Riflessioni sulla Mente
di Luciano Peccarisi - indice articoli
Il segreto dei senza paura
gennaio 2011
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Casi clinici
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Le vie della paura
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Ansia
L'amigdala, un piccolo corpo ricco di neuroni a forma di mandorla, appunto "amigdala" in greco, dal profondo del nostro cervello controlla le azioni e le reazioni, i sentimenti e le emozioni che chiamiamo paura.
L'amigdala è la parte più antica del nostro cervello. E' una parte che abbiamo in comune perfino con i serpenti ed i rettili in generale.
Essa è una sorta di "memoria emotiva" la cui funzione principale è di memorizzare quello che è stato causa di dolore, per poi eventualmente riconoscerlo e segnalarne la presenza affinché si possa reagire nel più breve tempo possibile, allontanandosi dalla sua minaccia. È noto da tempo che in quel piccolo organo sta il segreto della condizione umana, la sentinella della sopravvivenza, la condanna di certe notti, la molla dei nostri comportamenti, sofferenza o felicità. Menomazioni, patologie, difetti dell’amigdala cambiano radicalmente il rapporto con il mondo esterno. Possono impedire di riconoscere, nelle situazioni, nei gesti o addirittura nello sguardo degli altri, quei segnali sottili che fanno scattare il meccanismo del "fuggi o lotta", presente in tutti gli animali superiori. La mancanza dell'amigdala rende semplicemente incapaci di avere paura, come ad esempio un daltonico totale è incapace di vedere i colori. La storia dell'evoluzione umana, l'antropologia, sa bene che senza nostra sorella paura, innesco formidabile dell'intelligenza e della creatività, la nostra specie non sarebbe sopravvissuta al mondo ostile e feroce.
Casi clinici
Camminava di sera in una strada deserta costeggiata da un parco e da una chiesa, un uomo dall'aspetto poco raccomandabile seduto su una panchina la chiama e, appena lei si avvicina, scatta in piedi, le punta un coltello alla gola e dice che l'avrebbe uccisa: lei, per nulla impaurita, gli risponde: 'se stai per uccidermi sappi che dovrai vedertela prima con gli angeli del Signore'. L'uomo improvvisamente libera la presa e lei, come nulla fosse, s’incammina verso casa tranquilla e per nulla impaurita. La signora S.M. aveva perso l'amigdala (il regolatore della paura) intorno ai 10 anni per una rara malattia genetica chiamata ipoproteinosi di Urbach-Wiethe, che causa il deposito di materiale calcificato nel corpo specie a livello di cute, mucose e organi interni. E' una 44enne, SM, che non ha paura di nulla, i film horror più pazzeschi la lasciano indifferente, come pure serpenti e ragni cui senza timore si avvicina per toccarli. Justin Feinstein dell’University of Iowa sulla rivista Curent Biology ha presentato questa donna che non teme nulla perché priva dell'amigdala. Già Antonio Damasio, un illustre neurologo, aveva descritto un caso simile. “S. allacciava con facilità rapporti d’amicizia, era particolarmente soggetta alle cotte romantiche e spesso coloro di cui si era fidata avevano approfittato di lei”. Non sapeva distinguere l'espressione della paura sui volti e nemmeno disegnare un viso che rappresenti la paura e perfino mimarla. Immersa in un mondo sicuro simile a quello di Pollyanna. Questi individui non sanno proteggersi dai rischi sociali e sono quindi vulnerabili. Del morbo di Urbach-Wiethe (calcificazione dell'amigdala, con mancanza d'ansia e di paura) o di qualcosa di simile era forse portatrice Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca, l'artista milanese uccisa, vestita da sposa, sola ed in autostop, in Turchia. Pippa aveva scritto questi versi: «Della guerra sono stanca ormai, al lavoro di un tempo tornerei, un vestito da sposa o qualcosa di bianco, per nascondere questa mia vocazione, al trionfo ed al pianto». Una canzone di De André, «Giovanna d'Arco». Poi era partita per quello che aveva immaginato come un viaggio di pace. Il suo sogno era dimostrare che si poteva attraversare Paesi considerati pericolosi affidandosi alle persone che li abitano.
Le vie della paura
L'amigdala è ben collegata alla corteccia cerebrale che regola la vita di relazione con l'esterno, ed esistono più connessioni dall'amigdala alla corteccia che dalla corteccia all'amigdala. Ciò porta ad avvantaggiare l’emozione paura sulle altre, poiché le risposte automatiche di paura potrebbero essere più forti rispetto alle nostre capacità di inibirle volontariamente. Sono state identificate due vie di attivazione della paura: una rapida che dalle percezioni esterne in diretta verso l'amigdala e una più lenta. Qui l'imput informativo è identico, ma la risposta implica tempi diversi. La prima non fa capo alla consapevolezza cosciente, scatta automaticamente. L'altra invece, che passa, prima d'arrivare all'amigdala dalla corteccia, è per questo resa conscia, tende a ponderare. L'emozione può essere suscitata da situazioni di cui la persona è inconsapevole. Uno stimolo presente nella situazione ma non coscientemente, un odore, un suono, un oggetto, potrebbe scatenare una paura di cui il soggetto non ha consapevolezza della vera natura. Ciononostante gli individui, generalmente, trovano una spiegazione in termini di qualcosa che ha un senso, come per l'ansia di restare chiusi in ascensore, dei cani, di guidare l'auto, di contaminarsi. Per questo, e soprattutto per chi è spesso sottoposto a situazioni che possono provocare scatti d'ira, gelosia o altre emozioni tendenzialmente nefaste, vale la pena allenarsi a riconoscere e sfruttare questo prezioso attimo che precede la tempesta. Alcune paure sono precostituite, innate e tramandate con l'evoluzione: un cucciolo di scimmia scappa davanti ad una fune in movimento, anche se non ha mai visto un serpente e un neonato umano tende a togliersi se messo su una lastra di vetro con sotto un burrone, anche se non è mai caduto a terra prima. Altre paure precostituite sono le fobie per gli insetti, topi, serpenti, altezze, ecc. Altre sono certamente moderne e si sono aggiunte quali 'pericoli' del mondo d’oggi: pericoli sui quali i nostri antenati non avrebbero dato alcun peso, paure di licenziamenti, tradimenti, paura della figuraccia, di essere ridicoli, esami da superare, amori rifiutanti, approcci falliti, litigi in condominio, parlare in pubblico, colloqui con i superiori.
Ansia
L'amigdala è molto probabilmente anche il centro dell'ansia umana, giacché le espressioni d'ansia sono così simili a quelle della risposta di paura (accelerazione del cuore e del respiro, bocca secca, stomaco in disordine, nervosismo, facilità di trasalimento, irrequietezza, apprensione). Una volta che gli attacchi d’ansia o le fobie si manifestano possono aggravarsi fino alla condizione di stato di panico. Gli stessi sintomi d'ansia, accelerato battito cardiaco, mani sudate, sensazione di perdere il controllo, possono produrre paura e innestare un circolo vizioso, in cui un lieve attacco d'ansia ne produce un secondo e poi un altro e un altro ancora, fino al panico. Quindi qualsiasi situazione, persino la normale eccitazione legata ad una nuova situazione, in individui predisposti, è in grado di portare ad un livello di stress incontrollabile. L'amigdala è già sviluppata a due anni; si presume che un danno della memoria dell'adulto può far riemergere paure infantili molto precoci che erano state conservate nei circuiti della memoria emotiva dell'amigdala.
La paura si è evoluta per potenziare la localizzazione e la risposta al pericolo. Tutti gli animali reagiscono con paura nei confronti degli stimoli pericolosi E ciascuna specie ha suoi specifici stimoli che suscitano paura. I ratti hanno paura degli spazi aperti, i cercopitechi verdi delle aquile che volano sopra di loro. Tuttavia le strutture cerebrali, gli ormoni, le risposte del sistema nervoso autonomo e i comportamenti di paura sono simili in tutti gli animali. Perciò la paura studiata nei ratti può ragionevolmente essere usata per comprendere aspetti della paura negli esseri umani. Ma nell'essere umano, se non bastassero le vecchie paure altre se ne sono aggiunte; forse per questo, paradossalmente, più l'uomo è civilizzato e più è angosciato.
Luciano Peccarisi
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