Riflessioni sui Nativi Americani
di Alessandro Martire - indice articoli
L'archetipo della Grande Madre letto attraverso le antiche leggende dei nativi americani
Settembre 2011
Di Elisa Morucci
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La leggenda di Pte San Win, la Donna Bisonte Bianco
Pte San Win è colei che, secondo la tradizione, portò al popolo delle praterie il dono più grande, la sacra pipa (12) insieme ai rituali ad esse correlati. Ancora una volta è la donna che si fa catalizzatore tra divino ed umano, creando un ponte tra cielo e terra.
Molte storie sono state raccontate sulla “Sacra Pipa”. I bianchi si riferiscono ad essa come “Pipa della Pace”, ma i discendenti degli Indiani sanno che è un oggetto sacro e che ha un posto particolare nelle culture indiane. La pipa, in forme diverse, è giunta alla maggior parte delle culture di tutto il mondo. Ogni società ha usato la pipa in un modo o in un altro.
I nostri fratelli Lakota raccontano la storia di donna Bufalo Bianco e di come lei per prima portò la pipa all'uomo Rosso. Quello che importa però è che la pipa è riverita come oggetto sacro e che ci è giunta dal Creatore. Ancora più importante è il fatto che essa è stata portata a tutti gli uomini di questo mondo, perciò abbiamo il dovere di condividere il pianeta.
Parlo del tempo in cui i grandi bisonti che popolavano le nostre terre, stavano scomparendo. Le genti erano affamate e cercavano invano il bisonte nelle grandi praterie. Un giorno il capo tribù scelse due giovani guerrieri per avventurarsi alla ricerca della selvaggina. I due vagarono a lungo senza avere fortuna. Quando videro una sagoma muoversi nella boscaglia; sicuri si trattasse di un animale, si nascosero piano tra l’erba in attesa degli spostamenti dell’animale. Sembrava un bisonte e gli veniva incontro. Quando la sagoma fu più vicina i due guerrieri si accorsero con loro grande sorpresa che non si trattava di un bisonte, ma di una donna. La donna dalla figura eterea, sembrava fluttuare nell’aria. Dopo essersi avvicinata, ella sostò per un momento e li guardò. Gli uomini avevano capito che poteva vederli anche dov’erano nascosti.
Il suo viso era bello. Uno degli uomini disse:”E’ la donna più bella che abbia mai visto, voglio possederla”. Ma l’altro lo bloccò dicendo: “come puoi avere un simile pensiero? Non vedi che non è umana, cammina nell’aria”.
L’altro non ascoltò e dopo essersi svincolato tese la mano per toccare la donna.
Si alzò una densa foschia che avviluppò i due, quando la foschia svanì, la donna era ancora là, ma del giovane guerriero non era rimasto che un cumulo di cenere e ossa.
L’uomo si levò in piedi sbigottito, allora la donna parlò: “Sono stata mandata su questa terra per parlare al tuo popolo. Vai dal tuo capo e digli di costruire una tenda la cui entrata guardi ad est. Sul posto d’onore sarà cosparsa della salvia. All’alba arriverò al villaggio”.
Il giovane corse al villaggio e riferì l’accaduto. Tutto fu predisposto per l’arrivo della misteriosa donna che giunse all’alba al villaggio, accolta da tutta la tribù.
Ella portava con sé un fagotto di pelle. Entrò nel tipì e dopo essersi seduta cominciò a parlare, disse che il Grande Spirito era molto contento dei Lakota, che li considerava fedeli e riverenti e che, pertanto, erano stati prescelti per ricevere la sacra pipa che lei aveva portato per il bene di tutta l'umanità, la sollevò verso il cielo e parlò:
“Pregate Wakan Tanka, il Creatore. Questa è la sacra pipa che vi ha donato.
La sacra pipa non rappresenta soltanto un simbolo di qualcosa di sacro; la sacra pipa è essa stessa sacra, e qualcosa di più. Essa vive ed è potente, molto potente. Come ogni cosa che viene dal Grande Mistero, essa è impregnata di esso, ne è un’emanazione. Essa è creatura. L’oggetto sacro portatore di vita, come di morte.
Non tutte le persone sono chiamate ad essere portatori di pipa. La persona che porta la pipa, pratica le cerimonie e segue le tradizioni ad essa legate ha un grande onore nella vita, ma soprattutto, una grande responsabilità, responsabilità nei confronti delle sue sorelle e dei suoi fratelli, e della Grande Madre Terra sulla quale vive.
E’ importante comprendere il carattere del portatore di pipa, che appunto “porta”. Il portatore non possiede, porta la sacra pipa.
La sacra pipa dona la capacità di “vedere”, il suo legame con il Grande Tutto mette nella condizione di sincronizzare chi la porta alla parte più profonda di sé ed al Grande Tutto; se ne accetterete la responsabilità, potrà divenire la vostra guida, ma allo stesso tempo potrà trasformarsi nel vostro peggiore nemico, se portata senza riguardo.”
La Donna Bisonte Bianco dette la pipa a Toro Che Cammina In Piedi e gli insegnò le preghiere che doveva recitare. «Quando pregate il Grande Spirito, dovete utilizzare questa pipa durante la cerimonia. Quando siete affamati, togliete la pipa dalla pelle dove la conservate e ponetela così all'aria. Allora i bisonti verranno dove gli uomini potranno cacciarli ed uccidere facilmente. Così i bambini, gli uomini e le donne mangeranno e saranno felici». Pte San Win gli disse anche come la gente dovrebbe comportarsi per vivere pacificamente insieme. Gli insegnò le preghiere che dovevano dire quando si rivolgevano alla loro madre Terra. Gli spiegò inoltre come dovevano decorarsi per le cerimonie. «La Terra,» aveva detto, «è vostra madre. Così, per le cerimonie speciali, vi decorerete come la vostra Terra: di nero e di rosso, di marrone e di bianco. Questi sono anche i colori del Bisonte. Soprattutto ricordatevi che questa è una pipa della pace. La fumerete prima di tutte le cerimonie. La fumerete prima di fare i trattati. Introdurrà pensieri pacifici nelle vostre menti. Se la userete per pregare il Grande Spirito e la madre Terra sarete sicuri di ricevere i doni che chiederete».
Quindi si rivolse alle donne dicendo loro che il Grande Padre aveva stabilito che esse mettessero al mondo i figli, che li nutrissero e li vestissero, rimanendo spose fedeli.
Esse, inoltre, avrebbero sopportato in vita grandi sofferenze, ma per la loro natura gentile sarebbero state di conforto agli altri nel tempo del dolore.
Poi parlò ai bambini dicendo loro di rispettare i genitori che li amano e fanno molti sacrifici, per cui ad essi deve venire soltanto del bene.
Agli uomini disse che tutte le cose dalle quali essi dipendono vengono dalla Terra, dal Cielo e dai Quattro Venti e che per questa ragione era necessario ringraziare il Grande Spirito per il dono della vita fumando la pipa quotidianamente.
Raccomandò ancora loro di essere sempre gentili e amorevoli con le donne e con i bambini, per rispetto al loro essere creature deboli.
Infine, insegnò al capo la maniera di custodire la pipa, dal momento che era suo dovere rispettarla e proteggerla, in quanto da essa dipendeva la vita della Nazione Sioux. Come sacro strumento della conservazione doveva essere usata in tempo di guerra, di carestia, di malattia o in caso di grandi necessità.
A questo punto si dice che Pte San Win promise ai Sioux che sette sacre cerimonie (13) sarebbero state in seguito rivelate loro affinché le praticassero (14).
Rimase al villaggio quattro giorni e prima di partire accese la pipa, la offrì al cielo, alla Terra, ai quattro venti, ne fumò una boccata e poi la passò al capo. Infine, uscì promettendo di tornare. Fece il giro della tenda secondo il cammino del sole, poi lentamente si allontanò dall'accampamento mentre tutto il villaggio era lì a guardarla; fuori dell' apertura del cerchio si fermò per un istante e toccò la Terra. In un istante si trasformò in un vitello di Bisonte nero. Toccò ancora la Terra ed allora prese la forma di un vitello di Bisonte rosso. Una terza volta toccò la Terra e diventò un vitello marrone. La quarta ed ultima volta si trasformò in un candido vitello di Bisonte, bianco, senza una macchia. Allora camminò verso il nord e sparì lontano, sopra una collina.
Toro Che Cammina In Piedi conservò la pipa della pace con attenzione. Chiamava a raccolta tutti i bambini del villaggio e sciolto il fascio che avvolgeva la pipa ripeteva le lezioni che a lui erano state insegnate dalla donna. E la usò nelle preghiere ed in altre cerimonie fino a che non ebbe più di cento anni.
Quando diventò debole, fece una grande festa. Durante questa festa dette la pipa e gli insegnamenti ad un uomo degno. Allo stesso modo la pipa è stata passata di generazione in generazione. «Finché la pipa sarà utilizzata,» la donna bella aveva detto, «la vostra gente vivrà e sarà felice. Non appena sarà dimenticata, la gente morirà».
Sioux vivevano nel bene contro il male, nell'armonia contro la discordia e perciò erano degni di ricevere la pipa che ella custodiva per l'umanità. Essa era il simbolo della pace tra gli uomini e fumarla significava comunicare con il Grande Spirito (15).
La leggenda della pipa narrata dai Cherokee
Storia raccontata da Cuore che Sale Danzando
“Questa è la storia di come la pipa giunse ai Cherokee del sud. Se la conoscete diversamente sappiate: mi è stata raccontata così”.
Molto tempo fa, quando il mondo era ancora nuovo, una tribù di uomini dalla pelle rossa venne a vivere nelle terre che stanno attorno alle Montagne del Fumo Blu. A quel tempo, gli animali del mondo parlavano ancora agli uomini e insegnavano loro come vivere e prendersi cura della terra. Questa gente era chiamata Ani Yun Wiya o “Un popolo sincero” (letteralmente: Un popolo dritto, veritiero, i Giusti). In questa tribù viveva una donna guerriero molto coraggiosa. Era chiamata “Donna Freccia”.
Donna Freccia fu istruita sull'uso dell'arco, della lancia e del coltello. Anche se cacciare e combattere è un lavoro da uomini, Donna Freccia poteva scagliare la freccia con la stessa precisione di un uomo, lanciare un coltello e dividere in due un ramo non più grande del vostro pollice, lanciare il giavellotto e colpire nell'occhio un falco in volo. A causa di ciò nessun uomo le avrebbe detto di comportarsi da donna.
Un giorno, durante una caccia, Donna Freccia incontrò le tracce di Yona l'Orso. Vide sangue sul terreno e seppe che egli era stato colpito, così seguì la traccia. Presto giunse in un luogo che non conosceva. E fu in quel luogo, un luogo conosciuto solo dagli animali, che vide Yona l'Orso. Egli aveva un profondo taglio nel fianco e lei lo vide piegarsi a terra in preghiera. Lo vide inchinarsi di fronte a un grande campo di erba alta pronunciando delle parole che non aveva mai sentito prima.
Improvvisamente l'erba cominciò a luccicare e divenne un lago.
Donna Freccia vide Yona tuffarsi nell'acqua. Quando riemerse la sua ferita era completamente guarita. Yona vide quindi Donna Freccia e si incamminò verso di lei.
Yona gli disse: “questo è il lago sacro degli animali. Il suo nome è “Ataghai” e la sua posizione è conosciuta solo dagli animali. È il luogo dove veniamo per ritrovare la salute e la forza. Tu sei la prima creatura umana a vedere il lago sacro. Non dovrai mai rivelare dov'è alla tua gente, perché questa è la dimora del Grande Uktena. Con queste parole Yona l'Orso si girò e si avviò nel bosco sparendo.
Donna Freccia era stanca dopo aver seguito Yona tutto il giorno così decise di restate ancora un po' presso il lago. Accese un piccolo fuoco e si sedette per mangiare le provviste che aveva portato con sé. Bevette l'acqua del lago e si sentì subito rinfrancata. Era stupita, si sentiva forte come Yan'si il Bufalo. Si sentiva come se potesse correre più veloce di come Coga il Corvo potesse volare. Il bosco era silenzioso, Unole, il vento, stava dormendo, Nvda, il sole, splendeva luminoso ma non era troppo caldo, la superficie del lago era perfettamente calma. Donna Freccia cominciò ad appisolarsi. Fu a questo punto che vide Uktena, aveva udito racconti su di lui quando era bambina, ma nessuno nella sua tribù aveva mai detto di averlo visto.
Alto sull'acqua egli levò la sua testa di serpente, il gioiello sulla sua fronte brillava.
Egli iniziò a muoversi verso di lei. Donna Freccia afferrò la lancia e si alzò per affrontare la grande creatura che avanzava verso di lei, con atteggiamento orgoglioso, senza mostrare paura, come deve fare ogni guerriero. Alzò la sua lancia e si preparò a colpire la gigantesca bestia. Uktena si fermò a breve distanza da lei. Egli sorrise, la sua bocca era più larga di quanto fosse alto un uomo e piena di denti lunghi come un braccio umano. Egli parlò alla coraggiosa donna che stava sulle rive del suo lago. Egli le disse: “abbassa le tue armi, perché io non ti farò del male. Io vengo solo per insegnare”.
Donna Freccia abbassò la sua lancia e iniziò a rilassarsi, sapendo in qualche modo che Uktena parlava sinceramente.
Uktena le disse di sedersi ed ascoltare. Uktena allora affondò la testa sotto la superficie dell'acqua e riemerse subito dopo. Nella sua bocca aveva un bastone piegato in modo strano e una saccoccia di pelle. Lasciò queste cose sul terreno di fronte a Donna Freccia. Il Grande Uktena cominciò ad insegnare. Egli disse “Ciò che ho deposto di fronte a te è la Pipa Sacra del Creatore”. Quindi le disse di raccogliere la pipa. “Il fornello è della stessa argilla rossa che il Creatore ha usato per fare il tuo popolo. L'argilla rossa è una donna gentile e proviene dalla Terra. Così come la donna accoglie in sé il bambino e genera la vita così il fornello della pipa accoglie il tabacco (tsula) e genera il fumo. Il cannello è l'uomo, rigido e duro lo stelo appartiene al regno delle piante e come un uomo sostiene la sua famiglia esso sostiene il fornello”.
Uktena mostrò poi a Donna Freccia come unire il fornello con il cannello dicendo:
“Così come un uomo e una donna rimangono separati sino a che non siano uniti in matrimonio, allo stesso modo fornello e cannello sono separati. E non devono essere uniti se la pipa non viene usata.” Uktena quindi le mostrò come mettere il sacro tsula nella pipa e con un legno preso dal fuoco accese il tsula così che bruciasse un po'.
Egli le disse: “ Il fumo è il respiro del Creatore, quando aspiri il fumo nel tuo corpo tu vieni purificata e rigenerata. Quando il fumo lascia la tua bocca esso sale al Creatore. Le tue preghiere, i tuoi sogni, le tue speranze e desideri sono portate a Lui dal fumo. Così anche la tua vera anima sarà vista da Lui quando fumi la pipa. Se non sei sincera (dritta, corretta, giusta), non fumare la pipa, se il tuo spirito è cattivo e stai cercando di ingannare, non fumare la pipa.” Uktena continuò la sua lezione fino a notte fonda insegnando a Donna Freccia tutte le preghiere usate con la pipa e tutte le ragioni per usarla. Egli terminò quando la Luna cominciava il suo viaggio nel cielo in cerca del suo vero amore. Egli le insegnò quindi come riporre la pipa nella custodia rossa, tenendo le parti separate.
Fatto questo le disse che non sarebbe stata in grado di ritrovare più quel luogo un'altra volta, ma si sarebbe ricordata tutto ciò che aveva imparato. Uktena quindi ritornò nelle profondità del lago. Donna Freccia vide l'acqua scintillare e tornare nuovamente un campo d'erba. Se ne andò portando con sé la pipa, gli insegnamenti avuti e un meraviglioso racconto. Da allora gli Any Yun Wiya hanno usato la sacra pipa e nessun uomo vide più il lago sacro di Uktena
Il nostro universo latente, ed il messaggio ad esso correlato, hanno respirato nel grembo della Madre Terra per un tempo indefinito, in attesa di tempi più propizi.
La Grande Madre li ha occultati per un tempo indefinito, li ha nutriti, protetti.
Come ciclicamente accade.
Quando il sangue dei nostri fratelli e delle nostre sorelle è penetrato nella terra insieme alle grida di dolore che hanno scosso le fronde degli alberi, il genere umano è sprofondato, ancora.
Hanno tentato di umiliarci, profanarci, venderci, comprarci.
Ci hanno percosso ed abbiamo resistito fino a che non abbiamo sentito il rumore delle ossa spezzate, il sapore acre del sangue riempirci la bocca, la vita lasciarci.
Pensavano bastasse spogliarci, privarci dei connotati della nostra cultura, violentarci, ucciderci per ottenere di cancellare ciò che eravamo.
Beh, non basta!
Ci sono cose più importanti della vita, e la miseria delle motivazioni delle povere anime che si perdono facendo il male, come i mezzi che si mettono a disposizione, non potranno mai nulla di fronte alla delicata potenza della Verità.
La madre terra ci ha tenuti sempre al sicuro, nel suo grembo.
Ciclicamente, siamo dovuti passare attraverso lo strazio della perdita, senza poter comunicare con quanti, in nome di verità funzionali a falsi profeti, hanno distrutto sé stessi e qualunque cosa ostacolasse il loro cieco cammino.
Ma c'è un segreto che solo i cuori puri e impavidi, compassionevoli e volenterosi possono svelare e ri-conoscere.
Se non lo conosci non puoi appropriartene, se non lo vivi, non puoi rubarlo, se non lo senti, nessuno potrà vendertelo. Ed è questo che non sono mai riusciti a toglierci.
E mai ci riusciranno.
Nell’attesa di tornare, dalla Grande Madre e il Grande Padre, al Grande Uno.
Elisa Morucci
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NOTE
12) La sacra pipa si compone di due parti: cannello (ricavato da legno di acero) e fornello ( costruito con la catlinite, una pietra di colore rosso, reperibile unicamente a Pipestone, nel Minnesota). Le due parti si conservano rigorosamente separate, per via del grande potere che racchiudono. L’atto di collegare i due elementi corrisponde ad una cerimonia sacra, l’unione di cielo e terra, tra mondo fisico e quello metafisico.. Il combustibile è rappresentato dalla corteccia di salice rosso e in alcuni casi aggiunta di tabacco e erbe aromatiche. L’atto di fumare la pipa ed offrirla alle quattro direzioni al cielo e alla terra è la preghiera più sacra ed il riconoscimento di sé stessi come appartenenti all’universo del Grande Spirito.
13) I sette principali riti sacri del popolo Lakota. Rito della sacra pipa- Canumpa Wakan; il rito della purificazione- Inipi; il rito della pubertà femminile- Isnati-Awicalowan; il rituale della visione- Hamblecheyapi; il rito dell’imparentamento- Hunkayapi; il rito della sacra Danza del Sole- Wiwang Wachipi; il rito del lancio della palla- Tapa Wanka Yap”. Alessandro Martire, I leggendari guerrieri delle praterie, Edizioni Altravista, 2008, pp. 90-91.
14) “19 generazioni fa, ai Lakota/Dakota/Nakota Oyate, furono dati setta sacri Riti di guarigione da una Donna sacra, Pte San Win (White Buffalo Calf Woman). Portò questi riti al nostro popolo insieme alla Sacra Pipa (C’anupa), quando i nostri antenati stavano attraversando tempi difficili. Ci furono dati anche per aiutarci a rimanere in contatto con noi stessi e la nostra cultura tradizionale. I codici di comportamento sono molto rigidi in tutte queste cerimonie. Perché lavoriamo con lo Spirito. Come il Creatore Wakan Tanka, ci ha detto, se saremo umili e sinceri, continueremo ad essere connessi con gli “Inian Oyate (Il Popolo delle Pietre), che noi chiamiamo Grandfathers, cosicché poter continuare a guarire noi stessi ed i nostri cari. Abbiamo un “dono” di preghiera e di guarigione e dobbiamo essere umili con la Madre Terra e fra di noi”. Arvol Looking Horse.
15) Benché sia apparsa per la prima volta ai Sioux in sembianze umane, al Donna Bisonte Bianco fu anche un bisonte, il fratello degli indiani, che donò loro le sue carni affinché la gente potesse vivere. Il bisonte albino era sacro tra le tribù della Praterie, una pelle di bisonte bianco era un bene senza prezzo.
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