 34 – 37. Una Lupa, con il simbolo del Sole in fronte, si ritrova anche, in Goosen van Vreeswyck, De Groene Leeuw, 1674, p.135, in una immagine dove allatta dei lupacchiotti, che portano i simboli dei metalli e dei pianeti, e un bambino con il simbolo del mercurio. In JOHANNES FABRICIUS, Alchimia. L'Arte Regia nel Simbolismo Medievale, Roma, Edizioni Mediterranee, 1997, p. 56, img. 87.
11) Insieme al sale, al nitrum (carbonato di sodio o potassio), al salnitro, all'allume, alla crisocolla, all'azurite, all'orpimento, al realgar, e allo zolfo, nel Terzo Libro del De natura fossilium, di Giorgio Agricola. Vedi In: "Innovazioni tecnologiche, qualità e ambiente. Atti XVI Congresso nazionale di Merceologia, Pavia", Pavia, Vol. 3, p. 279-294 (1994) Anche: Natura e Montagna, 40, (3/4), 29-34 (dicembre 1994) Giorgio Agricola: le miniere e la natura Giorgio Nebbia- http://www.fondazionemicheletti.it/nebbia/dettagli.aspx?id_articolo=251
12) Nella versione riportata dal Kopp (1869), in Divinazione, Astrologia, Alchimia, op. cit., p. 260, viene usata la parola Virtus invece di Vis. Diverso è anche il posizionamento delle virgole e dei punti, come lo è anche per altre versioni.
13) Atalanta Fugiens, op. cit., pp. 34 – 37.
14) A questo proposito vedi JACK LINDSAY, JACK LINDSAY, Le origini dell’Alchimia nell’Egitto Greco-Romano, op. cit., p. 289, a proposito della differenziazione sessuale nei Riti di Accensione del Fuoco, per mezzo del movimento, « in cui il bastoncino duro e maschile viene sfregato o girato entro il bastoncino più morbido e femminile, che alla fine entra in combustione ». ( Vedi Kali sopra a Shiva, la Danza del Palo di Maggio, ecc.). Nonno di Panopoli, ne parla a proposito delle Pietre Focaie, con una allusione alchemica: «Come la pietra femminile viene colpita dalla pietra maschile e una pietra sull'altra genera la fiamma allorchè colpita, e battuta libera una pioggia di scintille, così il fuoco celeste viene acceso nelle nubi e nelle tenebre schiacciato e battuto, ma dal fumo terreno, sottile per natura, sono prodotti i venti. Un altro vapore fluttuante viene tratto dalle acque che il sole, brillando pienamente su di esse, fa evaporare e attira verso l'alto attraverso correnti ribollenti d'aria; questo si condensa e produce il velo di nuvole» che finisce per ricadere come acqua piovana.
15) Il Filo di Arianna, 42 trattati di Alchimia dall’Antichità al XVIII secolo, op. cit., p. 74.
16) Ivi, p. 28, Spiegazione della Tavola di Smeraldo fatta da Hortolanus.
17) Aristotele, diceva che « i misteri (mustéria) sono la teleté che gode del massimo prestigio tra tutte», (Retorica, II).
18) Svetonio utilizzò la parola Initiatio, per indicare l'accesso (in ire, entrare) ai Misteri Eleusini, e nel tempo anche i greci cominciarono a utilizzata la parola Teletè, con lo stesso significato di Mysteria, cioè «l'intero complesso di cerimonie formato dai misteri eleusini». Le Religioni dei Misteri, Eleusi, Dionisismo, Orfismo, a cura di Paolo Sarpi, Vol. I, Arnoldo Mondatori Editore, Fondazione Valla, 2002, pp XVI – XVII.
19) «E queste anime, figlio mio, come se avessero compiuto un'impresa, di colpo s'armarono di una indiscreta audacia e trasgredirono gli ordini; dimenticarono i luoghi e le sezioni ad esse deuptati e non vollero più risiedere in un unico luogo, non smisero di mmuoversi; sembrava loro la morte l'essere costrette ad appartenere ad un unica dimora.» ERMETE TRISMEGISTO, Kore Kosmou, scritti teologico-filosofici, op. cit., p.99.
20) Nel racconto del ritrovamento della Tavola, il simuacro di Ermete, in certe versioni viene identificato con una Statua del Dio, probabilmente secondo l'uso Egiziano di costruire Statue nelle quali gli Dèi prendevano dimora sulla Terra, per godere dei sacrifici rivolti loro nelle loro Case, cioè nei loro Templi. Le Staute , infatti, erano trattate come veri e propri esseri viventi, in quanto ospitavano le essenze divine. Cfr. Anche nel libri di Castaneda, Il Fuoco dal Profondo, quando Don Juan "spicca l'ultimo volo" «come un '"processo volontario di attivazione interiore del fuoco dal profondo insito in ogni essere, capace di condurre ad una specie di "autocombustione", o volatilizzazione istantanea del corpo, nel quale però lo spirito, la propria coscienza, sarebbero in grado di sopravvivere.» http://www.esopedia.it/index.php?title=Carlos_Castaneda
21) Le Religioni dei Misteri, Eleusi, Dionisismo, Orfismo, op. Cit. , pp. XV – XVI, Introduzione.
22) JEAN MARQUÉS RIVIÉRE, Amuleti Talismani e Pantacoli, I principi e la scienza dei Talismani nelle tradizioni orientali e occidentali, Roma, Edizioni Mediterranee, 1994, p.11
23) «Il Talismano è un vuoto che riceve le pure influenze degli astri, come l'incavo riceve la cera [...] queste influenze si trasferiscono su colui per il quale il talismano è creato». Ivi, p. 12. Etteilla citato da Stanislao di Guaita.
24) Ivi, p., 11-12. Oggetto magico più perfetto e specializzato del Talismano è il Pantacolo. Il Talismano è considerato un Pantcolo passivo.
25) «L’intero quadro botticelliano sarebbe il formato visivo del concetto ficiniano: le tre Grazie sono la Trinità, Flora, la Vergine e Mercurio proprio colui che miscela gli elementi, platonici e cristiani. Il quadro, al pari di un amuleto taumaturgico che assume in se la benefica energia astrale per rifletterla su chi si specchia in esso, sarebbe un "amuleto" pronto a temperare il carattere sanguigno di Lorenzino. » in www.italica.rai.it/principali/argomenti/biografie/botticelli.htm
26) Le origini dell’Alchimia nell’Egitto Greco-Romano, op. cit., p. 194 Una tradizione gnostica riporta che il Saggio Balinas, aveva deposto in numerose città dei protettori magici, contro i temporali, i serpenti, gli scorpioni, ecc. La stessa tradizione è riportata per Ermete Trismegisto. JEAN MARQUÉS RIVIÉRE, Amuleti Talismani e Pantacoli , op. Cit, p. 14.
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