Riflessioni sull'Alchimia
di Elena Frasca Odorizzi indice articoli
L'evoluzione della Simbologia degli Arcani Maggiori nei mazzi di Tarocchi delle Scuole Esoteriche Tradizionali del XIX – XX secolo, tra Ermetismo e Magia
Aprile 2009
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4. Breve analisi dei cambiamenti più evidenti, nell'iconografia degli Arcani Maggiori, dal mazzo Visconti a quello di Crowley.
Sono stati presi in considerazione solo i mazzi delle scuole esoteriche tradizionali fin qui trattati e le loro caratteristiche più significative. I nomi delle carte si riferiscono a quelli entrati nell'uso comune e non alle numerose varianti scomparse 1). Per le simbologie complete ed i significati, si rimanda a libri specifici.
IL MATTO: Nel mazzo Visconti (1450) è rappresentato da un uomo, ridotto quasi a uno stato primitivo, con le vesti lacere, seminudo, con una clava in mano e delle penne tra i capelli. A partire dal mazzo di Marsiglia (1751) sono presenti le caratteristiche del cane, del bastone del pellegrino e del sacco in spalla. Il cane che morde la gamba del matto si trova solo nel mazzo di Wirth (1889). Nel mazzo di Waite (1927) assomiglia alla figura romantica di un poeta. Crolwey (1944) sconvolge completamente la figura rendendola unica nel suo genere: con la testa “tra le nuvole” e le suole che non toccano terra.
IL MAGO: Con il mazzo Raider Waite (1927) perde il nome di Le Bateleur (prestigiatore, giocoliere, imbroglione) tradotto con Bagatto e diventa poi The Magician, forse in riferimento al mago occultista dei primi del ‘900. Nel tarocco di Marsiglia (1751) che ha oggetti simili a quelli del Visconti la chiave di decifrazione è collegata soprattutto ai colori, considerati come riferimenti ai diversi piani di realtà cabalistici (spirito, materia, ecc. ). Nel mazzo Wirth (1889) scompaiono i dadi dal tavolo a 3 gambe e appaiono i 4 strumenti dell’Arte Magica: il bussolotto per tirare i dadi diventa la coppa, il pugnale diventa la spada, i denari si trasformano nel pentacolo e la bacchetta viene sostituita dalla Verga Magica. In Waite (1927) i 4 oggetti magici ritornano a essere 5 come nel mazzo Visconti (1450). La loro identificazione avviene attraverso i 4 semi degli arcani minori, secondo l’associazione BASTONI = FUOCO ; SPADA = ARIA; COPPE = ACQUA ; DENARI = TERRA. In totale ancora 4 elementi che il mago desidera padroneggiare attraverso un 5° elemento: la sua volontà, rappresentata dalla bacchetta Magica che tiene in mano. Crowley (1944) crea tre Maghi diversi, chiamati rispettivamente: l’astrologo, il bagatto ed il Magus, ognuno con sue caratteristiche. (È possibile trovarli tutti e tre nel suo mazzo). Il cappello dalla caratteristica foggia a 8 orizzontale si trasforma nel simbolo dell'infinito a partire dal mazzo Wirth (1889), ma con Waite (1927) si separa dal cappello per andare a “brillare” al di sopra della testa del Mago.
LA PAPESSA o GRAN SACERDOTESSA: Nel mazzo Visconti (1450) è disposta frontalmente, indossa un abito monastico e reca sulla testa il Triregno, cioè la tiara papale che rappresenta i tre regni della fede. Nella mano destra tiene la Croce astile e nella sinistra il libro della Sapienza chiuso 2). Nel Marsiglia (1751) è seduta di tre quarti, la croce è dissimulata nell'allacciatura dell'abito e compare un velo appeso dietro la sua testa. Il suo nome è la Papesse. Nel Grand Etteilla (1778) diventa una donna nuda circondata da una spirale serpentina cosmica. In Wirth (1889) ritornano il Triregno, sormontato da una falce di Luna crescente, l'allacciatura a Croce ed il Libro, con sovrimpresso il simbolo del Tao. E' presente anche il Velo, ma stavolta agganciato a due Colonne di diverso colore. In Papus (1909) prende il nome di The Popess, sono presenti due Colonne una bianca e nera, in stile egizianeggiant e il Velo arriva fino a terra. Il Velo sulla testa della papessa le copre gli occhi, il Triregno "lunare" di Wirth viene trasformato nella Corona Luni-Solare Egizia della Dea Hator, che ricorda il simbolo della Triplice luna, ma il tutto rinvia in realtà al Velo di Iside, che deve essere sollevato per accedere alla vera Conoscenza. La Croce dissimulata nella veste, torna a essere un simbolo evidente. Con Waite (1927) prende il nome di The High Priestess, traducibile come Grande (Suprema) Sacerdotessa in un ottica ancora più pagana. Viene mantenuta la Triplice corona lunare e sulle colonne egizie vengono apposte le lettere J e B rendendo evidente la connessione con le due Colonne del Tempio Massonico: Jachin e Boaz. Il Velo alle sue spalle è ricamato con un motivo a melagrane, simbolo di fertilità della Dea, ma anche usato dalla Massoneria per indicare la fratellanza nella molteplicità degli Esseri. La Sacerdotessa tiene un piede su una falce lunare, secondo l'iconografia della Madonna cristiana. Il libro si trasforma nel rotolo della Torah. La croce sulla veste diventa quadrata e bianca e nella mano sinistra tiene due chiavi. Crowley (1944) mette soprattutto in evidenza il concetto del velo, che la Papessa spiega con le sue mani davanti a noi, similmente a una rete, indicandoci, quindi, il Velo di Maya. Sulle gambe non ha un libro ma l'arco e le frecce dell'intenzione penetrante che cerca il suo bersaglio, la conoscenza.
L’IMPERATRICE: Nel mazzo Visconti (1450) è frontale, incoronata e sostiene con la destra uno scudo con dipinta un aquila. Porta guanti verdi, il colore di Venere, con i quali non viene toccata dal mondo e nell'abito dorato ci sono decori formati da tre anelli intrecciati, che costituiscono la Triplicità Lunare. Nel Marsiglia (1751) i guanti spariscono, lo scudo con aquila passa a destra, mentre con la sinistra sostiene uno scettro allungato con in cima il globo tripartito imperiale, sormontato dalla Croce 3). In Wirth (1889) ha le ali, poggia il piede su una luna rovesciata, lo scettro diventa un'asta, un giglio spunta al suo fianco e 9 stelle le circondano la testa. Ricalca quasi completamente quella più egizianeggiante proposta da Papus (1909). Nel mazzo Waite (1927) le stelle sono 12 come i segni zodiacali e diventano parte della corona. L'arma nobiliare, appoggiata ai suoi piedi, prende la forma di un cuore con l'emblema di Venere. L'orbe diventa quasi un pestello e l'abito ha la stessa stoffa decorata a melagrane che aveva la Papessa. Un campo di spighe e un ruscello, la associano alla dea Demetra. In Crowley (1944) le simbologie mutano: è di tre quarti e non ci guarda negli occhi, lo scettro diventa il loto di Iside, lo stemma nobiliare riporta un'aquila alchemica a due teste e a destra è rappresentato il pellicano che nutre i suoi cuccioli con il suo stesso sangue, ad indicare Madre Natura.
L’IMPERATORE: Nel mazzo Visconti (1450) è di tre quarti, ha il globo imperiale nella sinistra e una verga sottile nella destra. Nel Marsiglia (1751) globo e verga si sono uniti a formare lo scettro sormontato dall'orbe. E' di profilo, girato verso sinistra, tiene le gambe incrociate a formare un 4 e ai suoi piedi è presente l'arma con l'aquila 4). Nel Grand Etteila (1778) è rappresentato unicamente dal Sole. In Wirth (1889) ha di nuovo il globo nella sinistra, uno scettro nella destra. E' voltato di profilo verso sinistra e seduto sul cubo del mondo materiale su cui è disegnata l'aquila. Ricorda quello di Papus (1909), anche se in questo caso si tratta di un Faraone. Nel mazzo Waite (1927) è seduto in trono, frontale, con le gambe divaricate. Tiene un globo d'oro nella sinistra e uno scettro nella destra, somigliante a una Chiave della Vita egiziana, dissimulata, oppure a una Tau. Le spalliere del trono hanno teste di Ariete, motivo ripreso da Crowley (1944) che preferisce l'imperatore che troneggia frontalmente. Le sue gambe sono accavallate a formare una Tau, mentre lo scettro ha testa d'ariete e il globo è sormontato da una croce a otto punte. Ricompare lo scudo sormontato da un'aquila a due teste, con accanto l'agnello mistico che si sacrifica per il mondo 5).
IL PAPA o LO IEROFANTE: Nel mazzo Visconti (1450) è seduto frontalmente e porta il Triregno. Con la sinistra tiene la Croce astile, mentre con la destra è in atto benedicente. Indossa come l'Imperatrice guanti, ma stavolta bianchi. Nel Marsiglia (1751) benedice due chierici, ma la Croce astile diventa Croce papale a tre bracci di grandezza decrescente, in riferimento alla Trinità. Indossa un guanto nella destra con disegnata una croce e compare anche un trono di cui si intravede la spalliera, somigliante a due colonne. In Wirth (1889) indossa entrambi i guanti e non ci sono altri cambiamenti particolari, a prte i colori. In Papus (1909) ha la croce a tre bracci, ma è un sacerdote egiziano che indossa la corona di Hator, mentre benedice due persone. Anche il resto della scena è egiziana. Nel mazzo Raider Waite (1927) viene chiamato The Hierophant, lo ierofante, invece che The Pope, ancora una volta in un'ottica più pagana. Le colonne del trono, diventano due vere colonne e compaiono due chiavi incrociate ai suoi piedi 6). Nel mazzo Crowley (1944) non sono più presenti i chierici, ma compare una dea egizia. La croce papale nella mano sinistra presenta tre cerchi, al posto delle tre aste, mentre con la mano destra è ancora benedicente, ma il braccio non è sollevato, ma disteso con il palmo rivolto verso di noi e le dita puntate verso il basso. E' circondato dagli animali dell'apocalisse e da molto altro.
GLI AMANTI: Nel mazzo Visconti (1450), un cupido bendato in cima a una colonna, sta per colpire un uomo che tiene la mano di una donna che si è tolta uno dei suoi guanti verdi. Nel Marsiglia (1751) prende in nome di L'amoreaux l'innamorato. C'è ancora cupido, che vola in alto nella luce del sole e non è bendato. In questo caso sta per colpire un uomo confuso, incapace di scegliere tra due dame. Nel Grand Etteilla (1778) prende il nome di Marriage e Liason. E' presente un vescovo o un papa, che sta per sposare due giovani. Il mazzo di Wirth (1889) si rifà a quello di Marsiglia, come anche quello di Papus (1909) il cui cupido indica con molta precisione quale donna dovrebbe essere scelta. In entrambi i mazzi l'uomo ha un gesto di chiusura, con le braccia incrociate sul petto, a indicare che non vuole essere tirato né da una parte né dall'altra. Le due donne hanno l'aspetto di una regina e di una baccante, forse per indicare due tipi di forze vitali contrapposte. Nel mazzo Raider Waite (1927) la carta prende il nome di The Lovers, gli amanti, che al cospetto di un Angelo del Paradiso sono diventati Eva e Adamo, vicini, ognuno, un albero. Con Crowley (1944), diventano la Regina ed il Re alchemici.
IL CARRO: Nel mazzo Visconti (1450) una donna, di profilo, con le stesse insegne regali della carta dell'Imperatore, siede su un carro trainato da due cavalli alati: si tratta della Vittoria. Dal Marsiglia (1751) il carro sarà guidato da una figura maschile con delle decorazioni lunari 7) sulle spalle e l'immagine diverrà frontale. Da Wirth (1889) i due cavalli diventano due sfingi. Crowley (1944) trasforma le sfingi nei 4 animali viventi dell’Apocalisse di Giovanni 8). Questi sono i quattro angeli che presiedono al governo del mondo fisico rappresentando ciò che nella creazione vi è di più «nobile, forte, saggio ed agile». Da dopo S. Ireneo il cristianesimo li ha associati ai quattro Evangelisti, ai “quattro pilastri del mondo”, ai punti cardinali e ai 4 elementi: FUOCO = LEONE; ARIA = AQUILA; ACQUA = ANGELO; TERRA = TORO. Tutti insieme i 4 animali vanno a rappresentare il corpo stesso della sfinge egizia, caratterizzato dal dorso taurino, sormontato da ali d’aquila, con zampe di leone e testa di donna o angelo. In nessun carro sono mai usate redini a parte nel Grand Etteilla (1778), con chiaro riferimento alla capacità di saper guidare la propria vita nella direzione voluta senza sforzo, con piena collaborazione degli stati d'animo rappresentati dalle creature “Elementari”.
LA GIUSTIZIA: La carta mantiene in tutti i mazzi le caratteristiche classica di Donna, mai bendata, che tiene una bilancia con la mano sinistra e una spada rivolta verso l'alto, nella mano destra. Solo in Crowley (1944) la Donna diventa essa stessa una bilancia che tiene puntata la spada della ragione verso il basso mantenendosi con essa in equilibrio da sola. Nel mazzo pubblicato dalla Scarabeo, nell'edizione del 1990, la carta della Giustizia è tradotta con Aggiustamento 9) Nel Libro di Thot nell'edizione italiana del 1989 è tradotta con Adeguamento 10). Negrini, nel suo libro sui Tarocchi di Crowley, del 1989, la traduce invece con Adattamento 11). Nel mazzo inglese è data come Adjustement.
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NOTE
1) A questo proposito si rimanda ad un saggio del prof Andrea Vitale, sulla carta della Torre dove sono citati numerosi nomi data alla carta in passato, prima che si standardizzasse http://www.associazioneletarot.it/Saggi/La_Torre.asp
Gli altri suoi saggi http://www.associazioneletarot.it/Saggi tratti dalla sua opera Tarocchi: Arte e Magia, a cura di G. BERTI - A. VITALI, saggio - catalogo della mostra tenutasi al Museo Archeologico di Bologna nel 1994, Faenza, Edizioni Le Tarot, 1994 .
2) Secondo Andrea Vitale, si tratterebbe della Fede http://www.associazioneletarot.it/Saggi/La_Papessa.asp , Ivi
3) Il globo terracqueo e tripartito sormontato dalla croce deriva dal orbe terrarum, simbolo del potere degli imperatori romani. Divenuto poi simbolo degli imperatori bizzantini sostituendo la dea vittoria con la croce. Da qui si è diffuso nell' iconografia sacra come simbolo del potere divino sul creato, affidato dai papi agli imperatori.
4) Il primo incrocio di gambe è visibile nelle carte del Mantegna del 1470.
5) Detto anche in araldica, agnello pasquale . Stringe con la zampa destra un vessillo con la croce di Cristo ed ha la testa aureolata o nimbata. Indica nell'apocalisse l'agnello immolato, il Cristo risorto, che aprirà il libro dai sette sigilli, l'Agnus Dei , « [...] l'agnello di Dio, [...] che prende su di sé il peccato del mondo (Gv 1,29). »
6) Un Papa con in mano le chiavi di San Pietro è visibile nelle carte del Mantegna del 1470.
7) Nelle carte del Mantegna del 1470 ci sono il carro di MArte e il carro della Luna.
8) «Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d'occhi davanti e di dietro.» Apocalisse 4,6.
9) Vedi il mazzo ALEISTER CROWLEY – LADY FRIEDA HARRIS, I Traocchi di Alesiter Crowley, Torino, Lo Scarabeo, edizione degli anni ‘90.
10) Vedi MASTER THERION, op. cit. p. 205.
11) Vedi BERTI – NEGRINI – TEBANI, op. cit, p. 44
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